Un dispositivo di “vigilanza” per Bruno Fiore, il portavoce del comitato permanente per la lotta alle mafie, e una candidatura d’eccezione per le elezioni comunali di Fondi. Tirare troppo la corda sulla vicenda dello scioglimento, poi negato, del consiglio comunale ha fatto della città un caso nazionale e così è pronto a scendere in campo addirittura Luciano Violante. L’ex presidente della Camera, in passato al vertice della commissione parlamentare antimafia, magistrato, ha dato la sua disponibilità. E’ una battaglia certamente difficile, nel voto di marzo prossimo il Pdl locale conta di “sbancare” e riaffermare il principio che bastano i voti per dire che non ci sono infiltrazioni mafiose. Ma l’attesa di oltre un anno per decidere sulla proposta di scioglimento avanzata dal prefetto Bruno Frattasi e fatta propria dal ministro Roberto Maroni, che poi se l’è pressoché rimangiata, ha fatto di Fondi un “caso” nella lotta alla criminalità organizzata. A maggior ragione per il grave precedente creato dal governo che non ha sciolto il consiglio comunale perché nel frattempo si erano dimessi il sindaco e la maggioranza degli eletti. Per questo ha deciso di dare la propria disponibilità Luciano Violante, sapendo che non sarà una battaglia facile e che rischia di prendere una percentuale non straordinaria a cospetto, molto probabilmente, di Claudio Fazzone o in alternativa di Salvatore De Meo, braccio destro del senatore di Fondi. La scelta di candidarsi alle primarie in provincia di Latina come capolista di Bersani, il voto che domenica esprimerà proprio nel capoluogo pontino, la presenza in più occasioni a Fondi confermano che tra i nomi importanti – per quanto si tratti di una corsa “simbolica” – c’è in prima linea quello di Luciano Violante.
Per quanto riguarda l’attentato a Bruno Fiore la riunione tecnica di coordinamento delle forze di polizia che si è svolta in Prefettura ha deciso di assegnare all’esponente politico un «dispositivo di vigilanza», una sorta di “scorta” anche se non sarà seguito 24 ore su 24. Il portavoce del comitato è stato vittima lunedì notte di un’azione intimidatoria, le sue due auto sono state cosparse di benzina e solo per caso non è stato poi appiccato il fuoco. Dal punto di vista delle indagini gli uomini della polizia sembrano avere pochi dubbi sulla matrice del gesto, riconducibile al suo impegno politico. Si sta verificando se in zona ci sia qualche telecamera che possa aver fissato il passaggio dei banditi, messi in fuga dall’imprevista uscita in cortile di una vicina di casa di Fiore.
GIOVANNI DEL GIACCIO
(Tratto da Il Messaggero)