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La DIA in provincia di Latina? Ma fateci il piacere!!! E siate seri!

LA DIA IN PROVINCIA DI LATINA?
MA FATECI IL PIACERE!
Gli autori di proposte strampalate tipo “istituiamo la DDA e la DIA a Latina” mostrano o una profonda ignoranza della materia o la volontà di disinformare la gente e di distrarla rispetto al problema importantissimo che riguarda la “qualità” delle indagini.
Un problema dalle dimensioni di una montagna.
Lo ripetiamo per l’ennesima volta:
la DDA può essere istituita SOLAMENTE nelle sedi giudiziarie che ospitano le Corti di Appello e il Lazio, contrariamente a quanto avviene in Campania, ha inspiegabilmente una SOLA Corte di Appello: quella della Capitale.
La DIA.
Con grandi difficoltà e dopo tante insistenze si è riusciti al istituire un Centro della DIA a Bologna e il capoluogo emiliano non è di certo Latina.
Le difficoltà economiche che assillano il Paese e, di conseguenza, anche gli apparati dello Stato, rendono improponibili le richieste di apertura di nuovi Uffici.
La DIA lavora con un organico monco del 30-40 per cento ed ha corso il rischio, durante il governo Berlusconi, di essere addirittura soppressa.
Essa, peraltro, continua a lavorare lodevolmente, pur in assenza, oltre che del personale necessario, anche di quel minimo di risorse indispensabili per operare efficacemente.
Chi ci capisce qualcosa ed è informato, sa, infatti, che al personale della DIA sono stati ridotte perfino le indennità alle quali avrebbe diritto e gli Uffici operano non avendo nemmeno la carta per le stampanti e la benzina per le autovetture di servizio.
E’, quindi, assolutamente improponibile la richiesta di chi irresponsabilmente ancora insiste con una richiesta che non verrà mai accolta, stanti, appunto, le condizioni appena descritte.
D’altro canto, chiedere l’istituzione di un centro della DIA a Latina, rappresenta, oltretutto, un’offesa ai corpi di polizia esistenti -Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato, Polizia Provinciale ecc- e l’ammissione
pubblica dell’incapacità di questi a far fronte alle incombenze di competenza.
Una vera e propria sconfessione ed un atto di piena sfiducia nei loro confronti.
Giustificato o non giustificato, condivisibile o meno ma, comunque, da fare nelle sedi ufficiali centrali e non pubblicamente, in quelle sedi, cioè, dove si assumono le decisioni e non sulle colonne dei giornali.
Il problema è un altro, se veramente si vuole affrontare il toro per le corna; cosa che, però, noi mettiamo in dubbio perché riteniamo che ci sia la volontà politica di non risolverlo, prendendo, peraltro, per il sedere gli allocchi e gli ignoranti.
Che il livello investigativo e giudiziario pontino sul versante della lotta alle mafie sia assolutamente inadeguato è una realtà innegabile, consolidata, che noi stiamo denunciando da anni, inascoltati da tutti.
C’è stata, in verità, una certa inversione di tendenza da parte della Guardia di Finanza con i comandi dei Colonnelli Kalenda e Reccia, ma non basta.
Bisogna attivare al meglio tutti gli altri Corpi in modo da metterli nelle condizioni di affrontare con efficacia il problema mafie.
Occorre personale specializzato che sappia, ad esempio, fare le indagini patrimoniali.
Le mafie sono IMPRESA, la più grande Impresa del Paese, ed esse non possono essere combattute se non sul piano economico e non più, come si è fatto e si fa, solamente con un’ottica da ordine pubblico, colpendo, peraltro, il loro livello più basso e non quello economico appunto e del loro intreccio con la politica e le istituzioni.
C’è un rapporto strettissimo fra mafia-politica-istituzioni-economia che va stroncato e subito. ma questo possono farlo solamente persone esperte, preparate e che hanno voglia di lavorare.
Punto.
I presidi pontini vanno potenziati con persone che abbiano queste qualità.
Il problema è tutto qua.
Altrimenti è tutta aria fritta, bla bla.
Questa operazione è quasi a costo zero perché si tratta di movimenti tutti interni ai singoli corpi e che non richiedono, pertanto, passaggi ministeriali ed altri impedimenti del genere.
Si tratta solamente di fare le pressioni necessarie sui Comandi Generali e sul Capo della Polizia per indurli a risolvere il problema.
Una decina di persone per ogni corpo, possibilmente provenienti dallo SCO, dal ROS, dal GICO, dallo SCICO, dalle sezioni “co” dei Servizi, per un totale di 30-40 soggetti, basterebbero senz’altro per risolvere tanti problemi.
Con uno stretto coordinamento interforze, un centralino unificato e buoni comandanti!!!