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La criminalità organizzata va combattuta con un lavoro di intelligence e se c’é la volontà

Latina 30 agosto 2008 

 

COMUNICATO STAMPA

 

 

E’ l’art.416 bis del C. P. che attribuisce la competenza delle indagini per i reati di associazione a delinquere di stampo mafiose alle Direzioni Distrettuali Antimafia e non alle Procure della Repubblica locali. 

 

Inoltre, c’è la “legge Mancino “ che regolamenta tutta la materia relativa alla “tracciabilità” dei capitali. 

 

Non c’era, come si vede, alcun bisogno del cosiddetto “pacchetto sicurezza” in materia di metodologie di contrasto della criminalità organizzata. 

 

Il fatto è che molte informative sono state, rroneamente, rimesse alle Procure territoriali e non alla DDA, come prescrive la legge, e molte indagini di natura patrimoniale non sono state fatte da chi, soprattutto la Guardia di Finanza, avrebbe dovuto farle. 

 

Non è, quindi, con le fiaccolate e con gli appelli che si risolve il problema della carenze dei vertici istituzionali locali in materia di sicurezza e di contrasto della criminalità organizzata. 

 

E’, al contrario, necessario mettersi a tavolino per “capire “ la causa di tali “carenze”. 

Bisogna, cioè, capire se si tratta di carenze attribuibili ad un’incapacità investigativa adeguata o, peggio, ad una mancanza di volontà di sviluppare un lavoro di intelligence. 

 

Riempire le caserme ed i commissariati di nuovo personale, come si chiede, non risolve il problema, perché, per un’azione seria di contrasto delle mafie, occorrono pochi investigatori, ma qualificati e capaci di fare intelligence. 

 

Ed a Latina, come a Frosinone, fatta qualche eccezione, di investigatori del genere ce ne sono ben pochi. Ben pochi, peraltro, demotivati a seguito di un continuo bombardamento di dichiarazioni pubbliche di Procuratori locali e di Prefetti (non è il caso di Latina, grazie a Dio, ma che riguarda, invece, Frosinone) e comandanti vari, i quali sostengono che… la mafia non è radicata sul nostro territorio. 

 

Stiamo valutando, perciò, in queste settimane se sia possibile organizzare, di concerto con… chi ci sta, qualche azione forte – un sit-in o altro – sotto i Palazzi della Capitale finalizzata ad ottenere un cambiamento di rotta con la sostituzione di taluni vertici nelle due province. 

 

 

 

IL SEGRETARIO REGIONALE

Dr. Elvio di Cesare