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La Dia lancia l’allarme sulle armi all’Ucraina: potrebbero finire alla mafia

Karim El Sadi 15 Settembre 2023

Focus sulla ‘Ndrangheta: “E’ ipotizzabile che tragga vantaggio dalla situazione bellica e postbellica”

La Direzione Investigativa Antimafia, nella sua seconda relazione semestrale del 2022, ha lanciato l’allarme sul pericolo che le armi concesse da Italia ed Europa all’Ucraina per combattere l’invasione russa finiscano a pericolose organizzazioni mafiose del territorio. “Da tenere in considerazione – si legge – gli effetti del conflitto armato in Ucraina, ancora in corso nel semestre in esame, sul panorama socio-economico nazionale ed il conseguente sfruttamento della singolare situazione da parte della criminalità organizzata”. Tra le varie fonti, la Dia riporta una dichiarazione dell’agenzia Europol che ha posto l’attenzione sulla “questione della diffusione delle armi, così come era successo in passato nei vari teatri di guerra”. In particolare, “l’Agenzia ha avvertito il rischio che la proliferazione di armi da fuoco ed esplosivi in Ucraina potrebbe portare ad un aumento del traffico di armi da fuoco e munizioni nell’UE tramite rotte di contrabbando consolidate o piattaforme online. Questa minaccia potrebbe anche essere maggiore una volta terminato il conflitto”, segnala il rapporto.

Grande attenzione viene riposta sugli appetiti della ‘Ndrangheta nella guerra.

È ipotizzabile che in particolare la ‘Ndrangheta – mafia allo stato più diffusa a livello globale – tragga vantaggio dalla situazione bellica e postbellica. L’attuale contesto, caratterizzato da una profonda crisi sociale e finanziaria causata dalla pandemia prima e dal conflitto russo – ucraino poi, potrebbe indurre la criminalità organizzata ad attuare una strategia di acquisizione di beni ed imprese nei più svariati settori”.

Lo stesso, del resto, continua a ripetere il procuratore capo di Catanzaro, futuro procuratore di Napoli, Nicola Gratteri.

Dopo le guerre ci sono centinaia e centinaia di armi incustodite, non nelle mani degli uomini delle istituzioni, c’è il mercato nero delle armi”, aveva detto il magistrato su La7 sostenendo che una volta finita la guerra l’Ucraina sarebbe diventata il “nuovo outlet delle armi”, riferendosi in particolare alla ‘Ndrangheta.

Anche un recente rapporto dell’Ispettore generale del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (U.S. Department of Defense), scoperto dalla Cnn, ha segnalato che molte delle armi e delle attrezzature che l’anno scorso l’Occidente aveva inviato a Kiev per rendere il fronte ucraino in grado di reggere il confronto bellico con la Russia sono state, in realtà, rubate da trafficanti, criminalità organizzata e mercenari.

Sul punto, secondo la Direzione Investigativa Antimafia “le organizzazioni criminali transnazionali potrebbero aver guadagnato ulteriori opportunità di profitto con l’invasione russa dell’Ucraina, segnatamente per il traffico delle armi, la tratta di esseri umani, le frodi on-line, gli attacchi informatici e l’appropriazione indebita di fondi destinati a sostenere i rifugiati”. 

Nella relazione semestrale degli analisti della Dia si riportano, inoltre, le parole del procuratore Nazionale Antimafia Giovanni Melillo. “…Sono molto preoccupato dall’onda lunga che si sta generando da tre aree destabilizzate vicine all’Italia: il Nord Africa, l’Ucraina e il Medio Oriente. Le mafie e la criminalità organizzata crescono grazie ai conflitti, che riducono il primato delle regole e delle leggi. Temo forti conseguenze dall’insieme di quelle tre crisi…”. Inoltre: “…Il quadro di destabilizzazione che ne risulta è destinato a produrre trasformazioni profonde sul fenomeno della criminalità organizzata”, ha spiegato l’alto magistrato in occasione dell’intervento tenuto per la 5° edizione del “Festival della Pace”.

Secondo il capo della Pna: “Il principale fattore di trasformazione generato dal conflitto in atto non riguarda, come in passato, il contrabbando di armi leggere, di cui c’è grande disponibilità su ogni mercato illegale, ma piuttosto la tecnologia. L’Ucraina è uno straordinario bacino di sperimentazione e credo che le tecnologie messe a punto in quel contesto non cesseranno né di esistere, né di essere utilizzate ed entreranno a far parte del patrimonio di know how della criminalità organizzata, sia di stampo terroristico, che mafioso…”.

La Dia ricorda poi che “il traffico illecito di armi da fuoco è una delle priorità dell’UE nella lotta contro la criminalità grave e organizzata nell’ambito dell’EMPACT 2022-2025” e che l’Agenzia Europol “sta svolgendo una collaborazione con l’Ucraina per ridurre il rischio del traffico di armi durante e dopo la guerra, oltre a sostenere un piano di intervento nella lotta al traffico di esseri umani”.

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fonte:https://www.antimafiaduemila.com/home/terzo-millennio/232-crisi/97243-la-dia-lancia-l-allarme-sulle-armi-all-ucraina-potrebbero-finire-alla-mafia.html