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La misteriosa scomparsa dei documenti

La misteriosa scomparsa dei documenti

27 Novembre 2019

La vicenda della scomparsa dei documenti di Confindustria è stata oggetto di approfondimento investigativo, a partire dall’escussione di Rosario AMARU’, liquidatore di CONFINDUSTRIA Caltanissetta in vista della creazione, il 12 giugno 2012, di CONFINDUSTRIA Centro Sicilia (che riunisce le province di Caltanissetta, Enna ed Agrigento).

AMARU’, in particolare, non dava precisi ragguagli sulla collocazione della documentazione non rinvenuta, raccontando di cinque traslochi che essa aveva subito e della perpetrazione, nel 2007, di “molta documentazione” dell’associazione (cfr. sommarie informazioni testimoniali del 12 febbraio 2015).

Lo stesso, inoltre, con nota del 25 giugno 2015 (cfr. allegato n. 14 alla nota della squadra mobile di Caltanissetta n. 2089 del 10 agosto 2015), affermava che già al momento suo insediamento come liquidatore, nel giugno del 2012, aveva potuto constatare la “lacunosità della documentazione disponibile”.

Aggiungeva, infine, che i furti subiti dall’associazione erano stati, in realtà, diversi, i più importanti dei quali erano stati denunciati, allegando, a dimostrazione di ciò, copia di una delle denunce sporte (si tratta di una denuncia di furto presentata in data 1 aprile 1996 dall’allora direttore Tullio

Giarratano, su cui vd. infra).

Ciò posto, deve rilevarsi come nel 2007 risultava effettivamente denunciato, il 27 novembre di quell’anno, un furto nella sede dell’associazione (cfr. allegato n. 5 alla nota della squadra mobile di Caltanissetta n. 869/15 del 27 marzo 2015), e tuttavia né dal tenore della denuncia, presentata dall’allora direttore Giovanni CRESCENTE, né dalle sommarie informazioni dallo stesso rese il 13 febbraio 2008, emerge che oggetto di asportazione fossero stati i documenti relativi all’elezione di MONTANTE alla presidenza dei Giovani Industriali di Caltanissetta o alla composizione del comitato dei saggi, nel periodo in cui vi avrebbe fatto parte V. ARNONE, o, ancora, relativi all’ammissione delle società di MONTANTE.

Inoltre, prima del 2007, si annovera un solo furto, del quale riferiva Lucia DI BUONO, responsabile di amministrazione presso l’Associazione Assindustria Caltanissetta per oltre quarant’anni, dal 1963 al 2015 (sommarie informazioni testimoniali del 24 novembre 2015). Tale furto, tuttavia, pacificamente identificabile con quello denunciato in data 1 aprile 1996 dall’allora direttore

Tullio GIARRATANO (e citato da AMARU’ quale mero esempio dei presunti molteplici furti subiti dall’associazione), non aveva avuto ad oggetto materiale cartaceo.

Di seguito le dichiarazioni di DI BUONO:

 

Verbale di sommarie informazioni testimoniali del 24.11.2015

 

Domanda: Vuole indicare preliminarmente che attività lavorativa svolge?.

Risposta: In atto sono pensionato dopo avere espletato per ben 42 anni I ‘attività di responsabile di

amministrazione presso l’Associazione Assindustria di Caltanissetta. Per precisione sono stata

assunta l’1 Luglio 1963 e sono andata in pensione nell’anno 2004. Materialmente non sono andata

via da Assindustria in quanto in quel periodo, anche se ero già in pensione, mi venne proposto un

contratto di consulenza, occupandomi sempre dell’amministrazione e quindi di fatto ha lasciato

materialmente l’Assindustria il 17 Febbraio 2005. ——————————————

Domanda: Vuole indicare di cosa si occupava all’interno di Assindustria.—

Risposta: Mi occupava di amministrazione, in particolare della contabilità dell’Associazione’ dei

rapporti esterni tipo con la banca e con altri enti; inoltre mi occupava di fornire assistenza alle ditte

che la richiedevano; mi occupava anche della gestione della segreteria. —————————–

Tengo a precisare che tra il 2003 ed il 2005 e comunque per circa una anno, ho svolto anche la

funzione di vice direttore di Assindustria. Ricordo che sin dalla mia assunzione che come già detto è

avvenuta nel 1963, vi era come direttore l’Avvocato Giuseppe VIOLA e successivamente è

subentrato l’Avvocato Tullio GIARRATANO. ———-

Domanda: Agli atti di questo Uffìcio risulta che l’Avvocato Tullio GIARRATANO all ‘atto delle

dimissioni volontarie dall’Associazione Assindustria, ha redatto un verbale di consegna di tutto il

materiale cartaceo di cui ne era in possesso in ragione della sua qualifica di direttore, ricorda

simile particolare?. —————————————

Risposta: Si, ricordo con assoluta precisione che l ‘Avvocato Tullio GIARRA TANO all ‘atto delle sue dimissioni, fece un verbale di consegna di tutto il materiale cartaceo da egli custodito per ragioni d’Ufficio. ——–

Il verbalizzante da atto che pone in visione alla Sig.ra DI BUONO Maria Lucia un verbale di

consegna di materiale cartaceo datato 9 e 11 Febbraio 2005, a tal proposito, la predetta, dopo

avere consultato il verbale dell’11 Febbraio 2005, dichiara che la firma apposta in calce per

ricevuta del materiale, risulta essere la sua, oltre a quelle del Dr. MISTRETTA – CASTORINA

Francesco e della sua collega SPAGNOLO Veruska. ———————————————————

Analogo verbale di consegna ho redatto io personalmente tra il 12 e il 17 Febbraio 2005

allorquando ho lasciato definitivamente l’Assindustria di cui pero` non ho conservato copia. ———

Ricordo che il verbale di consegna così come tutto il materiale cartaceo io l’ho personalmente

consegnato al consulente esterno del Consiglio Direttivo CASTORINA Francesco, nominato non

ricordo bene o dall’allora presidente MONTANTE Antonello o dal Consiglio Direttivo dallo stesso

presieduto. ——————————————————–

Ribadisco con assoluta certezza che sino alla data del 17 Febbraio 2005 tutti i documenti relativi

all’amministrazione che comprendevano (verbali del consiglio direttivo – verbali dei sindaci

revisori – bilanci – pezze giustificative della contabilità – verbali delle assemblee dei soci)

risultavano essere presenti all’interno dell’Associazione e tenuti perfettamente in ordine————–

Domanda.’ Durante la sua permanenza all’interno di Assindustria, si sono verificati dei furti?. ——-

Risposta: Si, ricordo che in tutti questi anni si è verificato solamente un furto e, precisamente,

mentre 1’Associazione aveva la sede legale in Vicolo Cortile Conti. Ricordo con assoluta precisione

che durante l’evento delittuoso vennero asportati, se mal non ricordo, uno o due pc e una

stampante e altro di poca importanza; escludo che venne asportato del materiale cartaceo

riconducibile all’attività dell’Associazione Posso senza ombra di dubbio dichiarare che dal 1963

data del mio ingresso ad Assindustria e sino al 2005 data della mia uscita ho assistito ad un solo

furto che è quello di cui sopra e di cui è stata sporta relativa denuncia. —

 

La dichiarazione più significativa fatta da Lucia DI BUONO è quella, resa “con assoluta certezza”, per cui, fino al 17 febbraio 2005, “tutti i documenti relativi’ all’amministrazione che comprendevano (verbali del consiglio direttivo – verbali dei sindaci revisori – bilanci – pezze giustificative della contabilità – verbali delle assemblee dei soci) risultavano essere presenti all’interno dell’Associazione e tenuti perfettamente in ordine”.

Essa si salda con quella, analoga, fatta da Tullio GIARRATANO (cfr. verbale di sommarie informazioni testimoniali del 15 febbraio 2015, allegato n. 3 alla nota della squadra mobile di Caltanissetta n. 869/15 del 27 marzo 2015), il quale aveva rivestito la carica di direttore di ASSINDUSTRIA prima e di Confindustria Caltanissetta dopo, per un complessivo periodo di tempo lungo dal 1972 al 2005.

GIARRATANO, invero, dichiarava espressamente che tutta la documentazione amministrativa e i verbali dell’associazione (relativi ad elezioni dei presidenti e del consiglio direttivo, nonché alle nomine dei “saggi”) erano sempre stati regolarmente conservati presso la sede associativa, ubicata prima in viale della Regione, in Piazza Giovanni XXIII, e poi in via Cavour – cortile Conti.

GIARRATANO, in particolare, manifestava certezza sulla integrità del corpus documentale almeno fino alla fine del suo mandato (2005), avendone personalmente constatato la presenza al momento del passaggio delle consegne in favore del Dott. Vincenzo MISTRETTA (in quel periodo consigliere tesoriere) e di Francesco CASTORINA (all’epoca consulente del consiglio direttivo):

[…]

Le dichiarazioni di Tullio GIARRATANO risultano perfettamente complementari a quelle rese dal suo successore, sopra citato, Giovanni CRESCENTE (cfr. verbale di sommarie informazioni testimoniali del 22 dicembre 2015), in quanto, se il primo poteva affermare l’integrità della conservazione dei documenti fino alla fine del proprio mandato, il secondo, oltre a poterne constatare un parziale ammanco al momento del proprio insediamento, aveva personalmente assistito al loro prelievo da parte di MONTANTE, che aveva addotto il pretesto di “metterli in sicurezza” contro un possibile uso improprio ad opera delle passate gestioni confindustriali. Secondo CRESCENTE, infatti, MONTANTE, che aveva lasciato intendere che aveva già iniziato, prima del suo insediamento, le operazioni di asporto, aveva anche dato disposizioni alla propria fedele collaboratrice, Linda VANCHERI, di trasferire la documentazione dell’associazione in un locale proprio, sito a Caltanissetta in via Amico Valenti:

 

omissis

A.D.R. Allorché io sono divenuto direttore di CONFINDUSTRIA Caltanissetta ho potuto constatare che mancava la documentazione dalla vita associativa pregressa; ricordo anche che in più di qualche occasione il MONTANTE, nel primissimo periodo in cui io divenni direttore, veniva nei locali dell’associazione in via Cavour-Cortile Conti per controllare documentazione che poi portava via, dicendomi che era opportuno “metterla in sicurezza “perché la classe dirigente precedente avrebbe potuto farne uso contro di lui. In quelle occasioni mi fece anche comprendere che, prima del mio ingresso come direttore di CONFINDUSTRIA Caltanissetta, aveva già portato via altra documentazione relativa alla pregressa vita associativa.

Successivamente ho anche potuto constatare personalmente il MONTANTE dare disposizioni alla

VANCHERI di portare documentazione in un locale di sua proprietà sito in via Gabriele Amico Valenti. Allorché, perciò, ho dichiarato nel verbale del 1 7febbraio 2015 che “sino a quando sono rimasto in servizio come direttore di Assindustria poi divenuta Confindustria Caltanissetta, tutta la documentazione cartacea (verbali direttivi – verbali assemblea – designazione dei saggi – verbali dei saggi – comitati di presidenza ed altro) era presente e perfettamente catalogato ed inoltre tenuta sotto chiave all’interno di un armadio in legno posto all’interno del mio ufficio” intendevo riferirmi alla documentazione che era stata formata sotto la mia gestione e non certamente a quella antecedente, che non ho mai visto, ne’ ne ho mai potuto constatare la presenza all’interno dei locali dell’associazione.

omissis

 

Dunque, ad avviso di CRESCENTE, parte della documentazione era già stata asportata prima del proprio insediamento, ma non certo durante la carica di GIARRATANO, che riteneva di poterne attestare la sua integrità fino al termine del suo mandato.

Pertanto, atteso che GIARRATANO, al momento delle proprie dimissioni, ebbe a consegnare i documenti al consigliere tesoriere, Dott. Vincenzo MISTRETTA, e al consulente del consiglio direttivo, Francesco CASTORINA, MONTANTE doveva avere prelevato parte dei documenti interloquendo con questi ultimi.

In effetti, Maurizio SAPIENZA, dipendente di Confindustria Caltanissetta dal 13 febbraio 1992 al 28 febbraio 2013, dichiarava che MONTANTE, dopo la propria elezione a presidente della locale associazione degli industriali, aveva ordinato a MISTRETTA e a CASTORINA di sgomberare i locali da quei documenti, sicché lo stesso SAPIENZA e altri due dipendenti avevano ricevuto l’incarico di metterli all’interno di trentacinque scatoloni, destinati ad essere conservati in un

magazzino nella disponibilità dell’imprenditore Massimo ROMANO.

 

Verbale di sommarie informazioni testimoniali rese il 5 dicembre 2015 da Maurizio Sapienza:

A.S.R. La S. V. mi chiede chi fossero i componenti della segreteria dell ‘associazione in epoca successiva all ‘elezione del MONTANTE a Presidente nel gennaio del 2005.

Al tempo la segreteria era retta dalla dott.ssa DI BUONO, ma subito dopo l ‘elezione del MONTANTE la stessa fu affiancata da Francesco CASTORINA e Vincenzo MISTRETTA, entrambi legati al MONTANTE.

Il MONTANTE da subito diede ordine al MISTRETTA ed al CASTORINA di ‘fare pulizia” della

documentazione presente in associazione e costoro, avvalendosi della collaborazione mia, di Clementina GIORGIO e di Veruscka SPAGNOLO, si occuparono di collocare la documentazione inerente la pregressa vita associativa all’interno di trentacinque scatoloni, che furono portati, per quel che ho appreso, in un magazzino nella disponibilità del ROMANO, anche se non sono in condizioni di dire dove fosse esattamente ubicato.

 

La rimozione ex situ della documentazione di Confindustria, per volontà di MONTANTE, deve considerarsi pacifica, risultando altresì confermata dalle conoscenze apprese de relato da Pasquale Carlo TORNATORE e riversate nel verbale di sommarie informazioni testimoniali del 4 dicembre 2015:

 

ADR. Posso anche dire che Carmelo RAIMONDI, circa un anno fa, mi disse di aver saputo che vi era della documentazione sottratta nella sede dell ‘associazione degli industriali custodita in un magazzino nella disponibilità del MONTANTE. Il RAIMONDI aveva confidato la stessa circostanza anche a Salvatore MISTRETTA, il quale la raccontò ad Enzo RUSSO e questi aveva sollecitato il MISTRETTA a convincere il RAIMONDI a riferirla all’autorità giudiziaria.

Il RAIMONDI rimase molto tempo indeciso sul da farsi, ma poi si determinò a tacere avendo paura di possibili negative conseguenze sulla sua attività imprenditoriale già in crisi di liquidità.

 

Il quadro fin qui delineato non può essere vanificato dai meri “non ricordo” degli altri due dipendenti (cfr. verbale di sommarie informazioni testimoniali rese da Francesco CASTORINA in data 27 novembre 2015 e da Veruscka SPAGNOLO in data 26 novembre 2015), escussi per avere collaborato all’inscatolamento di quei documenti, in quanto non sarebbe così eccezionale la

fragilità del ricordo, eroso dal volgere degli anni, su circostanze alle quali, peraltro, gli stessi potrebbero non avere attribuito particolare significato.

Per converso, certamente credibili, in ragione dei livelli rivestiti, devono considerarsi le persone informate dei fatti che avevano svolto compiti direttivi (GIARRATANO, CRESCENTE) o di segreteria (DI BUONO), mentre, sul piano dell’attendibilità delle loro rispettive deposizioni, non può non apprezzarsene l’intrinseca logicità, la reciproca coerenza e l’idoneità a ricostruire, senza residui dubitativi, la filiera dei passaggi subiti dai documenti in questione.

D’altro canto, è evidente l’imbarazzo di MONTANTE quando, in momenti e sedi diverse, si era pronunciato sulla sorte di tale materiale, modulando la spiegazione in relazione all’obiettivo di volta in volta perseguito.

E’ appena il caso di accennare come, in una delle risposte dallo stesso fornite alla commissione parlamentare antimafia in un’audizione dell’anno 2005, egli aveva fatto riferimento ad un ammanco documentale da attribuirsi, asseritamente, alle precedenti gestioni dell’associazione degli industriali (cfr. p. 42 del resoconto stenografico di tale audizione prodotta dalla difesa del MONTANTE in sede di tribunale per il Riesame), mentre, dopo la pubblicazione, da parte di Gianpiero CASAGNI, sulla rivista Centonove, di dati estrapolati proprio da quei documenti, scomodi per MONTANTE, quest’ultimo aveva preparato una bozza di querela, mai presentata ma rinvenuta nella “stanza

segreta” della sua villa di c.da Altarello, a Serradifalco, nella quale si suggeriva il coinvolgimento del citato giornalista in una ipotesi di furto dei documenti medesimi commesso nel 2007.

In buona sostanza, MONTANTE conduceva il gioco delle tre carte, una delle quali era l’occultamento, da parte sua, dei documenti, la seconda era l’attribuzione dell’occultamento alla passata gestione (Ing. Di Vincenzo e presunti sodali) e la terza l’imputazione della scomparsa ad un’azione furtiva (con possibile coinvolgimento di CASAGNI).

Un gioco illusionistico, condotto con spregiudicatezza e con la cieca fiducia positivistica che il destino, che fino ad allora gli aveva assicurato l’edificazione di un sistema di potere (sul quale, vd. infra), non gli voltasse, inaspettatamente, le spalle, portando a ribaltare tutte e tre le carte.

E in effetti MONTANTE subiva un triplice ribaltamento: le persone informate dei fatti, come visto, conservavano il ricordo della sua azione distrattiva; il suo file excel, come vedremo, dimostra che egli aveva sempre mantenuto la disponibilità di tali documenti, consultandoli all’occorrenza; uno di tali documenti, in copia, saltava fuori, per mano di CASAGNI.

Quanto alla specifica capacità rivelatrice del file excel, è utile ripercorre le annotazioni che si riferiscono ad avvenimenti associativi relativi a periodi per i quali nessun documento è stato possibile rinvenire, ciò che avvalora il convincimento che tali documenti siano nella disponibilità di MONTANTE. Si prenda in considerazione, in primo luogo, il contenuto della cartella

denominata “DA SCANSIONATI”

[….] Giova, peraltro, osservare come l’ultima annotazione riportata nel file, con l’indicazione della data (corretta) cui si riferisce l’evento rappresentato, ossia la pubblicazione su La Repubblica de|l’articolo giornalistico di VIVIANO e BOLZONI che determinava la discovery giornalistica dell’indagine su MONTANTE, sia particolarmente illuminante, in quanto elenca l’insieme dei documenti associativi che, evidentemente, in quella occasione, il predetto MONTANTE ebbe

a richiedere a quello stesso Rosario AMARU’ (indicato come “Rosario AM”) che, sentito dagli inquirenti, si era avventurato in perigliose discettazioni sulla loro presunta depredazione.

A mettere la pietra tombale sul contenuto di una parte dei documenti “scomparsi”, id est delocalizzati – per iniziativa di MONTANTE – in posto tuttora ignoto (essi, come vedremo, avevano subito infatti diverse migrazioni), interveniva, come accennato, il giornalista Gianpiero CASAGNI.

CASAGNI, infatti, dapprima, in data 12 febbraio 2015, pubblicava un articolo sul settimanale Centonove, con il quale mostrava di avere la disponibilità quanto meno di una parte dei documenti cercati dagli inquirenti a riscontro delle dichiarazioni di DI FRANCESCO; poi, su richiesta della Procura, metteva a disposizione della stessa, copia del verbale di Assindustria Caltanissetta del 20

gennaio 2001, da cui si evinceva che Vincenzo ARNONE, assieme a Carmen PILATO e a Massimo ROMANO, aveva fatto parte del Comitato dei “saggi” per l’elezione di Marco VENTURI quale nuovo presidente dei Giovani Industriali di Caltanissetta, in successione rispetto a MONTANTE (cfr. annotazione n. 483/2015 della squadra mobile del 18 febbraio 2015).

Il dettaglio, consacrato in maniera incontrovertibile, non è di secondaria importanza, in quanto, tenuto conto dei meccanismi di nomina dei “saggi”, è possibile affermare che MONTANTE, quale presidente uscente de|l’Associazione Giovani Industriali, fu il principale ispiratore della cooptazione di ARNONE all’interno del comitato.

Infatti, come concordemente spiegato da GIARRATANO (sommarie informazioni testimoniali del 13 febbraio 2015) e CRESCENTE (sommarie informazioni testimoniali del 17 febbraio 2015), nell’associazione junior degli industriali valevano le stesse regole dell’associazione senior, sicché i c.d. “saggi”, che altro non erano se non i componenti della commissione di designazione, venivano nominati dal consiglio direttivo su proposta del presidente, che nell’occasione era proprio MONTANTE.

La selezione di “saggi” di ispirazione presidenziale agevolava, in qualche modo, la perpetuazione del potere della corrente di cui il presidente uscente era espressione, in quanto essi avevano un compito rilevante al momento del rinnovo della carica presidenziale: esprimere il parere, vincolante per il consiglio direttivo, sul nominativo del candidato alla presidenza, da sottoporre, successivamente , al filtro elettivo dell’assemblea dei soci.

Pertanto, alla luce di quanto fin qui ricostruito, occorre dedurre che:

1) non è stato possibile riscontrare per tabulas le dichiarazioni di DI FRANCESCO sul sostegno dato da Vincenzo ARNONE a MONTANTE per la sua elezione a presidente dell’associazione junior degli industriali;

2) la difficoltà validatoria è discesa dalla manovra distrattiva certamente posta in essere da MONTANTE sui documenti associativi;

3) risulta dimostrato che Vincenzo ARNONE compose il comitato dei “saggi” che, nel 2001, portò alla elezione di Marco VENTURI alla presidenza dell’associazione de qua dopo la fine del mandato di MONTANTE.

Inoltre, tenuto conto delle regole di funzionamento dei meccanismi elettivi, deve ritenersi ragionevole che MONTANTE ispirò la cooptazione di V. ARNONE nel comitato dei “saggi” (come visto, infatti, essi erano nominati dal consiglio direttivo su proposta del presidente), il quale ARNONE, a sua volta, propose la nomina di VENTURI, amico di MONTANTE, in sostituzione di quest’ultimo, giunto al termine del suo mandato. Si sarebbe trattato di ordinarie logiche correntizie se ARNONE, all’epoca dei fatti, non fosse stato coinvolto in un importante processo di mafia.

Fonte:http://mafie.blogautore.repubblica.it/