Cerca

La dirigenza del centrosinistra del Lazio ignora il problema della lotta alle mafie‏.

Appena iniziata è già terminata la stagione dei saldi da parte della classe dirigente del centrosinistra del Lazio.
Avevamo salutato con una discreta dose di speranza alcuni iniziali, anche se timidi e contradditori, comportamenti di Zingaretti e dei vertici del centrosinistra romano in materia di lotta alle mafie dopo anni di disattenzioni e di silenzi, convinti, questa volta, che alle parole sarebbero seguiti i fatti, ma, purtroppo, ci siamo visti subito costretti a manifestare la nostra più profonda delusione.
Ancora una volta abbiamo dovuto prendere atto del fatto che tutto era stato programmato esclusivamente in funzione elettoralistica.
Non si parla più, secondo una tradizione consolidata, di lotta alle mafie e questo tema non fa più parte dell’agenda della politica romana.
A dirla tutta, già eravamo rimasti impressionati per il fatto che durante tutta la campagna delle primarie del centrosinistra non una sola volta sia stata spesa una parola sull’argomento.
Un comportamento inquietante, considerata la gravità della situazione.
Questa classe dirigente si sta sempre più rivelando vergognosamente disattenta e sorda ai veri problemi del territorio, disattenta e sorda forse più di quanto lo siano state quelle che l’hanno preceduta.
Zingaretti-, che aspira a diventare – dopo la disastrosa gestione della Polverini-il nuovo Governatore del Lazio, aveva iniziato la sua corsa con un passo che a noi era sembrato giusto:
la costituzione da parte dell’Amministrazione provinciale capitolina da lui presieduta di una Consulta Provinciale Antimafia.
Un’idea buona se supportata da atti coerenti.
Il che, purtroppo, non si è verificato perché realizzata con l’esclusione preventiva ed evidentemente studiata di quelle realtà associative –come l’Associazione Caponnetto, CODICI ecc, non ritenute allineate al PD ed a SEL, o, comunque, ad altra formazione partitica..
Di conseguenza è apparso subito che si trattasse di un provvedimento di natura propagandistica assunto solo in vista delle imminenti elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale del Lazio.
Tutto fumo e niente arrosto, secondo un antico detto.
Si parla tanto di rinnovamento e di cambiamento delle classi dirigenti, ma, a destra come a sinistra ed al centro, non cambia mai niente.
Di parole come “legalità”, “e di “lotta alle mafie” molti si riempiono la bocca, ma nessuno fa effettivamente niente per sconfiggere il cancro che sta divorando il Paese.
Anzi, al contrario, c’é chi della bandiera dell’’”antimafia” ne fa uso a vantaggio personale e politico.
Purtroppo.
E spesso con l’assenso di chi, anziché guardare la luna, guarda il dito che la indica.