La fuga fallita in Spagna, i summit in casa e le sentinelle di guardia: la cattura di Maria Liccardi
Di internapoli -7 Agosto 2021
È ritenuta dalla Dda di Napoli capo del clan Licciardi e figura di vertice del cartello camorristico chiamato Alleanza di Secondigliano, Maria Licciardi, a cui poco fa, nell’aeroporto di Ciampino, i carabinieri del Ros hanno notificato un provvedimento di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Napoli.
Maria Licciardi, sorella di Gennaro Licciardi, fondatore dell’organizzazione malavitosa, è accusata di associazione di tipo mafioso, estorsione, ricettazione di denaro di provenienza illecita, turbativa d’asta. Tutti i reati sono aggravati dalle finalità mafiose. Fermata alle partenze dell’aeroporto romano, si accingeva a prendere un volo diretto in Spagna. I militari si sono avvicinati mentre stava per consegnare il bagaglio da imbarcare sull’aereo. La donna non ha battuto ciglio quando i carabinieri l’hanno bloccata e notificato il provvedimento di fermo della Procura di Napoli.
L’indagine, diretta dalla Procura della Repubblica di Napoli, ha evidenziato che Maria Licciardi, fin dalla sua ultima scarcerazione, risalente al dicembre 2009 dopo otto anni di detenzione, ha progressivamente assunto la direzione della consorteria, gestendo le attività illecite attraverso disposizioni impartite ad affiliati con ruoli apicali e ai capizona ai quali erano affidate porzioni dell’area di influenza dell’organizzazione (Masseria Cardone, Don Guanella, Rione Berlingieri e Vasto).
L’indagine conferma l’operatività dell’Alleanza di Secondigliano tra i clan Licciardi, Contini e Bosti dei quartieri Vasto-Arenaccia e il clan Mallardo di Giugliano in Campania he esercita le proprie attività secondo precise strategie criminali e di ripartizione dei proventi delle attività illecite comuni, che assicurano il rafforzamento della coesione interna, l’ampliamento del rapporto di superiorità rispetto alle altre consorterie-satellite e il consolidamento delle dinamiche di reciproca solidarietà con autonome organizzazioni camorristiche, comunque legate al cartello camorristico da saldi e risalenti rapporti.
Le mani dei Licciardi su mezza Napoli, la cosca però presenta due ‘teste’
C’è anche la relazione semestrale della Dia a confermare l’esistenza di frizioni e tensioni interne al clan Licciardi indicato come uno dei ‘pezzi da novanta’ della camorra napoletana. Il sodalizio continua a detenere un ruolo fondamentale e baricentrico per gli equilibri criminali dell’area nord di Napoli. Il clan svolge un ruolo importante anche in altre aree cittadine come Santa Lucia, Chiaia, Posillipo, Vomero e Bagnoli tramite altri gruppi criminali, quale riferimento per il controllo della filiera della contraffazione e di ampi segmenti produttivi evidenziando nel tempo qualificate proiezioni in diversi contesti nazionali e internazionali. A Posillipo noti sono i rapporti con il clan Calone mentre al Vomero da anni il gruppo della Masseria Cardone vanta un rapporto privilegiato con gli Stabile di Chiaiano. Su Bagnoli invece, anche grazie alle rivelazioni degli ultimi collaboratori di giustizia dell’area flegrea, vi sarebbero rapporti ottimi con il gruppo Esposito-Bitonto di via Niso.
Secondo la relazione a capo del gruppo vi sarebbero di fatto due ‘anime’. Da un lato la famiglia guidata da Maria Licciardi coadiuvata dal figlio di uno dei suoi fratelli che, nonostante la giovane età, risulterebbe dotato di un elevato carisma criminale. Nonostante quanto presente nella relazione per la Licciardi lo scorso febbraio, coinvolta nella maxi inchiesta sui Contini, la pubblica accusa aveva abbandonato la iniziale ipotesi accusatoria che collocava Maria Licciardi al vertice della compagine criminale, giungendo ad elevare la sola accusa di mera partecipazione (leggi qui l’articolo). Negli ultimi tempi le informative parlavano di una situazione in evoluzione (anticipata da Internapoli, leggi qui l’articolo) ma oggi per la donna boss è arrivata un’altra mazzata con l’arresto a Ciampino che conferma la sua operatività e guida nel clan di Secondigliano.