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La Commissione antimafia a Milano: la luce sulle infiltrazioni è sempre accesa

La Stampa, Giovedì 19 Gennaio 2017

 

La Commissione antimafia a Milano: la luce sulle infiltrazioni è sempre accesa
La Lombardia è la quarta regione italiana per presenza mafiosa. Corsico è caso emblematico

 

di ILARIA LIBERATORE

 

«La Lombardia è la quarta regione italiana per numero di infiltrazioni mafiose, dopo Sicilia, Calabria e Campania e in alcune zone il numero delle locali della ‘ndrangheta è pari a quello di certe province della Calabria». E’ la presidentessa della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, a parlare della situazione mafiosa in Lombardia, in occasione della conferenza stampa in prefettura a Milano, dove oggi si sono svolte le audizioni dell’organismo bicamerale. «Continuiamo a tenere la luce accesa su Milano e Lombardia», e resta «permanentemente aperta» anche l’attenzione su Expo. Per quanto riguarda la vicenda di Fiera Milano, Bindi si è limitata a commentare che «aspettiamo l’incontro con la Procura».

 

È la quarta visita milanese svolta dalla Commissione durante questa Legislatura, dettata dall’esigenza di monitorare una regione in cui la criminalità è molto radicata, che «inchieste sia giudiziarie sia giornalistiche continuano a descrivere come tra le più critiche del Paese, dove si manifesta il volto più moderno delle mafie, in particolare della ‘ndrangheta», ma dove è anche vero, sempre come ricordato da Bindi, che non mancano «segnali positivi, dovuti al fatto che le mafie ci sono, ma vengono scoperte e assicurate alla giustizia».

 

Il caso di Corsico è emblematico della situazione della regione: in occasione della sagra dello stocco di Mammola, patrocinata dal Comune e organizzata da Vincenzo Musitano, genero del boss Giuseppe Perre, il sindaco Filippo Errante ha manifestato «complicità o inconsapevolezza – ha commentato Bindi -. L’inconsapevolezza però va dimostrata e, in questo caso, le prove non sono ancora sufficienti». «Il sindaco di Corsico deve dimostrare di voler cancellare ogni dubbio su questa vicenda – ha aggiunto il senatore Franco Mirabelli – Ma può farlo in un modo solo: individuando i responsabili politici, cioè gli assessori che hanno svolto le funzioni che hanno determinato la presenza di una famiglia notissima di ‘ndranghetisti corsichesi, e rimuoverli dal loro incarico».

 

Ma non è solo Corsico a preoccupare la Commissione parlamentare antimafia. Mirabelli ha ricordato il caso del comune di Cisliano (MI), in cui «il vicesindaco Claudio Spadoni, è stato intercettato mentre avvertiva affiliati al clan Valle del fatto che alcune loro vetture erano sotto osservazione. Nel dubbio è sbagliato mantenere una figura di questo tipo in giunta. Tanto più se ci sono persone che, chiedono trasparenza, vengono intimidite con minacce e querele». E Bindi ha menzionato i comuni di Tribiano e Melegnano (MI), dove sono state segnalate «situazioni che denotano la capacità di ‘ndrangheta e mafie straniere di controllare il territorio e condizionare l’amministrazione».

 

In mattinata la Commissione ha visitato il carcere di Opera, nell’ambito di un’inchiesta sul 41bis, «sull’applicazione di questo regime carcerario particolarmente rigoroso», ha spiegato Bindi. Domani l’organismo parteciperà all’inaugurazione del primo dottorato di ricerca sulle mafie, presso l’Università Statale di Milano, che coinvolgerà anche altri atenei italiani.