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.La mafia dei colletti bianchi che sta nell’economia,nella poltica,nelle istituzioni

La mafia si trova nei salotti buoni

di Marino Longoni 

L’opinione pubblica italiana, ma anche quella internazionale, associa probabilmente alla parola mafia le immagini del film Il Padrino, le confessioni di Tommaso Buscetta, la strage di Capaci e i pizzini di Totò Riina. L’idea ancora dominante è quella di una società chiusa e violenta, dominata da codici di comportamento arcaici, che affonda le radici nel brigantaggio o comunque in società rurali in conflitto con il dominatore di turno. La realtà della mafia è oggi molto diversa. Lo ha certificato di recente la relazione al parlamento della Dia (direzione investiga antimafia), nella qu

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ale si racconta una mafia dei colletti bianchi, ormai mimetizzata e confusa all’interno del sistema economico. 

La globalizzazione, si legge in questo rapporto, «ha favorito la metamorfosi delle organizzazioni di tipo mafioso, trasformandole in vere e proprie holding del malaffare in grado di controllare e gestire i più disparati target economici, soprattutto nei settori strategici della finanza, dell’energia e dell’interscambio di beni e servizi nel contesto dei mercati nazionali e internazionali: si parla sempre più spesso di impresa mafiosa come di un modello efficiente e flessibile improntato ad alcuni dei principi basilari dell’economia moderna, tra cui la stabilità e la riduzione del rischio». 

Assumere un modello efficiente e flessibile improntato alla stabilità e alla riduzione del rischio significa essere perfettamente inseriti nella business comunity del 21° secolo, avere consulenti laureati nelle migliori università, ragionare con gli stessi parametri degli gnomi di Zurigo o degli squali di Wall Street. Significa che la mafia, ma lo stesso discorso vale ovviamente per ‘ndrangheta e camorra, è ormai una sorta di multinazionale con molte teste e infinite ramificazioni nel mondo della politica, degli appalti, dell’economia, della finanza; perciò sono ormai marginali le forme di finanziamento una volta dominanti come le tangenti o lo spaccio di stupefacenti. 

Più che di una entità bisognerebbe parlare di un «metodo mafioso», così si esprime la relazione della Dia, che si è ormai insediato in molti ambiti dell’economia e della politica, influenzando spesso anche comportamenti e visioni dominanti di interi segmenti di società. È la cosiddetta società civile che arretra.