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La finisca di parlare contro i Magistrati e cominci a pensare ai problemi del Paese, a cominciare da quello della disoccupazione e della miseria che sta dilagando a tutto vantaggio delle mafie

Caos liste:Berlusconi, colpa dei magistrati e dei radicali

Nel caos liste Pdl a Roma “non vi è stata alcuna responsabilità riconducibile ai nostri dirigenti e funzionari”, è stata “una gazzarra inscenata dai radicali” e siamo di fronte a una “palese erronea applicazione della legge da parte dei magistrati”. Poi l’affondo contro la sinistra “antidemocratica e meschina”. Il premier ha spiegato che quella del 21 marzo sarà una manifestazione di proposta” che esorterà i governatori del Pdl a un impegno per il piano casa e contro la burocrazia. Fini non sarà in piazza con il Pdl

Dopo i vertici a Palazzo Grazioli, le indiscrezioni della stampa sulle sue reazioni al caos liste, Silvio Berlusconi si è presentato in conferenza stampa presso la sede del Pdl, in via dell’Umiltà, per “reagire all’assoluta disinformazione che stata data da certa stampa riguardo la vicenda delle liste” con versioni “non veritiere” e “interessate”, ha sottolineato il premier.
Il presidente del Consiglio ha letto di fronte ai cronisti una dettagliata cronistoria dei fatti accaduti il 27 febbraio nell’Ufficio circoscrizionale del Tribunale di Roma. Una vera e propria memoria che lui stesso ha definito “risultato di indagini che ho effettuato personalmente su tutte le persone coinvolte in questa vicenda”.
Dalla ricostruzione dei fatti, si “evince che non vi è stata alcuna responsabilità da parte dei nostri delegati alla presentazione delle liste; che è stata violata la legge che prevede l’identificazione dei rappresentanti di liste al momento del loro arrivo nella sede preposta – ha proseguito il Cavaliere -; che vi è stata una vera e propria violazione del buon senso e della collaborazione partecipativa tra i funzionari del Tribunale e i rappresentanti del Pdl”.
Berlusconi ha descritto le azioni giudiziarie in atto in Lombardia e nel Lazio nei confronti del Pdl come “atti fiscali e canzonatori” nel primo caso, mentre nel secondo vi è stata una “palese erronea applicazione della legge che ha di fatto impedito ai nostri di presentare le liste” e per questo è stata presentata regolare denuncia presso la Procura della Repubblica.

Durante la conferenza stampa – dove c’è stato il fuori programma di un contestatore – il Cavaliere si è detto comunque “stanco di uno spettacolo confuso” della politica e ha confermato il suo impegno, quello della candidata Renata Polverini e del Pdl affinché anche nel Lazio siano eletti i migliori, anche se “partecipiamo ad una gara in cui i nostri avversari godono di un vantaggio indebito”. E per questo Berlusconi ha accusato la sinistra di essere “antidemocratica e meschina. Una sinistra sovietica che voleva correre da sola. Noi – ha ribadito – ci saremmo comportati nel modo opposto. Daremo comunque una lezione ai nostri avversari, con i nostri candidati, le nostre ragioni e i nostri programmi, e dimostreremo di poter prevalere sui malefici, la slealtà, l’atteggiamento antidemocratico”.
Con un paragone caro al patron del Milan ha spiegato quello che per lui è stato l’atteggiamento del Pd: “Sono come una squadra di calcio che vuol vincere a tavolino e con l’arbitro amico che confina l’altra squadra negli spogliatoi”. Quindi ha negato l’incapacità dei presentatori delle liste Pdl spiegando che sulla stampa erano uscite versioni non veritiere: “I nostri rappresentanti presentano le nostre liste da 16 anni. In queste elezioni abbiamo presentato 93 liste per 13 Regioni e 80 Comuni e Province, quindi, non è possibile che i nostri delegati abbiano disimparato all’improvviso”.

Per Berlusconi la ratio della presentazione delle firme è tesa ad evitare che possano essere presentati nuovi simboli con iniziative personali che non hanno un reale seguito. Secondo lui andrebbero, quindi, esonerati da quest’obbligo i partiti che già fanno parte dei parlamenti regionali, come il caso di Formigoni. E in questo senso il premier auspica un cambiamento della legge attuale.
Berlusconi ha inoltre confermato la manifestazione per il 21 marzo per “chiamare i candidati ad un patto con il popolo. Non sarà una manifestazione di protesta, ma di proposta politica”. E non ha fatto alcun problema sulla annunciata mancanza di Gianfranco Fini: “E’ la terza carica dello Stato, quindi è norma che non ci sia”.

Infine, per quanto riguarda il decreto legge dichiarato inapplicabile dal Tar, si è riservato di effettuare a breve una conferenza stampa per confermarne “l’assoluta costituzionalità: è solo interpretativo e di buon senso nei confronti di chi faziosamente ha interpretato le leggi elettorali regionali”.
Il premier assicura poi uno sforzo extra per appoggiare il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Lazio, Renata Polverini, al suo fianco nella conferenza stampa: “Abbiamo deciso di impegnarci anche nel Lazio affinché vinca il candidato migliore. Raddoppieremo i nostri sforzi per far vincere la nostra candidata, anche se la nostra lista non fosse presente”.

Frida Roy

(Tratto da Aprile online)