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La condanna di David Mills

Lo scudo bucato
Depositate le motivazioni della condanna per corruzione dell’avvocato inglese David Mills. Ha agito, scrivono i giudici del Tribunale di Milano, “da falso testimone”, “per consentire a Silvio Berlusconi e al gruppo Fininvest l’impunità dalle accuse, o almeno, il mantenimento degli ingenti profitti realizzati”. La posizione del premier era stata stralciata in virtù del lodo Alfano, ma le sue responsabilità emergono ugualmente. Adesso promette di venire a riferire in Parlamento. L’opposizione attacca compatta. Franceschini: “Si faccia giudicare”

Il lodo Alfano è servito, ma fino a un certo punto. La corruzione è questione di almeno due persone, e non basta lo scudo a una per occultare il tutto. La polvere, ovvero le magagne berlusconiane, si affacciano da sotto il tappeto. Il tribunale di Milano ha depositato le motivazioni della sentenza – 400 pagine – con cui David Mills è stato condannato – il 17 febbraio scorso – a 4 anni e 6 mesi per corruzione in atti giudiziari in quanto avrebbe agito, scrivono i giudici del Decima sezione penale del Tribunale di Milano, “da falso testimone”, “per consentire a Silvio Berlusconi e al gruppo Fininvest l’impunità dalle accuse, o almeno, il mantenimento degli ingenti profitti realizzati”. L’avvocato inglese era accusato di aver preso 600.000 dollari per fornire false dichiarazioni o reticenti in due processi, celebratisi sempre a Milano: All Iberian e quello sulla corruzione della Guardia di Finanza. La posizione del premier Silvio Berlusconi, coimputato di David Mills, era stata stralciata – e il relativo dibattimento sospeso – in quanto i giudici del Tribunale di Milano avevano trasmesso gli atti del processo alla Consulta affinché quest’ultima potesse verificare la corrispondenza alla Costituzione del Lodo Alfano.

“Riferirò in Parlamento”: così il premier Silvio Berlusconi, a margine dell’inaugurazione del Policlinico di San Donato di Milano, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulle motivazioni della sentenza di condanna dell’avvocato inglese. Nello spiegare il “movente sotteso alle condotte di Mills”, i giudici della Decima sezione penale spiegano che “egli ha certamente agito da falso testimone, da un lato, per consentire a Silvio Berlusconi e al gruppo Fininvest l’impunità dalle accuse o, almeno, il mantenimento degli ingenti profitti realizzati attraverso il compimento delle operazioni societarie e finanziarie illecite compiute fino a quella data; dall’altro, ha contemporaneamente perseguito il proprio ingente vantaggio economico”. I giudici hanno poi rilevato “l’oggettiva gravità della condotta” di Mills, “di assoluta rilevanza nei procedimenti in cui è stata posta in essere, anche in ragione della qualità e del numero dei reati ivi giudicati; va poi considerato – scrivono – il ruolo istituzionale di alcuni dei soggetti imputati nei procedimenti penali in cui David Mills rendeva falsa testimonianza”.

Per quanto concerne il Lodo Alfano, il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante non ha ancora fissato la date dell’udienza della Consulta per verificare la legittimità della legge che sospende i processi per le prime quattro cariche dello Stato. È presumibile che la Corte deciderà non prima di settembre. Dall’opposizione, il leader del Pd Dario Franceschini commenta: “Berlusconi venga in Parlamento, ma venga a dire: ‘Io rinuncio ai privilegi del lodo Alfano e mi sottopongo a un giudizio come tutti i normali cittadini”.

In una nota, il leader dell’Italia dei valori Antonio Di Pietro commenta: “La sentenza Mills di fatto contiene l’accertamento della colpevolezza di Silvio Berlusconi. Il premier arrivati a questo punto ha davanti a sé solo due possibilità. La prima è quella di rinunciare oggi, subito, all’impunità del Lodo Alfano e presentarsi davanti al giudice a spiegare le sue ragioni se ne è capace. L’altra via – afferma – è dimettersi subito perché se il premier non ha il coraggio di farsi giudicare legittimerà nella coscienza degli italiani la convinzione della propria colpevolezza”. “In ogni caso – sottolinea Di Pietro – Berlusconi non cerchi anche stavolta la scorciatoia del Parlamento per ribaltare la sentenza del giudice. Non è presentandosi in Parlamento, per ottenere l’applauso scontato della sua maggioranza, che egli potrà ributtare in politica un fatto personale. Infatti, questa volta non gli riuscirà di far credere che trattasi di guerra fra opposte fazioni politiche, in quanto trattasi di un volgarissimo e squallido episodio di corruzione giudiziaria di un testimone. In queste condizioni – conclude – un presidente del Consiglio non ha più la dignità per governare il Paese”. Per il leader dell’Udc Pierferdinando Casini “è un gesto di responsabilità istituzionale importante che il presidente del Consiglio abbia annunciato l’intenzione di riferire in Parlamento a proposito della sentenza Mills. Abbiamo criticato il premier – aggiunge – ogni volta che ha mostrato noncuranza verso il Parlamento ma è importante che in questo caso abbia fatto un’eccezione alla regola”.

Critiche anche dalla sinistra cosiddetta “extraparlamentare”. Dice Claudio Fava, coordinatore nazionale di Sinistra democratica: “”Hanno mentito tutti: l’avvocato Mills, Silvio Berlusconi, la Fininvest. Ma uno solo non sarà mai chiamato a rispondere delle sue menzogne: Berlusconi. Grazie al lodo Alfano”. Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista: “Berlusconi si deve dimettere da presidente del Consiglio perché è davvero indegno che possa rappresentare il nostro Paese come massima carica dell’esecutivo un politico che corrompe i giudici per il proprio tornaconto personale. Berlusconi si dimetta – ha insistito Ferrero – rinunciando quindi allo scudo del lodo Alfano che garantisce l’immunità dai processi per le più alte cariche dello Stato, e si faccia processare da un tribunale come un normale cittadino, dimostrando in tribunale la propria innocenza”.

Dalla maggioranza e dal governo arriva la solidarietà al presidente Berlusconi: “Esprimo tutta la mia solidarietà al presidente del Consiglio e il pieno convincimento della sua totale estraneità”: così il ministro della Difesa e coordinatore del Popolo della Libertà, Ignazio La Russa commenta la vicenda sul quotidiano on line Affaritaliani.it: “A prescindere dal merito – aggiunge -, che non risponde per niente all’opinione che mi sono fatto, devo dire che dopo aver aspettato tre mesi per depositare le motivazioni (dato che non è stato possibile farlo un mese fa), forse era possibile farlo tra un altro mese ancora, se non si voleva essere oggetto di polemiche e dell’inevitabile accusa di giustizia a orologeria”. Per il portavoce del Pdl Daniele Capezzone, “nel merito, la vicenda Mills è stata chiarita e smontata più volte dai legali del premier. Ma quel che è più grave è l’aspetto politico: se qualcuno, nell’opposizione, pensa ancora di poter usare l’arma giudiziaria per colpire un governo liberamente scelto dai cittadini, commette un errore, e fa anche un calcolo elettorale sbagliato. Gli italiani non ci cascano più”.

Atteso il discorso in Parlamento di Berlusconi. Ma sarà, c’è da scommetterci, la consueta teoria del complotto, contrapposta al panegirico sul consenso.

(Tratto da www.aprileonline.info)