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La Capitale nelle mani delle mafie e c’è chi si ostina a negarlo. Un nostro appello ai giovani e a tutti i cittadini romani onesti

Un corpo sociale vivo e partecipe dovrebbe insorgere di fronte ad affermazioni quali quelle del Prefetto di Roma, che dopo i recenti fatti di sangue avvenuti nella Capitale, ha dichiarato: ”La situazione della criminalità a Roma non desta alcuna preoccupazione, resta tuttavia ferma la preoccupazione per l’efferatezza del delitto avvenuto in pieno giorno nella zona di Prati”.

Dichiarazioni irresponsabili che fanno il paio con quelle altrettanto gravi del Sindaco della Capitale che ha detto: ”l’unico rischio è l’esposizione di Roma a possibili infiltrazioni della criminalità organizzata in operazioni finanziarie”.

“Possibili infiltrazioni”, dice il Sindaco, quando Roma è immersa fino al collo nelle mafie che sono diventate ormai proprietarie di interi quartieri!

Ci risiamo.

Sembrano i tempi dell’ex Prefetto Serra, il quale sosteneva qualche decina di anni fa che… a Roma non ci sono mafie, quando ormai anche i bambini sanno che la Capitale è invasa dalle mafie.

Quello che stupisce –e perciò noi siamo critici nei confronti di tutta la classe dirigente politica del Lazio, di destra, di centro e di sinistra- è il fatto che non una sola voce si è levata per condannare questo Prefetto che da tempo va ripetendo queste cose e che, appena si è insediato, ha detto che… Roma è la città più sicura d’Italia.

Classe dirigente politica che non ha sentito nemmeno il dovere morale di fiancheggiare e dare la solidarietà al Procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso che, riferendosi al delitto di Prati, ha subito detto: ”Quando si compie un delitto del genere è evidente che c’è una criminalità di alto livello, anche se non possiamo fare ipotesi senza elementi concreti. Il giovane rimasto ucciso era figlio di un uomo coinvolto nell’operazione Colosseo contro la banda romana della Magliana”:

E, poi, lo stesso Procuratore Grasso ha aggiunto: ” A Roma c’è una realtà con cui confrontarsi e cioè la possibilità per le mafie di trovare mercati facili”.

E’ stata, quella di Grasso, l’unica voce che si è levata per dissentire da quanto dichiarato sia da Pecoraro che da Alemanno.

Ci saremmo aspettati da parte dei partiti di opposizione all’attuale governo almeno una interrogazione parlamentare, se non dichiarazioni, mozioni di condanna in Parlamento, nei consigli comunale, provinciale e regionale, manifesti in tutta la città, una manifestazione pubblica di protesta.

Niente di niente.

Vergognatevi.

Il problema “mafie” è politico ed istituzionale.

Quando noi diciamo che è lodevole andare in giro a parlare di Falcone e Borsellino e di cultura delle legalità, ma che, in una situazione in cui gran parte della politica e delle istituzioni, o per ignoranza, o per incapacità, o pienamente consapevoli, sono oggettivamente colluse con le mafie che ormai stanno nei partiti e nelle istituzioni-, è assolutamente inefficace, non vogliamo offendere nessuno.

Né vogliamo metterci in cattedra.

Vogliamo semplicemente ed umilmente offrire un nostro contributo di verità sulla base delle nostre conoscenze, conoscenze che ci derivano dal nostro modo di fare antimafia, un modo di fare che parte dalle ricerche che facciamo quotidianamente negli archivi delle Camere di Commercio ecc. ecc.

Scriviamo queste note appena dopo aver spedito una richiesta ufficiale alla Procura della Repubblica di Perugia per chiederle di verificare i motivi per i quali la Procura di Latina ha ritenuto di non procedere a carico dei responsabili per l’eventuale reato di “voto di scambio” nell’ambito dell’inchiesta “Formia Connection” pur in presenza dei testi delle intercettazioni telefoniche fatte dalla Polizia di Stato di Formia che documentano la richiesta di voti, da parte di noti esponenti politici ed istituzionali pontini, a soggetti appartenenti ad altrettanto nota famiglia camorristica.

Allora di cosa vogliamo parlare!!!?

Mentre noi ci attardiamo a fare chiacchiere, le mafie diventano padrone perfino di casa nostra.

Non parliamo delle classi dirigenti politiche!!! E di quelle burocratiche!!!

Ormai a fare la lotta alle mafie sono rimaste solamente la Magistratura e le forze dell’ordine, anche se anche in questi ambienti c’è qualcuno, come si è verificato ad un recente convegno promosso a Cassino dalla Questura di Frosinone e dall’Università di Cassino, che dice che… ”non bisogna vedere ombre dove non ci sono”.

Posizioni e comportamenti individuali, però, perché i corpi sono ancora sani, grazie a Dio!

Il nostro compito, se vogliamo fare antimafia seria e non solo retorica, è quello di aiutarle in questa guerra.

Perché di guerra vera e propria si tratta e non di altro.

Questo noi stiamo dicendo da anni e questo noi diciamo ai tanti giovani che ci scrivono e che ci chiedono cosa si deve fare per combattere le mafie.

Noi lo facciamo cominciando a fare le “visure camerali” dei soggetti che sospettiamo in odor di mafia. Partiamo di là per risalire grado a grado alla loro identità vera.

Abbiamo cominciato a discutere sulla necessità di dotarci, anche se dobbiamo ricorrere a forme di autofinanziamento individuali, di mezzi informatici per migliorare le nostre prestazioni.

Abbiamo in animo, infatti, di dotarci di un date base che ci consenta di archiviare tutte le informazioni sui singoli che riusciamo ad acquisire in modo da poterle incrociare con i dati in possesso di altri volenterosi che vogliano seriamente combattere in difesa dello Stato di diritto e della democrazia.

A tutela di tutte le persone oneste di questa nostra disgraziata Regione-il Lazio-ed anche degli interessi dei nostri figli e dei nostri nipoti.

Ai giovani ed a tutte le persone oneste diciamo: venite con noi ed impegniamoci tutti insieme a diventare sentinelle ognuno sul proprio territorio.

Narrazioni, commemorazioni e quant’altro non servono a fronteggiare una situazione che sta portando il Paese ed i nostri comuni dritti dritti al baratro.

Non c’è più tempo da perdere.