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La memoria ed il futuro

Un intervento di un giovane iscritto all’Anpi. Da pochi anni l’associazione dei partigiani ha aperto le iscrizioni anche a chi non ha partecipato direttamente alla Resistenza e alla Liberazione ma ne condivide i valori fondamentali. Con questa scelta si vuole aprire un confronto tra diverse generazioni, per salvaguardare la memoria di ciò che è accaduto e nello stesso tempo prendersi cura della promozione dei principi sanciti dalla Costituzione fungendo da stimolo per la loro attuazione e per la loro concretizzazione

Perché aderire a una associazione di partigiani pur non avendo partecipato alla Resistenza? Le date non sono solo simboli arbitrari: nel mio paese, Noceto in provincia di Parma, due Arditi del Popolo, Manghi Eugenio e Guareschi Egidio sono stati uccisi nel 1921; nelle vicine campagne, nell’ottobre del 1944 fu ucciso il partigiano Corbellini Giovanni, che nacque nel 1921. C’è una relazione?

I luoghi non sono solo simboli arbitrari: la foto del 23 aprile del 1945 che ritrae i partigiani marciare liberanti su Noceto è scattata nel luogo ove, il 21 agosto 1921, sono stati uccisi Manghi Eugenio e Guareschi Egidio. C’è una relazione? Non lo so e non sono in grado di dare interpretazioni. Quello che so è che in questi 23 anni di distanza, fra morte e nascita che accomunano queste persone che non si sono mai conosciute, c’è la storia di un popolo vista attraverso la storia delle persone. C’è il racconto di persone che nell’arco di 23 anni hanno lottato per la libertà. Questo non è un caso, è storia, è la verità di quello che è successo, non perché gli eventi hanno bisogno di forzature, a favore o contro qualcuno o qualcosa, ma perché i fatti sono chiari, semplici, ineluttabili. Quanti paesi come il mio potrebbero avere queste relazioni? Forse basterebbe avere voglia di cercarle. Perché si aderisce all’ANPI? Forse perché questi fatti, ancora, non sono patrimonio comune di una società. Forse perché i termini memoria e libertà, hanno ancora bisogno di essere esercitati e vissuti. Ho aderito all’ANPI per la curiosità della ricerca.

L’apertura dell’ANPI anche a coloro che non hanno preso parte alla lotta di Liberazione inaugura una nuova stagione per l’associazione e contribuisce a ridefinire i modi della sua azione politica e della sua presenza nel territorio. In particolare, attraverso la collaborazione e il confronto tra diverse generazioni, tra i partigiani e i nuovi iscritti, l’ANPI intende da un lato salvaguardare la memoria di ciò che è accaduto e dall’altro prendersi cura della promozione dei principi sanciti dalla Costituzione della Repubblica Italiana fungendo da stimolo per la loro attuazione e per la loro concretizzazione. I valori e gli stimoli sono che mi hanno portato alla scelta dell’ANPI sono fondamentalmente due: la memoria e la libertà.

L’adesione all’ANPI non è un semplice e solo esercizio mnemonico che si gioca nel passato, ma azione concreta e quotidiana. La memoria è un patrimonio, è il tramite fra il nostro passato e la costruzione del nostro futuro. E’ questo il compito nostro, tramandare questo senso anche ai più giovani di noi: accompagnare la crescita culturale di una società. Troppe volte lo spazio fra la politica e le esigenze quotidiane dei cittadini si divaricano, si allontanano, ed è in questa lontananza che spesso si insinuano le riscritture faziose come è stato provato anche in questi anni. Certo non è facile farsi carico della memoria. Costruire un’identità, in cui la parola libertà non sia solo uno slogan, non siano solo proprietà di parte, ma un luogo nel quale trovare gli stimoli per migliorare la propria vita e quella degli altri.

La libertà è una conquista, non è un bene disponibile al miglior offerente o un prodotto di mercato acquistabile da chi ha più possibilità economiche. Nella storia dell’Italia contemporanea, la libertà, ha un nome e cognome ben chiaro e definito. Nome e cognome che è anche, insieme, un impegno morale, civile e culturale oltre che un riferimento storico: Antifascismo e Resistenza che trovano nella Costituzione della Repubblica Italiana la naturale applicazione in quanto frutto di culture politiche diverse ma unite nella volontà di costruire un progetto nuovo per una società che doveva essere diversa. Per questo la Costituzione va applicata e attuata. Bisogna, per questi motivi, vigilare sempre. Per questo ha senso, oggi, dirsi antifascisti. Per capire e fare attenzione ai sintomi. Il sintomo non è la malattia, è la manifestazione di una malattia. Per capire qual è la malattia bisogna fare attente e scrupolose analisi, fare valutazioni obiettive, ma soprattutto, non lasciare nulla di intentato. Quando non si da importanza ai sintomi, la malattia ha campo libero. L’antifascismo è non dare nulla per scontato. Quando si da per forza una spiegazione a tutto, allora è il buon senso che non c’è più, allora è la logica che è finita, è il pensiero che si è fermato.

L’attualità dell’ANPI sta proprio in questo: evitare che si torni indietro. L’ANPI può suggerire un orizzonte politico, che sta, così come la storia insegna, nell’individuazione del benessere collettivo piuttosto che nell’individuazione di un nemico. I padri Costituenti, dopo aver battuto il fascismo, hanno stilato la Carta Costituzionale, limpido e fulgido esempio di interesse generale, non di interesse di parte e di individuazione di un obiettivo alto: la costruzione di una società.

L’ANPI, per le sue idealità e le sue battaglie può costituire sempre più un punto di riferimento culturale per la costruzione di una società migliore. Impegnarsi, dare il proprio tempo libero all’ANPI significa prendersi delle responsabilità, verso gli altri e verso se stessi. Significa avere il coraggio delle proprie azioni. Il coraggio come strumento di conoscenza. Il coraggio come scelta.

Ecco di che cosa è pieno lo zaino che abbiamo sulle spalle. Ecco perché portare questo zaino costa fatica. Ecco perché portare questo zaino può far paura. Ma ecco perché, con questo zaino sulle spalle, si può e si deve fare ancora tanta strada.

Paolo Papotti, Iscritto Associazione Nazionale Partigiani d’Italia

(Tratto da Aprile online)