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La nostra antimafia.

La mafia è nel Palazzo.

Lo diceva sempre Giovanni Falcone aggiungendo che per combatterla seriamente bisogna farlo a Roma, nella Capitale d’Italia.

La mafia si è cosi ramificata, come una metastasi, nell’intero corpo del Paese che la troviamo perfino nelle estreme periferie.

Le più lontane.

Le più decentrate.

Anche nelle più piccole articolazioni dello Stato.

Bisogna esserne consapevoli ed agire di conseguenza.

Non bisogna essere ideologici e lasciarsi condizionare dagli schematismi partitici.

Se si vuole combatterla seriamente.

Noi abbiamo voluto, fortissimamente voluto anche se sapevamo di andare incontro al pagamento di prezzi altissimi da pagare, difendere la nostra autonomia da tutto e da tutti.

Con i denti e con le unghie.

D’altra parte, come avremmo potuto parlare di legalità, di mafie, di lotta alla corruzione, se ci fossimo alleati con coloro che la legalità se la mettono sotto i piedi tutti i giorni, con i mafiosi ci vanno a cena e ci fanno gli affari e che nelle regioni, nelle province, nei comuni rubano appena viene offerta loro l’occasione?

No, non crediamo all’antimafia politica, all’antimafia delle fiaccolate, delle commemorazioni, delle narrazioni e basta!

L’antimafia è altra ed alta.

Non c’è un giorno che passi senza che veniamo a sapere di quel professionista corrotto ed al soldo dei mafiosi, di quel sindaco, di quell’assessore, di quel consigliere, di quel deputato, di quel senatore che prende soldi e voti dai mafiosi.

E, talvolta, anche di quel maresciallo, o capitano, o generale e, peggio, di quel magistrato, che non vedono, non sentono e non parlano.

Noi abbiamo voluto dare un’impronta diversa alla nostra Associazione e chi vuole entrarvi lo deve sapere bene.

Non si viene con noi per partecipare alle fiaccolate o per sentire parlare della storia della mafia e basta.

Noi facciamo altre cose:

scaviamo, osserviamo, annotiamo e DENUNCIAMO, nomi e cognomi, stando attenti, peraltro, a CHI trasmettere le notizie che acquisiamo.

Siamo contro l’antimafia di facciata.

Ed imputiamo alla classe politica le responsabilità maggiori per aver consentito, consapevolmente o meno, il radicamento di questo cancro in tutti gli interstizi dell’impianto dello Stato.

Quanto sta avvenendo in questi giorni in Parlamento con la legge anticorruzione – che, così com’è fatta, è solo una burla perché lascia fuori reati gravissimi – è emblematico di un modo di fare politica che va in tutt’altra direzione fuorché contro le mafie.

Non siamo per un’antimafia VERA e non al servizio di questo o di quello!