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La complessità del caso Fondi. Il problema non è solo quello di sciogliere o non sciogliere, ma dei guasti che bisognerà riparare dopo

IL “PROBLEMA FONDI” E’ COMPLESSO E VA VISTO SOTTO VARIE SFACCETTATURE. LE DIFFICOLTA‘ SERIE CI SARANNO “DOPO” LO SCIOGLIMENTO, SE SCIOGLIMENTO CI SARA’!

Il “problema Fondi” non è di facile soluzione.

Intanto esso non va circoscritto al solo territorio della città direttamente coinvolta dalle inchieste della DDA.

Ci sono soggetti, come più volte abbiamo rilevato, che sono presenti, al contempo, anche in altre città vicine.

C’è, inoltre, da considerare il fatto che la soluzione non si potrà trovare-e non si troverà- sciogliendo il nodo “ sciogliamo, non sciogliamo”.

Il caso è più complesso ed articolato.

Ammesso che il governo decida per lo scioglimento, -il che è dubbio visto come si sono messe le cose, – c’è qualche ingenuo che ritiene che i problemi siano tutti risolti?

L’altra sera, durante una trasmissione televisiva, alcuni cittadini fondani, intervistati da un cronista, alla domanda se esistesse o non esistesse a Fondi la mafia, hanno risposto negativamente.

La sensazione di chi sa e vuole “leggere “ la realtà è che, o per paura o per assuefazione o per opportunismo o quant’altro, si sia fatta spazio una subcultura della… convivenza con la mafia, subcultura che difficilmente potrà essere eliminata. (quella di cui parlava il Ministro leghista Lunardi).

Quando noi gridiamo e critichiamo i comportamenti dell’Italia dei Valori che ha ritenuto di impostare la sua battaglia contro le mafie a Fondi con iniziative pirotecniche del suo Segretario regionale, lo facciamo perché rileviamo che questa formazione politica mostra di avere una visione delle cose di corto respiro.

L’isolarsi, il combattere da soli, rifiutando l’unità con tutte quelle altre forze partitiche e, soprattutto, associative, che da anni conducono, ignorate da tutti, la battaglia che ora tanti sostengono di combattere per Fondi, significa non tenere conto degli aspetti di natura politica sì, ma soprattutto sociale, economica, culturale.

Dopo l’eventuale scioglimento dell’Amministrazione, qual’è la classe politica alternativa a quella uscente?

C’è qualcuno che si illude che nel giro di 6-12 mesi di gestione commissariale del Comune se ne possa creare una nuova?

E, poi, qual è il modo per sconfiggere quella subcultura mafiogena che negli anni, per non dire nei decenni, si è creata, per mille motivi, ampi spazi nel tessuto sociale, culturale, economico, politico del territorio tanto da far dire a quel cittadino intervistato in tv che… non c’è mafia?

Come si vede, il problema non è solo quello dello “sciogliere” o “non sciogliere”.

C’è, invece, bisogno di un’ampia strategia di risanamento –stavamo per dire bonifica – dei guasti creati da un sistema che si è consolidato e che ingloba molti, moltissimi.

Una strategia che va messa a punto a tavolino, con il concorso di tutti coloro che veramente vogliono un cambiamento radicale, associazioni in primis.

Noi non ce l’abbiamo né con l’IDV né con il PD in quanto tali.

Al PD abbiamo detto tutto quello che dovevamo dire sul piano delle sue responsabilità. Abbiamo, però, dovuto dare atto al suo Segretario del circolo fondano Bruno Fiore di aver condotto una battaglia, spesso in piena solitudine rispetto soprattutto ai suoi dirigenti provinciali e regionali, con grande coraggio ed onestà intellettuale. Le responsabilità del PD sono ad altri livelli.

All’IDV diciamo con altrettanto chiarezza che con i fuochi pirotecnici, le spaccature, le sceneggiate, i problemi non si risolvono. Anzi, si aggravano.

Allora, mettiamoci tutti seduti a tavolino, ognuno nel rispetto delle prerogative e delle diversità dell’altro, uniti a studiare la strategia da adottare per il “ dopo” lo scioglimento, se questo governo si deciderà a sciogliere.

Ci saranno tanti… guasti da riparare! E che guasti!!!