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“Jurassic Park” Mafia & tangenti al Pirellone

Il Fatto Quotidiano, 8 MAGGIO 2019

Jurassic Park” Mafia & tangenti al Pirellone

I pm scoprono un infinito risiko di malapolitica dal Comune di Milano alla Regione: in manette 43 persone, tra cui esponenti di FI e boss della ’ndrangheta

DAVIDE MILOSA

A ffari, politica corrotta, mafia. Benvenuti nel sistema Lombardia. Dal comune di Milano alla Regione fino all’ufficio del governatore Attilio Fontana, e oltre nella ricca provincia di Varese, dove tutto si ottiene pagando politici, partiti, pubblici funzionari. E dove, come ai tempi di Mani Pulite, le imprese fanno cartello per spartirsi i bandi di gara. La bufera per ora devasta Forza Italia. Sono 43 le persone destinatarie di misure cautelari firmate ieri dal giudice su richiesta della Dda. Ma gli indagati sono 95. Due le associazioni criminali individuate. Entrambe collegate. Infinito il risiko delle corruzioni. Travolta la municipalizzata milanese dei rifiuti. In carcere il consigliere comunale Pietro Tatarella e l’ex coordinatore provinciale di Fi Gioacchino Caianiello. Domiciliari per il consigliere regionale Fabio Altitonante. Attorno gli interessi della ’ndrangheta e dei Molluso, mafia di Platì.

Come il film di Spielberg Il ras vorace di Varese

Un vero sistema. Anzi “un sistema feudale” con “il pagamento della decima in favore del dominus che non ha neppure l’onere di andarla a raccogliere, in quanto i suoi vassalli si premurano di consegnargliela direttamente nel luogo da cui esercita il suo potere direttivo”. Passaggio riferito al modo di operare di Gioacchino Caianiello, ras della politica a Varese, soprannominato “Jurassic Par k” per la sua voracità nell’intascare soldi. Per lui anche l’accusa di istigazione alla corruzione nei confronti di Fontana. Scrive ancora il giudice: “Le vicende corruttive di finanziamento illecito e di turbative di gara evidenziano un quadro di grave allarme sociale: le funzioni dei pubblici ufficiali sono insanabilmente asservite agli interessi privati del sodalizio”. Affari e mazzette, in buona parte pianificate nel noto ristorante milanese “Da Berti”, ribattezzato la “mensa dei poveri”. Ad accendere la miccia è Daniele D’Alfonso, giovane ed effervescente imprenditore milanese: “Ho seminato talmente tanto, io a tutti ho dato da mangiare (…) A Milano è una questione di rapporti”. Nel suo libro-paga politici e pubblici funzionari. Per non dire dei contatti diretti con la ’ndrangheta che gli varranno l’aggravante mafiosa. Su tutti Giosefatto Molluso, già condannato nell’indagine “Infini – to”, che di sé dice: “È innegabile che io sono un capo mafia di Buccinasco”. Scrive il giudice: “D’Alfonso è un Giano bifronte: appare come il rampante imprenditore locale che, in una sorta di rinata Milano da bere, è convinto che solo pagando, ungendo, procurando pranzi, cene, serate nei night club, viaggi aerei, carte di credito, auto, riuscirà a piazzarsi sul mercato”. Lui organizza eventi di “l o bb y i n g” nei locali frequentati dai boss come il “Noir” di Lissone. “Cazzo ho mezza Forza Italia, tutti numeri uno”

Minchia ma questo preleva come un toro”

C’è l’imprenditore e c’è il politico. Tatarella e la “sua rete”. Dice di sé: “Io su tutti i contatti legati all’is t i t uz i onale sono molte forte”. Conoscenze da mettere a disposizione in cambio di soldi e utilità. Tatarella, secondo la Procura, incassa fino a 5 mila euro al mese da D’A l f o ns o . Ma avrà a disposizione anche auto, voli transoceanici per la moglie e carte di credito prepagate. Tanto che lo stesso D’Alfonso esclama: “Minchia ma questo preleva come un toro!”. L’i m p r e n d itore ci passa sopra perché Tatarella “è colui che” deve “avvicinare l’i mp re ndi to re agli ambienti politici locali, operando come una sorta di pierre”. Sarà grazie al rapporto con Tatarella che l’i mprenditore finanzierà occultamente la campagna elettorale di Altitonante (20 mila euro). Soldi anticipati per conto di un altro imprenditore e contropartita incassata. “Sono operativo?”, dirà D’Alfonso ad Altitonante, il quale, secondo i pm, gli procura un incontro con un manager nel settore delle infrastrutture. E sempre Altitonante si adopera sui funzionari del Comune di Milano per sbloccare la partita urbanistica di una villa. Al consigliere regionale i soldi arrivano tramite Tatarella che li conta in diretta: “Ci nque quattro e novanta, così glieli do a quel baccalà”. Altinonate poi eletto diventerà sottosegretario in Regione con al delega per le aree Expo. Tanto che Tatarella dirà: “La dove c’era l’Expo stiamo cercando di entrarci pure noi”.

Donazione” a Fratelli d’Italia di La Russa

D’Alfonso soldi ne ha per tutti. Anche per finanziare l’elezione in Parlamento del forzista Diego Sozzani che gli chiede: “L’eventuale tuo aiuto quanto potrebbe essere ?”. Saranno 10 mila euro per l’allora consigliere regionale del Piemonte. Denaro (altri 10 mila euro) arriva anche a Fratelli d’Italia. Il tramite è D’Alfonso, il pagatore è l’imprenditore Andrea Grossi. Dice D’Alfonso: “Mi ha chiesto di fargli una donazione per il partito di La Russa”. In tasca il giovane manager si mette alcuni dirigenti di Amsa. Su tutti il direttore operativo Mauro De Cillis . E poi c’è Caianello, detto “Jurassic Park”. Ne parla lo stesso Sozzani: “Spielberg l’ha girato lì il film (…) Si vedeva la zanna che usciva”. E Caianiello così si descrive: “Se nessuno tradisce (…) abbiamo in mano la provincia (…) io non mi muovo, io faccio il sole e la terra che gira attorno”.