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La morte misteriosa del Colonnello della Guardia di Finanza Omar Pace in servizio presso la DIA di Roma

Interrogazioni orali con carattere d’urgenza ai sensi dell’articolo 151 del Regolamento

GIARRUSSOSERRACAPPELLETTIPAGLINIPUGLIADONNOCOTTI – Ai Ministri della giustizia e dell’interno – Premesso che secondo quanto risulta agli interroganti:

il giorno 11 aprile 2017 ricorre il primo anniversario della morte del colonnello della Guardia di finanza Omar Pace, in forza presso il primo reparto della DIA (Direzione investigativa antimafia) di Roma, la cui tragica fine è ancora avvolta in circostanze misteriose e fortemente sospette;

secondo quanto riportato da “il velino” del 19 maggio 2016, il colonnello Pace, pochi giorni prima di morire, si sarebbe accorto di essere stato pedinato durante lo svolgimento delle sue attività di insegnamento presso l’università degli studi della Repubblica di San Marino, dove era docente a contratto;

a quanto risulta agli interroganti, il pedinamento del colonnello Pace sarebbe stato eseguito da alcuni operatori della DIA della sezione di Bologna e all’insaputa delle autorità di San Marino e quindi in flagrante e inammissibile violazione di legge e dei trattati internazionali che regolano queste materie, fatti questi sicuramente costituenti reati perseguibili d’ufficio;

il colonnello Pace, poi, si sarebbe curiosamente “suicidato” soltanto un paio di giorni prima di essere sentito come testimone in un importantissimo processo di ‘ndrangheta in corso a Reggio Calabria, in cui è imputato un importante uomo politico che ha ricoperto alte cariche governative;

risulterebbe, altresì, che il luogo della morte del colonnello Pace (il suo ufficio alla DIA di Roma), dopo appena 2 giorni dall’accaduto, sarebbe stato in tutta fretta ripulito e pesantemente rimaneggiato, con la scusa di dover essere riassegnato ad altro ufficiale;

di fronte a tutti i citati gravissimi elementi, che avrebbero certamente richiesto maggior cura, attenzione e rispetto verso chi aveva servito lo Stato con grande dignità, abnegazione ed onore per oltre 25 anni, risulterebbe agli interroganti un’inspiegabile ed incomprensibile e finanche sospetta inerzia della magistratura competente, che solo dopo diversi mesi e solo su sollecitazione dei legali della famiglia avrebbe iscritto il relativo fascicolo a ruolo, omettendo per tanto, troppo, tempo di effettuare accertamenti importanti, sia sullo stato dei luoghi, sia sulle circostanze del pedinamento, alcuni dei quali resi oramai impossibili dal frettoloso mutamento dello stato dei luoghi dove si è svolta la tragedia;

considerato che:

a tutt’oggi non è pervenuta risposta all’atto di sindacato ispettivo 4-06936, pubblicato il 2 febbraio 2017, a firma di alcuni senatori del Gruppo Movimento 5 Stelle, in cui si chiedeva di avviare con urgenza approfondite indagini interne affinché venisse verificato: chi avrebbe disposto il pedinamento del colonnello Omar Pace e per quali motivi; chi avrebbe disposto che il pedinamento del colonnello Pace fosse eseguito nel territorio dello Stato di San Marino e cioè in uno Stato sovrano straniero; quali siano i motivi per cui forze di polizia italiane avrebbero effettuato tale pedinamento non informando le autorità di polizia dello Stato di San Marino;

a parere degli interroganti, la perdurante inerzia dell’autorità giudiziaria competente, apparentemente, farebbe pensare ad una mancanza di interesse a far luce sulla vicenda e, in particolare, su: l’omesso interrogatorio dei soggetti, ben noti ed individuati, che avrebbero pedinato il colonnello Pace a San Marino; l’omesso accertamento su chi avrebbe dato l’ordine di pedinare il colonnello Pace nella Repubblica di San Marino; l’omesso accertamento su chi avrebbe firmato l’ordine di uscita dell’automezzo di servizio utilizzato per il suddetto pedinamento e su chi ne avrebbe effettuato lo scarico; l’omessa tutela dell’integrità dello stato dei luoghi dove è avvenuta la tragedia e quindi degli eventuali elementi di prova che si sarebbero potuti repertare,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti;

se non intendano, nell’ambito delle proprie attribuzioni, attivare con urgenza le procedure ispettive e conoscitive previste dall’ordinamento, affinché siano verificate tutte le circostanze suindicate e soprattutto i motivi degli inspiegabili ritardi ed inerzie sull’avvio delle indagini preliminari da parte dell’autorità giudiziaria competente considerando che, a giudizio degli interroganti, tali attività avrebbero dovuto essere indirizzate nell’immediatezza del fatto sui possibili elementi e percorsi investigativi che avrebbero potuto emergere dall’esame accurato dei luoghi e dagli interrogatori di persone informate sui fatti;

quali azioni di competenza intendano promuovere, affinché sia fatta piena luce sulla vicenda e sul perché si stia, a giudizio degli interroganti, tentando invece di insabbiare tutti i gravissimi fatti accaduti e le relative responsabilità.

(3-03652)