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La mafia non tollera un’informazione libera.La vuole soggiogata ai suoi interessi e chi non ci sta viene minacciato o ucciso. Cilento, minacce di morte a un collaboratore del Corriere del Mezzogiorno

Il Corriere della Sera, Mercoledì 7 settembre 2016

Cilento, minacce di morte a un collaboratore del Corriere del Mezzogiorno
«Vuoi morire così giovane?». Messaggi intimidatori e buste con proiettili recapitati  a Luigi Martino da diversi mesi. Il cronista ha denunciato tutto ai carabinieri

Lettere, o meglio pagine di giornale, contenenti minacce di morte e proiettili. Il tutto chiuso in buste bianche. Destinatario è Luigi Martino, caporedattore del Giornale del Cilento e collaboratore del Corriere del Mezzogiorno. Nella busta, oltre al piombo, una mano ignota si è anche adoperata a scrivere messaggi minatori in maniera particolare, quasi«enigmistica», ovvero cerchiando le singole lettere sulla pagina del settimanale Sette del Corriere della Sera. Nessun esplicito riferimento a casi di cronaca trattati dal giornalista, attivo soprattutto nella vasta area della provincia di Salerno.

Le intimidazioni
«Luigi – si evince dal messaggio ‘decifrato’ – leggo le menzogne del giornalista e sono colto dal dubbio. Ma la smetti di rovinare la gente o vuoi morire così giovane? Pensaci». E poi: «È meglio un accordo che un nemico giurato. Caro Luigi stai attento. In questi casi bisogna guardare l’alternativa. Smetti o prima o poi muori. Corriere del Mezzogiorno e Giornale del Cilento devono licenziarti oppure ci pensiamo noi. Messa così mi sembra meglio finire, magari presto». Infine l’ultima: «Morto figlio Federico (il papà del giornalista ndr) sappiamo chi sei e dove abiti giornalista spione. Smetti di rompere le palle alla gente. Te lo diciamo con le buone. Attento».

Mesi di minacce
Martino ha ricevuto la prima minaccia – una busta coi bossoli ad aprile. Altre quattro sono state recapitate con cadenza più o meno mensile, fino a luglio 2016. «Le prime due le ho buttate via – spiega il giornalista – dalla terza in poi ho deciso di conservarle perché la cosa diventava insistente». Proiettili a volte inseriti in buste bianche lasciate nell’auto del giornalista o nel garage della sua abitazione. «Soprattutto nei periodi caldi lascio spesso l’auto con i finestrini un po’ aperti», spiega Martino, che dopo l’ennesima intimidazione ha deciso di denunciare tutto ai carabinieri della stazione di Marina di Camerota. «Non ho sospetti sinceramente, non ho idea di chi abbia potuto inviarmi quelle lettere – aggiunge il giornalista –. Ho trattato diversi casi delicati in Cilento ma fa parte del nostro mestiere risultare scomodi».