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La differenza fra il Comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico e l’Osservatorio comunale contro la criminalità proposto dall’Associazione Caponnetto.Non si tratta di un ….”doppione”,come qualcuno vuol far passare.

Anni fa ci fu una polemica tra l’ex Procuratore Nazionale Antimafia Vigna e l’ex Prefetto di Roma Serra in ordine alla mancata applicazione da parte di alcune Prefetture,tra le quali quella della Capitale,di una circolare ( che pochi ricordano e continuano a non applicare)dell’ex Ministro degli Interni Napolitano -ora Capo dello Stato – con la quale si faceva obbligo ai Prefetti di integrare i Comitati Provinciali per la Sicurezza e l’ordine pubblico con un magistrato della DDA.

Napolitano si sentì in dovere di imporre tale integrazione in quanto il Procuratore della Procura ordinaria,componente di quel Comitato Provinciale, non é a conoscenza dei reati di cui all’art.416bis,cioe’ di quelli che riguardano i reati associativi di natura mafiosa,in quanto per legge essi non sono di sua competenza.

Poche Prefetture hanno rispettato il dettato di quella circolare ministeriale e nessun Ministro degli Interni,succeduto a Napolitano,ne ha riproposto l’applicazione.

Roba vecchia e morta,quindi,anche se una circolare del Ministro é sempre valida, eccetto che non sia stata revocata.

Il che non ci risulta che sia avvenuto.

Dal che é facile dedurre che i Comitati Provinciali per la Sicurezza e l’ordine pubblico,se non integrati con un Magistrato della DDA,per quanto riguarda la lotta alle mafie servono a poco.

Questo é quanto.

E’ insulso,pertanto,il richiamo che sarebbe stato fatto da qualcuno a Latina in ordine ad una presunta inutilità degli Osservatori Comunali contro la criminalità proposti dall’Associazione Caponnetto a tutti i sindaci del Paese,almeno a quelli dei Comuni più grandi.

Qualcuno avrebbe risposto ai rappresentanti del Comune di Formia che starebbe per istituire l’Osservatorio su nostra richiesta : ” Ma esiste già il Comitato Provinciale per la Sicurezza e l’ordine pubblico e,quindi,l’Osservatorio sarebbe un doppione”.

Se tale notizia fosse fondata,si tratterebbe della più grossa palla di tutti i tempi in quanto i compiti dei due organismi ,quello esistente e l’altro da noi proposto ai livelli comunali, del tutto diversi perché non ci risulta che il Comitato Provinciale per la Sicurezza e l’ordine pubblico istituito presso la Prefettura di Latina – e non solo- sia composto anche da un Magistrato della DDA e si sia,pertanto,mai occupato di mafie.

Vorremmo essere smentiti,ma non con le chiacchiere ma con elementi e riferimenti precisi,date,nomi e cognomi.

Con i cosiddetti “risultati”.

Non vorremmo che proprio in conseguenza di tale risposta l’Amministrazione di Formia si sia bloccata e non parli più,dopo tanto clamore iniziale ,dell’Osservatorio contro la criminalità.

Se fosse vero ciò,ci vedremmo costretti a mettere tutte le carte in tavola ed a riprendere con maggiore e più virulento vigore le polemiche sul “modo” come

le istituzioni pontine si sono comportate e si comportano sul versante della lotta alle mafie.

Un modo del tutto deludente al punto che,se non fossero intervenute quasi sempre autorità giudiziarie ed investigative di fuori provincia,oggi- fatta qualche eccezione di cui dobbiamo rendere atto soprattutto al ruolo lodevole svolto dall’ex Capo della Squadra Mobile di Latina Dr.Cristiano Tatarelli,ora non più a Latina perché nominato Dirigente del Commissariato di Scampia in Campania- non potremmo nemmeno vantare quel numero non eccezionale di inchieste che hanno colpito qualche clan o famiglia criminale operanti sul territorio pontino.

Ma c’é un’altra considerazione importante da fare che caratterizza diversità e ruoli dei due organismi.

Il Comitato provinciale per la Sicurezza ed ordine pubblico é un organismo tutto istituzionale e che,pertanto,é soggetto ad una rigidità di norme e comportamenti dettati da organismi dello Stato centrale e ,quindi,privo di possibilità di critiche e di proposte anche migliorative.

Al contrario di quanto,invece,possono e debbono fare gli Osservatori che,non essendo composti da soli rappresentanti delle istituzioni,ma anche da associazioni private,non sono obbligati ad osservare quelle regole di rigidità e possono ,quindi,criticare,proporre,chiedere di migliorare la qualità delle indagini,della dislocazione ed una maggiore efficienza dei presidi di polizia e giudiziari

e quant’altro.

Ve li immaginate voi un Prefetto,un Questore,un Comandante Provinciale che si mettono a criticare l’operato di un Procuratore che non abbia rubricato un’informativa come reato ordinario e non da 416bis e non la abbia ,pertanto,trasmessa alla DDA ? oppure che abbia parcellizzato un’indagine in modo da non consentire una visione unitaria dei reati ,quell’unicum che può portarti all’individuazione di un reato associativo di carattere mafioso? o,ancora,che si mettono a proporre l’istituzione della Stazione Unica Appaltante per controllare la gestione di appalti e la fornitura dei servizi e quant’altro?

L’hanno mai fatto?

Lo potrebbero fare ?

Un Prefetto di vedute larghe e che voglia seriamente impegnarsi a fondo per tutelare,quale massimo responsabile dell’ordine pubblico sul territorio di sua competenza,l’ordine democratico ,la vivibilità civile,la legalità e la sicurezza contro l’assalto delle mafie,dovrebbe stimolare,favorire la nascita degli Osservatori ,quanto meno nelle città più importanti.

O no?