Cerca

LA CAMORRA FA PERDERE INVESTIMENTI DA MILIARDI DI EURO.

.LA CAMORRA FA PERDERE INVESTIMENTI DA MILIARDI DI EURO | Roma online.QUELLO CHE LA MAGGIORANZA DEGLI ITALIANI  NON VUOLE CAPIRE: DOVE C’E’ MAFIA NESSUN INVESTITORE SERIO VA  A INVESTIRE I SUOI CAPITALI   .LA BATTAGLIA CONTRO LE MAFIE  DOVREBBE VEDERE IMPEGNATI TUTTI I CITTADINI ONESTI DEL  PAESE ED,INVECE,VENIAMO LASCIATI SOLI,DISARMATI, A COMBATTERE CONTRO UN NEMICO SEMPRE PIU’ POTENTE…………

LA CAMORRA FA PERDERE INVESTIMENTI DA MILIARDI DI EURO

Mezzogiorno eliminato dall’agenda Renzi. Da noi la giustizia non funziona e lo Stato non investe piu’. Il Nord piagnone succhia tutte le risorse. E al danno la beffa della camorra. La criminalita’ organizzata costa quasi un punto di Pil, circa 16 miliardi di euro, in termini di investimenti esteri persi. A spiegarlo è stato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in audizione presso la Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie. Visco ha sottolineato che “considerando il grado di penetrazione criminale nel territorio, è stato stimato che, a parità di altre condizioni, se le istituzioni italiane fossero state qualitativamente simili a quelle dell’area dell’euro, tra il 2006 e il 2012 i flussi di investimento esteri in Italia sarebbero risultati superiori del 15 per cento (quasi 16 miliardi di euro) agli investimenti diretti effettivamente attratti nel periodo”.

“L’economica criminale vale il 10% del Pil”. E si tratta, ovviamente, soltanto dell’effetto “scoraggiamento” sugli investitori stranieri. In termini di sottrazione delle risorse, i numeri sono ancora più alti. In Italia l’economia illegale, ha spiegato Visco, nel quadriennio 2005-2008: “L’economia illegale potrebbe pesare per oltre il 10% del pil”, ha spiegato sottolineando che queste stime si basano sulla quantità di moneta in circolazione.

Ci sono poi, ha aggiunto Visco, le stime diffuse dall’istat a settembre sull’economia illegale, “intesa come commercio di sostanze stupefacenti, costituzione e contrabbando di alcol e tabacchi lavorati: nel 2011 il suo peso sarebbe stato complessivamente pari allo 0,9% del pil, valore simile a quello della spagna e lievemente superiore a quello del regno unito (0,7%)”.