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La camorra a Formia alza il tiro mentre le istituzioni latitano. Situazione sempre più allarmante.

“LA CAMORRA NON PERDONA”, LA SCRITTA INQUIETANTE SUL MURO DI UN BAR A PENITRO DI FORMIA
Di norma la camorra non avverte, procede e basta.
Ma a Formia abbiamo la sensazione che siano saltati regole ed equilibri e, quindi, è probabile che i canoni tradizionali non valgano più.
Infatti, saltata la pax fra i clan, assistiamo oggi a delle vere e proprie zuffe, per ora senza armi da fuoco fortunatamente, in pieno giorno ed in pieno centro.
Certi di un’impunità durata decenni e nel silenzio di una classe politica ottusa se non in parte connivente.
E Formia in questo ha una sua specificità in piccola parte già accertata ma mai perseguita ed in gran parte ancora da indagare e da perseguire.
Diciamoci la verità fuori dai denti.
Saremmo quasi per dire cinicamente che Formia se lo merita.
Sono decenni che lo stiamo gridando, con convegni, documenti, riunioni, assemblee, manifesti, relazioni.
L’Associazione Caponnetto ha fatto un lavoro certosino di indagine che è durato anni ed ha accertato una situazione delicatissima.
Si sa tutto e si debbono solo stringere le maglie.
Lo si sarebbe dovuto fare già molto tempo fa e forse a quest’ora
molti problemi sarebbero stati risolti.
Ma tant’è, in provincia di Latina succede questo ed altro.
Tutto procede a rilento, molti distolgono lo sguardo dalla
realtà, altri addirittura la negano, mentre altri ancora solidarizzano
e fanno affari con i mafiosi.
C’è una classe politica di inetti sulla quale non ci si può contare
per niente; una struttura investigativa e giudiziaria con carenze
vistose; un tessuto economico ormai inquinato in parte per non
dire del tutto; un tessuto sociale e culturale omertoso e
impregnato di cultura mafiogena.
La provincia ideale per tutti i clan e le ‘ndrine di questo mondo.
L’Associazione Caponnetto ha indicato da anni le soluzioni da
adottare.
Intanto i Comandi Generali ed il Capo della Polizia debbono
cominciare a mandare in provincia di Latina gente esperta e
capace.
Nessuno venga fuori con i soliti discorsi da imbecilli sulla
prevenzione ed altre amenità del genere perché in provincia di
Latina la situazione è così compromessa che solo con la
repressione si può tentare ormai di fare qualcosa.
Servono Comandanti all’altezza della situazione, Comandanti che
fatta qualche rara eccezione – Rotondi, Kalenda e qualche altronon
ci sono mai stati.
Comandanti che sanno che cosa significa lotta alle mafie, che
sanno come si fa, attaccando i patrimoni e le collusioni con la
politica e parti delle istituzioni e che non guardino in faccia a
chicchessia.
Comandanti supportati nelle loro sedi provinciali da nuclei
consistenti di ROS, SCO e GICO.
Bisogna prosciugare con determinazione lo stagno nel quale si
abbeverano le mafie; lo stagno costituito proprio da alcuni
politici ed uomini delle istituzioni che vanno tutti, uno per
uno, individuati e perseguiti.
Con un lavoro di intelligence che in provincia di Latina è sempre
mancato.
Le indicazioni le abbiamo fornite e ripetute per l’ennesima volta
nell’ultimo Documento mandato a tutti i Sindaci e pubblicato sul
sito e sulla pagina ufficiali dell’Associazione Caponnetto.
Per Formia nello specifico occorre subito procedere alla
trasformazione del locale Commissariato della Polizia di Stato in
Distretto di Polizia, con a capo un 1° Dirigente e con una Sezione
distaccata della Squadra Mobile di Latina.
Il Sindaco, da parte sua, costituisca subito l’Osservatorio
Comunale sulla criminalità, composto, però, com e abbiamo
suggerito noi dell’Associazione Caponnetto, ad evitare che non serva a niente.
Due provvedimenti da adottare subito e senza ascoltare altre chiacchiere di gente incompetente.
ASSOCIAZIONE CAPONNETTO