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Intervento del nostro segretario regionale al convegno su Pio La Torre organizzato a scauri dal PD il 5 luglio

INTERVENTO DEL NOSTRO SEGRETARIO REGIONALE

DURANTE UNA MANIFESTAZIONE A SCAURI DEL PARTITO DEMOCRATICO

IN MEMORIA DI PIO LA TORRE

 

 

E´ stata un´iniziativa lodevole, quella assunta dal Partito Democratico di Scauri, per ricordare la figura di Pio La Torre, e, quindi, per parlare della presenza mafiosa nel Lazio e, in particolare, nel sud pontino. 

 

Una presenza che una moltitudine di collusi (alcuni li chiamano “negazionisti”, noi, invece, COLLUSI CON LA MAFIA) continuano sfacciatamente a negare, come avvenne in Sicilia fino all´assassinio di La Torre, Dalla Chiesa e, poi, via via, di tutti gli altri. 

 

Un´iniziativa lodevole- dicevamo- perché di mafie si preferisce non parlare, nemmeno a sinistra, su un territorio-quello laziale e, in particolare, quello del sud del Lazio comprendente le province di Latina e di Frosinone – che pur è infestato da decenni da mafiosi, inseriti, ormai, nell´economia, nella politica, nelle istituzioni. 

 

Perché è stato importante parlare di Pio La Torre? Perché la Torre, con l´approvazione dell´art.416 bis che ha introdotto il reato di ” associazione a delinquere di stampo mafioso “, da lui proposto, è stato il padre della legislazione antimafia. 

 

Per questo la mafia lo ha ucciso. 

 

In un dibattito svoltosi in piazza a Scauri sulla figura di Pio La Torre e sul suo impegno politico e sociale, sono intervenuti, fra gli altri, Orfeo Notaristefano-autore del saggio “Cocaina Connection”-, Giuseppe Bascietto, coautore, con Claudio Camarca, del libro “Pio La Torre, una storia italiana” ed Elvio Di Cesare, segretario regionale della nostra Associazione. 

 

Un esame della situazione, quello fatto da noi, a 360 gradi, senza peli sulla lingua, com´è costume di tutti coloro che, impegnati quotidianamente sul campo nell´azione di contrasto della mafie, non si limitano a fare analisi politiche e sociologiche. Anche se è comunque importante che si parli di mafie, in un contesto in cui non si vuole nemmeno parlarne!

 

Le carenze, le anomalie, le omissioni da parte di taluni vertici istituzionali locali (Procure della Repubblica, vertici delle forze dell´ordine e, in particolare, della Guardia di Finanza) sono state tutte messe a nudo, specialmente per quanto riguarda la provincia di Latina, dove proprio in queste ultime settimane divampa la polemica suscitata dalla presentazione di un´interrogazione da parte di 17 senatori contro l´attuale Procuratore Capo della Repubblica per la vicenda che riguarda l´Holiday Village di Fondi, una struttura turistica prima sequestrata dal PM Miliano, poi dissequestrata dalla stessa Procura dopo la ” visita” di un parlamentare negli uffici giudiziari, alla quale si era interessato, peraltro, anche il Cap. Fedele Conti, già comndante della Compagnia dsella Guardia di Finanza di Fondi, suicidatosi poi per motivi ancora ignoti. 

 

 Si fanno pochissime indagini sui patrimoni di origine illecita; l´art.416 resta per lo più inapplicato per carenza di un´azione investigativa adeguata e per mancanza di un raccordo sistematico fra locale Procura della Repubblica e DDA; gli investigatori destinati dai loro comandi provinciali esclusivamente all´azione di contrasto della mafie si contano sulle dita di una mano; non c´è speditezza nell´inoltro all´A. G. di talune informative (quanto tempo queste sostano sulle scrivanie prima di essere rimesse al pm?). 

 

Una situazione voluta? come l´ostinazione nel negare il fenomeno mafioso sul nostro territorio? E´ quanto si è chiesto ed ha chiesto ai presenti il nostro segretario regionale.