Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00353
Atto n. 4-00353
Pubblicato il 11 luglio 2018, nella seduta n. 20
LANNUTTI– Ai Ministri della giustizia e dell’interno. –
Premesso che, per quanto risulta all’interrogante:
la Procura di Isernia, composta da 4 magistrati, è diretta dal dottor Paolo Albano, con 3 sostituti procuratori, tra cui la dottoressa Andricciola, nativa di Venafro ed ivi residente;
la nomina del procuratore Albano suscitò eco sulla stampa in quanto il suo “sponsor” venne individuato in Pasquale Lombardi, giudice tributario accostato alla loggia massonica denominata P3. Si legge un articolo de “la Repubblica” del 18 luglio 2010 che Lombardi affermava: «Sì, contattavo i consiglieri del Csm per spingere le nomine di giudici amici»;
nel distretto di competenza di Isernia l’operato della Procura non sarebbe immune da critiche per comportamenti non lineari nell’esercizio dell’azione penale dei suoi componenti, oggetto di esposti contro alcuni dei magistrati sia al CSM, al Ministero della giustizia che alla Procura di Bari, competente a vagliare l’operato dei pubblici ministeri di Isernia, per alcune vicende che riguardano i procedimenti penali (operazione “Larus”, scandalo Auditorium, processo “Ittierre”, presunte diffamazioni);
su “Larus” il dottor Paolo Albano, procuratore capo, e il pubblico ministero Federico Scioli, ora trasferito a L’Aquila con cambio di funzioni da requirente a giudicante, sono stati oggetto di esposti penali e segnalazioni alla Procura di Bari, al Ministro ed al CSM per comportamenti finalizzati ad affossare l’inchiesta, omettendo indagini sui rapporti tra imprenditori molisani e la “borghesia camorristica” campana che gestisce il traffico illecito dei rifiuti, in particolare sul versante di Isernia;
la Procura di Isernia ha chiuso l’inchiesta Larus con soli 7 indagati su 52, e contestando solo un “bando truccato” del Comune di Isernia, riguardante i trasporti pubblici, “centralizzando” l’attenzione su un semplice dipendente del Comune, di fatto gerarchicamente subordinato al potere comunale, mentre sarebbero state insabbiate indagini sullo stesso ente per reati di voto di scambio, corruzione, tangenti, reati di cui all’art. 416 del codice penale ed altro, inerenti ad anomalie su proroghe del servizio rifiuti solidi urbani e assegnazione della gestione del depuratore;
per la Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, “l’isola felice” del Molise resterebbe tale salvo i “rischi” di infiltrazione, su cui sarebbe “alta” l’attenzione delle istituzioni e delle procure locali;
nel Molise non esiste una borghesia camorristica autoctona, ma è anche vero che questa regione presenta tutti i crismi per essere una sorta di “Svizzera” di queste camorre, dove, lungi dallo scatenare sconvenienti sparatorie, si entra col riciclaggio di denaro, col traffico illecito dei rifiuti, con gli appalti di un certo livello, magari avendo basisti locali tra politici ed imprenditori;
da quanto si apprende da un articolo dell’agenzia “Agi” del 28 aprile 2017, nella conferenza stampa tenuta dall’on. Bindi, presidente pro tempore della Commissione antimafia, non sono emersi gli “inquietanti dubbi” circa la sorte della mega inchiesta Larus: mettendo insieme le notizie giornalistiche sinora emerse, pare che siano stati accertati dalla DDA e dai ROS di Campobasso rapporti tra importanti imprenditori e politici molisani con la borghesia camorristica, in particolare nella provincia di Isernia, per un complesso di 52 indagati;
considerato che, a giudizio dell’interrogante:
servirebbe un approfondito esame delle denunzie presentate da associazioni e organizzazioni sindacali e partitiche, poiché la Procura di Isernia sembra estromettere, contrariamente a quanto stabilito dall’art. 408, comma 2, del codice di procedura penale, i cittadini e le associazioni nelle vicende giudiziarie di rilievo sociale;
per effettuare riscontri, basterebbe esaminare i vari esposti presentati da alcuni anni dall’associazione antimafia “A. Caponnetto” sezione del Molise, sindacato CSA, comitato “contro le Camorre”, PCL Molise, in particolare su vicende ambientali, delle quali a distanza di anni nulla si è più saputo, da parte della Procura, nonostante la richiesta avanzata ai sensi dell’art. 408, comma 2, del codice di procedura penale, e dell’ufficio del giudice per le indagini preliminari di Isernia, che aveva l’obbligo di rilevare eventuali inadempienze in fase di richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero;
la condotta del pubblico ministero Andricciola di non avvisare le parti denunzianti, tra cui il comitato “no Lotto Zero”, l’associazione “Caponnetto”, ilmeetup5 Stelle di Isernia, ai sensi dell’art. 408, comma 2, è perseguita anche nel procedimento penale n. 479/2016, mod. 21, Gip 1476/2016 R.G, riguardo all’esposto sulla realizzazione del “Lotto Zero”, un’opera viaria il cui discutibile progetto, peraltro promosso dal Comune di Isernia, è lievitato da un costo iniziale di oltre 258.000 euro a quasi 4 milioni di euro, mentre il costo dell’opera da 18 milioni di euro a oltre 170 milioni di euro;
sul sitointernet”il Molise che Resiste” è apparso un articolo che fa chiaramente riferimento all’operato del pubblico ministero Andricciola, della sua incompatibilità ambientale, e dei suoi comportamenti nell’ambito della sua attività di magistrato;
visto che, per quanto risulta all’interrogante:
in prossimità delle elezioni regionali del Molise del 2013 la lista “Rialzati Molise” facente capo a Nicandro Cotugno, cognato di Aldo Patriciello, presso il cui gruppo imprenditoriale lavora il marito della dottoressa Andricciola, avrebbe utilizzato a scopo elettorale dati riservati di persone e recapiti telefonici che per motivi sanitari si erano rivolti alla struttura sanitaria “Neuromed” e quindi coperti dallaprivacyper richiedere voti, violazione che sarebbe stata denunziata alla Guardia di finanza di Isernia (procedimento penale n. 364/13), e in merito alla quale la Procura non avrebbe svolto nessuna indagine, richiedendo l’archiviazione;
identica situazione di violazione dellaprivacysi sarebbe ripetuta anche in prossimità delle elezioni al Parlamento europeo del 2014, che videro in campo Aldo Patriciello, solo che questa volta il tutto sarebbe stato registrato e denunziato dal signor Nicola Frenza dell’Osservatorio molisano sulla legalità ma l’inchiesta sarebbe stata archiviata dal giudice per le indagini preliminari;
le indagini affidate alla Digos rivelano che, nel periodo elettorale, dalla Neuromed sarebbero partite decine di migliaia di telefonate;
alcune associazioni nel Molise conducono la propria battaglia contro quella che viene definita la giustizia borghese locale, la sua repressione per via giudiziaria, sostenuta in particolare da parte di alcuni pubblici ministeri della Procura di Isernia, come reso noto da un articolo de “la Repubblica” del 1° marzo 2018, che aggiunge ulteriori rivelazioni sugli intrecci tra potere economico e politico locale con il potere giudiziario locale, in linea con quanto sostenuto da associazioni e partiti nelle predette azioni di lotta sociale e di difesa legale;
si legge infatti che il marito dell’attuale pubblico ministero di Isernia Andricciola sarebbe titolare di ruoli importanti nella gestione legata al potente gruppo imprenditoriale-politico dei Patriciello che sorreggerebbe da un lato Forza Italia Molise alle elezioni politiche, e dall’altro la passata maggioranza del PD di Paolo Frattura attraverso la presidenza del Consiglio regionale. Così come, sul versante di Campobasso, si rivelerebbe il legame tra il gruppo economico-politico e la Procura di Larino;
sulla “cognatocrazia” che governerebbe e condizionerebbe il Molise, ilfocusdi Repubblica scrive: «Patriciello, si avvale a Strasburgo della collaborazione di un giovane che risponde al nome di Giuseppe La Rana, figlio del sostituto procuratore di Campobasso Antonio La Rana, titolare di una indagine su una struttura sanitaria molisana nella quale erano coinvolti proprio Patriciello e il cognato Pietracupa. Vicenda conclusa in appello con l’assoluzione di entrambi, come richiesto dai difensori, nonché dallo stesso procuratore La Rana»;
resta da evidenziare quanto successo intorno al processo in corso sul caso sulla bancarotta dell’azienda tessile Ittierre che vede imputati i vertici societari, uncracche si aggirerebbe sui 1.200 milioni di euro e costato il lavoro a migliaia di lavoratori;
il CSM, il 5 maggio 2018, con decisione a giudizio dell’interrogante molto opinabile, ha trasferito, contro il parere del presidente del Tribunale di Isernia, due magistrati del collegio giudicante in un processo che, tra alti e bassi, era arrivato alle fasi conclusive, decisione che favorirà l’estinzione del processo per prescrizione,
si chiede sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quando descritto;
se conoscano i motivi per cui l’inchiesta Larus sarebbe finita alla Procura di Isernia e non alla superiore competenza antimafia di Campobasso oppure a Roma, e se risponda al vero che DDA e ROS di Campobasso avrebbero accertato rapporti tra imprenditori molisani e la “borghesia camorristica” campana;
se risulti a conoscenza dei Ministri che un dipendente del Comune di Isernia, nel rivendicare la sua innocenza, ha indicato responsabilità dei pubblici ministeri di Isernia Albano e Scioli, nonché il GIP di Isernia Quaranta, presso la Procura di Bari e il CSM, deducendo di essere stato usato come “capo espiatorio” nell’inchiesta Larus, proprio per “coprire” imprenditori importanti molisani e politici locali eccellenti nell’inchiesta Larus;
se siano noti i criteri con cui sono state condotte le indagini in provincia di Isernia, in merito alle rivelazioni del pentito Schiavone sui punti dove venivano sversati i rifiuti da parte di capitalisti anche del Nord, avvelenando il territorio, e se in particolare la “piana di Venafro” sia tra le più inquinate, calpestando il diritto alla salute dei tanti per il profitto di pochi, mentre le autorità sembrano assenti, sia nella misurazione della qualità dell’aria che nell’attivazione del registro dei tumori;
se il Ministro della giustizia, nell’ambito dei suoi poteri, intenda disporre un’urgente ispezione presso la Procura ed il Tribunale di Isernia per approfondimenti tecnici riguardo ai fascicoli processuali richiamati, onde evidenziare se sussistano delle anomalie tecniche circa le inchieste segnalate;
se intenda attivare le verifiche di competenza anche in relazione alla posizione personale del pubblico ministero dottoressa Andricciola, per quella che all’interrogante appare come una chiara incompatibilità ambientale della stessa, in relazione al fatto che, essendo oriunda di Venafro, ha il proprio consorte che lavora per un’azienda del potente gruppo privato dei Patriciello, che risulta avere anche forti interessi nella sanità privata essendo proprietario dell’istituto Neuromed di Pozzilli (Isernia);
se intenda attivare gli accertamenti di competenza anche sulla vicenda giudiziaria legata all’insolvenza della Ittierre.