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l maxi processo Rinascita si divide in cinque tronconi

l maxi processo Rinascita si divide in cinque tronconi

Tre i Tribunali competenti: Vibo Valentia, Catanzaro e Cosenza. Tutte le date dei dibattimenti. Gli imputati per gli omicidi e per il sequestro con richiesta di riscatto da 3,2 milioni di euro saranno giudicati nel capoluogo

di Alessia Truzzolillo

CATANZARO Si divide in cinque tronconi il maxi-processo “Rinascita-Scott” istruito dalla Dda di Catanzaro contro le cosche di Vibo Valentia e i loro sodali tra i quali compaiono imprenditori, colletti bianchi, esponenti delle forze dell’ordine. Tre sono i Tribunali che saranno competenti a giudicare gli imputati rinviati a giudizio: Vibo Valentia (che giudicherà gli imputati sui quali grava l’associazione mafiosa), Catanzaro (che giudicherà gli abbreviati e il reato di omicidio) e Cosenza (che giudicherà gli imputati ai quali vengono contestati reati senza aggravante mafiosa avvenuti sul territorio bruzio).
Il 13 gennaio prossimo avrà inizio il processo per oltre 300 imputati nella nuova aula bunker di Lamezia Terme davanti al collegio dei giudici di Vibo Valentia. Gli imputati dovranno rispondere, a vario titolo, di oltre 400 capi di imputazione, tra i quali associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, detenzione illegale di armi ed esplosivo, ricettazione, traffico di influenze illecite, rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio, abuso d’ufficio aggravato, traffico di droga.
Il 27 gennaio, sempre nell’aula bunker di Lamezia Terme, davanti al gup di Catanzaro si terrà l’abbreviato per gli imputati che hanno chiesto il rito alternativo (al momento sono 89 ma dopo l’udienza stralcio del 16 dicembre il numero potrebbe arrivare a 91).
Il 15 aprile 2021 parte a Cosenza il processo a carico degli ex consiglieri regionale Nicola Adamo e Pietro Giamborino, di Giuseppe Capizzi, amministratore unico del Consorzio stabile Progettisti Costruttori, e Filippo Valia, nipote di Giamborino. Sono accusati di traffico di influenze illecite perché, in concorso tra di loro, avrebbero cercato di influenzare illecitamente il corso di una causa davanti al Tar avente ad oggetto l’aggiudicazione di alcuni lavori di messa in sicurezza nel vibonese. Giamborino, attivato dall’imprenditore e dal nipote, avrebbe, infine, interpellato Nicola Adamo affinché intercedesse con un giudice del Tar. In cambio ad Adamo (che accettava) sarebbero stati promessi 50mila euro.
Il 10 febbraio 2021 avrà inizio il processo davanti alla Corte d’Assise di Catanzaro a carico di Giuseppe Antonio Accorinti, Saverio Razionale, Vincenzo Barba, Filippo Catania, Paolino Lo Bianco, Andrea Mantella, Antonio Ierullo, Francesco Carnovale, Alessandro Iannarelli, Salvatore Valenzise, Pantaleo Maurizio Garisto, Valerio Navarra e Antonio Vacatello. Sono accusati, a vario titolo, di omicidio, occultamento di cadavere, sequestro di persona, illeciti in materia di armi.
In particolare, Giuseppe Accorinti e Saverio Razionale sono accusati del duplice omicidio di Roberto Soriano e Antonio Lo Giudice, ordinato da Saverio Razione che accusava Soriano di avere tentato di ucciderlo su mandato di Giuseppe Mancuso detto ‘Mbrogghia. Precedentemente ‘Mbrogghia aveva chiesto a Razionale di aiutarlo per uccidere Giuseppe Accorinti. Ma Razionale avrebbe rifiutato e anzi avrebbe avvertito Accorinti del piano ai suoi danni.
Vincenzo Barba, Filippo Catania, Paolino Lo Bianco e Andrea Mantella (oggi collaboratore di giustizia) sono accusati della tragica morte di Filippo Gancitano. Un omicidio avvenuto all’interno dello stesso gruppo dei Lo Bianco i cui vertici avevano scoperto che Gancitano era omosessuale. Di organizzare il delitto era stato incaricato Andrea Mantella mentre a eseguire l’esecuzione fu Francesco Scrugli (assassinato a sua volta il 21 marzo del 2012). Andrea Mantella e il fratello Nazzareno sono accusati di avere occultato il cadavere di Gancitano avvolgendolo in sacchi per il mangime degli animali e seppellendolo in un luogo sul quale successivamente veniva costruita una strada.
Antonio Ierullo e Domenico Bonavolta sono accusati dell’omicidio del duplice omicidio di Alfredo Cracolici detto “Alfredo Palermo” (a capo dell’omonima cosca di Mairato) e Giovanni Furlano. I due sono caduti sotto le raffiche di un fucile mitragliatore kalashnikov e di un fucile calibro 12, davanti all’abitazione della fidanzata di Cracolici. Nel delitto sono state coinvolte altre persone allo stato ignote.
Francesco Carnovale, Alessandro Iannarelli, Saverio Razionale e Salvatore Valenzise sono accusati di sequestro di persona ai danni di Pio Daniele Mizzau. Per rilasciarlo gli avevano chiesto la restituzione della somma di 3.200.000 euro provento di un’operazione di riciclaggio. Un piano che non riuscirà per una serie di concause (compresa una serie di controlli da parte delle forze dell’ordine) che convinsero il gruppo a desistere.
Antonio Vacatello è accusato della tentata estorsione ai danni di un uomo nato a Vibo ma residente a Imbersago. La vittima – dalla quale Vacatello pretendeva la restituzione della somma di 6000 euro – è stata oggetto anche di sequestro di persona da parte di Maurizio Pantaleo Garisto, Valerio Navarra, Antonio Vacatello (in concorso con Luciano Macrì e Saverio Sacchinelli che hanno optato per l’abbreviato). L’uomo è stato prelevato a Cernusco sul Naviglio e portato in una casa a Seregno dove, immobilizzato a una sedia è stato più volte percosso. Infine è stato costretto a tornare in Calabria con i suoi sequestratori che lo hanno portato in casa dei suoi genitori vessandolo per la restituzione della somma da parte dei genitori. Intento non riuscito perché la vittima non disponeva di tutto il denaro.
Il primo aprile 2021 c’è il processo con rito ordinario davanti al Tribunale collegiale di Catanzaro Giuseppe Calabretta, Rocco Delfino, alias “U Rizzu”; Salvatore Delfino; Roberto Forgione; Ilenia Tripolino e Giorgio Naselli, colonnello dei carabinieri. Per loro è caduta l’aggravante mafiosa. (a.truzzolillo@corrierecal.it)

10 dicembre 2020

fonte:https://www.corrieredellacalabria.it/