IL “CASO” DELLA MORTE DEL CAPITANO DELLA GUARDIA DI FINANZA DI FONDI FEDELE CONTI VA “CONTESTUALIZZATO” NEL QUADRO GENERALE DELLA SITUAZIONE ESISTENTE IN QUELLA CITTA’
Il “caso” della morte del Comandante della Compagnia della Guardia di Finanza di Fondi va analizzato non estrapolandolo dal contesto della situazione generale esistente in quella città e sul territorio circostante.
Le parole lasciate scritte dal Capitano, la nota scritta dalla fidanzata medico, le dichiarazioni degli amici e dello zio acquisite dal magistrato inquirente e, ancor più, il contenuto delle telefonate ricevute dal capitano nel giorno in cui era a pranzo con i familiari, vanno analizzati alla luce della situazione esistente sul territorio.
Ci si è domandati il “perché” ed il “come” nessuno abbia sentito il rumore dello sparo?
Possibile che nelle ore notturne, in cui tutto è immerso nel silenzio, non si senta il rumore dello sparo di una pistola militare?
Si sono analizzate bene le parole scritte dal capitano prima di morire?
E, poi, sono stati acquisiti tutti i fascicoli delle inchieste precedenti e successive alla morte del capitano?
Quali erano i fascicoli sui quali si era incentrata l’attenzione del Comandante?
Ci sono considerazioni e fatti che ci fanno pensare che sia utile che ad acquisire gli atti delle indagini debbano essere le DDA di Roma o di Napoli o altro organo giudiziario superiore e, ciò, non perché riteniamo che ci sia di mezzo la criminalità organizzata o per sfiducia verso il magistrato inquirente della Procura di Latina, ma perché lo impone la situazione generale.
Se ciò non fosse possibile, sarebbe utile, a nostro avviso, un supplemento di indagini da parte di quei corpi centrali – DIA, ROS, SCO, GICO – che ben conoscono quella situazione.
Un suggerimento, questo, che ci permettiamo di dare al magistrato inquirente.