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«La ‘ndrangheta “cavalca” l’emergenza Covid», indagini in corso a Milano

«La ‘ndrangheta “cavalca” l’emergenza Covid», indagini in corso a Milano

Audizione della pm della Dda Alessandra Dolci. «Cosche pronte a rilevare società del settore dei rifiuti o della sanificazione. Inchiesta sul sequestro di un treno a Lecco pieno di materiali destinati a siti in Bulgaria»

9 giugno 2020, 16:02

MILANO La ‘ndrangheta potrebbe sfruttare l’emergenza Covid per «ampliare le sue maglie» soprattutto nell’ambito dello stoccaggio e smaltimento dei rifiuti. Un settore usato come «testa di ponte per infiltrarsi nel tessuto industriale» e per «stringere alleanze e allargare la propria rete imprenditoriale» soprattutto in Lombardia. A dirlo è la numero uno della Dda di Milano, Alessandra Dolci, nel corso di un’audizione alla Camera nell’ambito della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali.

«Abbiamo notato un interesse della criminalità organizzata a rilevare, attraverso prestanome, società che che hanno una regolare autorizzazione alla gestione dei rifiuti», ma anche «società che si propongono per la sanificazione», ha spiegato Dolci. La criminalità organizzata «ha interesse a sfruttare l’occasione della pandemia», anche grazie alle agevolazioni previste dal decreto liquidità che consente di accedere a finanziamenti. La procura milanese ha «indagini in corso» su soggetti in odore «di 416 bis (ovvero associazione a delinquere di stampo mafioso), visto che molte società del settore» sul territorio «sono vicine alla ‘ndrangheta». Le attività investigative in corso «riguardano anche il traffico di materiali come la terra e roccia da scavo – di primario interesse per la mafia – e sono connesse alle indagini per 416 bis» ha illustrato ancora Dolci. Altro capitolo è quello della gestione trasfrontaliera dei rifiuti, che «è oggetto di indagini in corso ma coperte da segreto istruttorio», e partite con il sequestro di un treno a Lecco, pieno di «materiali misti e non recuperabili destinati» a siti che si trovavano in Bulgaria, e accompagnati da documenti non adeguati.

fonte:https://www.corrieredellacalabria.it/