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La criminalità organizzata sta tentando di mettere le mani anche nel settore sociale nell’Alto Lazio? Forze dell’ordine e magistratura verifichino la fondatezza o meno delle voci che circolano al riguardo

L’incendio dei furgoni utilizzati per il trasporto di persone disabili, avvenuto fuori l’Ospedale San Paolo, rafforza, se verrà confermata la sua origine dolosa, la veridicità delle voci che circolano circa un tentativo della criminalità organizzata di insediarsi anche nel settore sociale.
E’ da svariato tempo, infatti, che giungono voci di intimidazioni e forzature, nemmeno tanto velate, nei confronti di altri soggetti operanti nel medesimo settore, in sede di affidamento di appalti sociali sul comprensorio.
E d’altronde non è la prima volta che questo accade, e sono datate di anni le prime denunce di interesse delle organizzazioni criminali alla gestione di fondi e settori legati a tale comparto.
E quindi opportuno che le Forze dell’Ordine e la Magistratura non si fermino alla prima apparenza, pensando che il colpevole sia un qualsiasi incendiario, piuttosto che qualcuno che vuole recriminare qualcosa. Dietro questo incendio c’è qualcosa di più.
Invitiamo le istituzioni, con particolare riferimento ai Comuni di Civitavecchia, Tolfa, Tarquinia, e Santa Marinella (che certo non citiamo a caso essendo proprio questi i territori da cui ci giungono le segnalazioni) ad alzare il livello di guardia, ad andare oltre il semplice certificato antimafia (che per le modalità di rilascio non è una garanzia assoluta) richiedendo le necessarie informazioni prefettizie antimafia su qualsivoglia società assuma incarichi per conto dell’Amministrazione e/o si aggiudichi qualche appalto, anche quando questi siano sotto le soglie di quanto richiede la normativa vigente.
Riteniamo infine che non sia rimandabile la costituzione negli anzidetti Comuni di un Osservatorio antimafia realmente efficace, di cui sarà nostra cura, nei prossimi giorni, reinviare il progetto.

Civitavecchia.18.11.2014
Associazione Caponnetto