Juve, i Carabinieri: “Clan interessati ai biglietti, società vittima di estorsioni”
Juve, i Carabinieri: “Clan interessati ai biglietti, società vittima di estorsioni”
Emerge un rapporto dell’Arma inviato alla Procura di Torino nel 2014 sull’inchiesta Alto Piemonte che sfiora i bianconeri: “Una precisa strategia criminale per intimidire la società”
Giovedì 09 marzo 2017
“Una ben precisa strategia criminale” per “intimidire le società sportive e, nel caso in esame, la Juventus”. Era questo il sospetto maturato dai carabinieri del nucleo operativo di Torino e contenuto in una informativa inviata alla Procura della Repubblica di Torino nel settembre del 2014: gli investigatori, dopo avere segnalato “l’interessamento di individui legati alla criminalità organizzata” verso il “sistema stadio”, non parlarono di connivenze tra dirigenti e malavitosi, ma di una possibile “estorsione ai danni della Juventus Fc”. L’informativa è tra tra gli atti dell’inchiesta Alto Piemonte, dove si parla di contatti fra il figlio di un presunto boss della ‘ndrangheta e i vertici della società bianconera.
il rapporto — I carabinieri ritenevano di avere scoperto un meccanismo finalizzato a “estorcere biglietti e ulteriori benefit che per i capi ultras rappresentano una impareggiabile occasione di profitto, che può ulteriormente moltiplicarsi attraverso il reinvestimento di quei proventi in vere e proprie attività criminali”. “Il mondo delle tifoserie organizzate – scrivono i carabinieri – nonostante il succedersi negli anni di innumerevoli iniziative per la creazione di un ambiente sano, presenta in realtà numerosi lati oscuri in cui spesso convergono interessi economici palesemente illeciti”.
la storia — Due giorni fa, la Commissione Parlamentare Antimafia ha ascoltato il procuratore della Figc Giuseppe Pecoraro e prossimamente ospiterà anche i rappresentanti della Juve ed anche il presidente Andrea Agnelli. La storia nasce dall’inchiesta “Alto Piemonte” della Procura di Torino (udienza preliminare fissata il 23 marzo a Torino), che indaga sulle infiltrazioni dell’ndrangheta nel Torinese. Una parte di questa inchiesta sfiora anche la Juventus, perché dalle indagini è emerso l’interesse della cosca Bellocco Pesce di Rosarno, citata dal procuratore federale Pecoraro nell’audizione in Commissione, sul business del bagarinaggio dei biglietti allo Juventus Stadium a Torino. Nessun dirigente della Juventus è indagato da parte della Procura di Torino.
fonte:http://www.gazzetta.it/
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