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La mafia a Civitavecchia non é un’invenzione!

Crisi Ccms, Fattorini dimesso: “Tagli del 50%”. E la mafia non è un fantasma

Mario Fattorini si è dimesso dalla presidenza della Ccms, la cooperativa che, fino a poco tempo fa, era una delle principali aziende metalmeccaniche del territorio. Dimissioni, quelle di Fattorini, che come ha spiegato il diretto interessato questo pomeriggio nel corso di una conferenza stampa svoltasi presso la sede della Lega delle Cooperative in Compagnia Portuale, vuole essere un grido d’allarme e,  insieme, “una scossa a prendere decisioni non più rimandabili. Le cifre sul numero degli occupati a oggi – ha detto Fattorini – non sono più sostenibili, per cui la Ccms deve procede a tagli dolorosi, del 50%, con il ricorso quindi agli ammortizzatori sociali”. Da tenere presente che, a oggi, dei 90 lavoratori della Ccms, 30 sono già in cassa integrazione. “Tengo a precisare che non ci sono rotture all’interno dell’azienda – ha detto ancora Fattorini – e ringrazio i soci per la stima accordatami”.

In molti, infatti, hanno chiesto a Fattorini di tornare sui suoi passi e non è ancora detto che la decisione sia irreversibile, visto che le dimissioni dovranno essere ratificate dall’assemblea dei soci, così come la nomina del nuovo presidente, l’ingegner Pietro Carrozzo.

“Quando andrò in cassa integrazione – ha aggiunto l’ex presidente della Ccms – resterò comunque a disposizione della cooperativa per portare avanti progetti, anche a titolo gratuito”. Ma da dove nascono i problemi della Ccms, che cos’è che non funziona al cantiere Privilege, seconda fonte di sostentamento con Enel – che pure ha dato i suoi problemi – per la cooperativa? La risposta di Fattorini è emblematica, e al contempo il segno evidente che in questo investimento nato nel 2007 anche con la benedizione della Chiesa,  sembra esserci qualcosa che non quadra: “Il progetto di un cantiere navale a Civitavecchia – ha dichiarato – è assolutamente positivo e il cantiere Privilege è stato inaugurato da ministri, cardinali, sindaci e quant’altro, con un’approvazione bipartisan. È certificato. Si chieda a questi soggetti che cosa c’è che non va, non spetta a noi farlo visto che con la Privilge abbiamo rapporti istituzionali.

Attendiamo quindi con ansia gli esiti dell’indagine conoscitiva annunciata dal presidente dell’Autorità Portuale, Fabio Ciani, per una verifica delle situazioni denunciate anonimamente dai lavoratori”. L’impressione è comunque quella di una dirigenza della Ccms stretta tra la morsa della difesa dei diritti suoi e dei lavoratori da un lato e, dall’altro, la necessità di non incrinare troppo i rapporti con la Privilege, pena l’aggravarsi dei problemi. Eppure qualcosa continua a sfuggire clamorosamente in tutta questa vicenda. Ci ha fatto riferimento il presidente della Compagnia Portuale, Enrico Luciani, intervenuto alla conferenza stampa a sostegno della Ccms: “Chi si nasconde dietro la Privilege? – ha domandato – Possibile che siano tutti silenti, dopo le inaugurazioni in pompa magna che abbiamo visto? Quello che sta succedendo è di una gravità inaudita, come il silenzio della politica, un silenzio che, insieme alla fame che ha questa città, è l’humus perché la mafia si radichi sul territorio. Ci sono famiglie che si stanno comprando in città interi palazzi, e queste persone non sono fantasmi, hanno nome e cognome”. Quali? “Ah, non lo so… ” risponde Luciani sarcasticamente. “Certo è che bisogna farla finita con la politica fallimentare degli ultimi anni – ha aggiunto – con amministrazioni comunali mandate a casa a pagamento, errori che non risolverà la Magistratura, perché non li ha risolti nel passato”. Resta un quadro desolante, in cui si rischia di perdere un’altra fetta di lavoro sano, di gente di Civitavecchia. E ancora una volta le risposte non arrivano, perché solo in pochi sembrano avere voglia di farsi le domande giuste.

Katia Trombetta
(Tratto da TRCGiornale)