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”IO IL CAPPELLO NON ME LO LEVO! Giustizia sì, ma l’inchino NO”. La lettera di un carabiniere

Sono un Carabiniere e lavoro a Napoli da quattordici anni. Non ho mai e, ribadisco mai, assistito ad una forma di rispetto da parte di questa gente, quando è caduto uno dei miei colleghi per mano della malavita…
Sono un Carabiniere, mi chiamo Antonio e vivo in provincia di Caserta. Da quattordici anni lavoro a Napoli, 24 ore su 24 su un’auto che oramai vivo come la mia seconda casa. Se mi è concesso, il gesto di togliersi il cappello davanti a quelle persone che manifestavano per il giovane 17enne ucciso (di cui sono affranto e sgomento per la sua giovane vita spezzata) non l’ho apprezzato! Signor Colonnello non serve togliersi il cappello di fronte a tante persone che con “la forza” vogliono dimostrare “la loro verità”. Prima di toglierci il cappello attendo fiducioso gli esiti delle indagini disposte dalla magistratura. Oggi se lo scrivente, Appuntato scelto dell’Arma in servizio a Napoli dal mese di giugno del 2000, era presente in piazza insieme al Capitano… il cappello non se lo sarebbe tolto! Insubordinazione? Mancato rispetto di un ordine? Voglio passare un guaio si, ma perché l’ho deciso io e, non, perché pregiudicati che non hanno nulla da perdere vanno a testimoniare per il loro “spirito di corporativismo!” Signor Colonnello, quanti colleghi sono caduti per mano della malavita organizzata a Napoli? Tanti, troppi! Ha mai visto qualcuno tra questi personaggi, perlopiù noti e stranoti ai nostri schedari, fare un inchino o mostrare una forma di rispetto? IO IL CAPPELLO NON ME LO LEVO!!!

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