Il Manifesto, Giovedì 3 Settembre 2015
Bell’Italia e brutti affari
L’inchiesta. La connection delle ditte che vincono gli appalti per i Beni culturali. Dagli scavi di Pompei a Villa Adriana a Tivoli, un’indagine della Dda di Napoli accende un faro sulle imprese più «fortunate»
di Adriana Pollice
Beni culturali e appalti, un binomio sempre più stretto. In prima fila nel settore c’è la Lande srl di Napoli, attiva negli scavi di Pompei e a Villa Adriana a Tivoli, finita però il 20 luglio nel secondo filone dell’inchiesta Medea della Dda partenopea. L’indagine riguarda politici, appalti e imprese legate al clan dei Casalesi, fazione Zagaria. Secondo i pm, la società si sarebbe aggiudicata i lavori a Palazzo Teti Maffuccini grazie a funzionari collusi, a cominciare dal sindaco di Santa Maria Capua Vetere.
La srl nasce nel 2009 come evoluzione della Giardini e Paesaggi sas, il proprietario è lo stesso, Marco Cascella. Da una piccola realtà che si occupa di verde, oggi è una società con sedi a Napoli, Novara e Tivoli. Guai con la giustizia Lande li aveva già avuti nel 2011 per i lavori nell’oasi Ferrarelle di Riardo: violazione delle norme sulla sicurezza, reati ambientali, autorizzazioni mancanti, distruzione e deturpamento di bellezze naturali le accuse della procura.
La società lavora anche al terzo valico Tav, a Libarna, tra Liguria e Piemonte. A febbraio 2014, racconta il comitato No Tav, operai della ditta partenopea avrebbero minacciato un attivista: «Al mio paese chi butta giù le reti gli viene tagliata la gola, fanno un buco e lo infilano sotto terra» gli avrebbero detto. Nel 2010 in un’interrogazione al senato dell’Idv circa gli appalti post terremoto a L’Aquila, viene fuori un’informativa dei carabinieri in cui si scoprono i rapporti d’affari (per il G8) tra Giardini e paesaggi e il consorzio Stabile Novus: amministratore Mario Buffardi, «regista occulto è Antonio Di Nardo al quale fanno capo la Soa e la Promocert. Di Nardo ha avuto rapporti di affari con Carmine Diana, legato a Francesco Bidognetti del clan dei Casalesi».
Con questo curriculum la srl vince diversi appalti a Villa Adriana a Tivoli, il cui sindaco è Giuseppe Proietti: amministratore delegato dell’Ales, società in house del Mibact, è stato soprintendente alle Antichità di Roma e soprintendente alle Antichità di Pompei, nonché direttore generale alle Antichità d’Italia e segretario generale del ministero dei beni culturali. Proietti ha lavorato a lungo a Villa Adriana dove è di casa anche la ditta partenopea. Ad esempio nel 2013 la srl si è aggiudicata un appalto per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle aree verdi, messa in sicurezza del percorso di visita, arredo urbano e opere accessorie per un importo di 559.879,69 euro iva esclusa grazie a un ribasso del 18,39%. La società ha vinto ancora un bando pubblicato a dicembre 2013 e aggiudicato a marzo 2015 per «lavori di conservazione e restauro del complesso architettonico delle cosiddette Piccole Terme e degli Hospitalia» di villa Adriana. Base d’asta 1.554.353,62 euro iva esclusa: 14 le ditte partecipanti, ogni progetto valutato in cinque punti, sono bastati tre giorni, 12 ore in tutto, per decretare il vincitore. Lande srl (che ha presentato un ribasso del 26,26%) risulta aver avuto il punteggio più alto in tutto: un record. Del resto il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa lascia margini di discrezionalità alla commissione.
Tutti i funzionari del Mibact coinvolti nell’appalto, a cavallo o dopo l’aggiudicazione, risultano aver fatto carriera. La responsabile unica del procedimento, Elena Calandra, a marzo è stata messa a capo della soprintendenza archeologica dell’Umbria. La presidente della commissione, Daniela Porro, lo stesso mese è passata a dirigere il segretariato regionale del Lazio del Mibact. A dicembre l’architetto Federica Galloni, dalla direzione regionale del Lazio (trasformata dalla riforma Franceschini in segretariato), aveva già fatto il salto alla direzione generale dedicata all’Arte contemporanea. La nomina, voluta dallo stesso Franceschini, ha provocato scontento, persino un appello e un’interrogazione al senato dei 5Stelle: la carica era già stata assegnata a Francesco Prosperetti, avvisato via telefono e poi, sempre via telefono, scaricato dal ministero. Galloni, secondo le cronache vicina al centrodestra, era finita già nell’occhio del ciclone per aver autorizzato (da sovrintendente ai beni architettonici di Roma) la costruzione di un ascensore al Vittoriano e per aver indebolito il vincolo sul Velodromo capitolino, minato e demolito con tanto di diffusione di polveri di amianto all’Eur.
Lande srl ha avuto successo anche a Pompei, dove ad aprile (ancora con il metodo dell’offerta economicamente più vantaggiosa) si è aggiudicata l’appalto per le Regiones I, II, III: «valorizzazione, decoro e messa in sicurezza dei punti di accesso alle domus, sostituzione dei cancelli, delle transenne e degli allestimenti didattici». La sua è stata l’unica offerta per un bando da 707.137,71 euro iva esclusa, aggiudicato con un ribasso del 24,9%. Il generale Nistri era stato mandato a sorvegliare il Grande Progetto Pompei per impedire che si infiltrassero le imprese vicine ai clan, invece è stato il parlamentare 5S Luigi Gallo a sollevare ad agosto il caso Lande: «Se vogliamo rilanciare beni culturali e turismo dobbiamo combattere corruzione e cricche che in questi anni hanno ingoiato soldi pubblici, lucrando sulla cultura a discapito dei servizi per i cittadini».
Appalti e Beni culturali, binomio d’oro dagli anni 90. All’epoca Angelo Balducci (protagonista nella cricca dei grandi appalti) era commissario straordinario al teatro Petruzzelli di Bari e i costi della ricostruzione passarono da 23 a 50 milioni. Subcommissario Salvo Nastasi, diventato poi potente dirigente del Mibact, responsabile del settore Spettacolo dal vivo. Nastasi è stato commissario al Maggio Fiorentino, all’Arena di Verona e al teatro San Carlo di Napoli, dove i lavori di restauro sono andati alla Cobar spa (che si era già occupata del Petruzzelli) in stretti rapporti con Diego Anemone, altro protagonista della cricca degli affari. Ad agosto Matteo Renzi ha promosso Nastasi vicesegretario generale portandolo a palazzo Chigi. È lui l’uomo individuato dal premier come commissario a Bagnoli, per la riconversione dell’ex area industriale partenopea.