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Interrogazione a risposta scritta presentata da NUTI Riccardo (M5S) sulla Cle.Pr.In. s.r.l. di Sessa Aurunca

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14133

presentato da

NUTI Riccardo

testo di

Lunedì 12 settembre 2016, seduta n. 670

  NUTI e D’UVA. — Al Ministro dell’interno . — Per sapere – premesso che:
il 23 luglio 2015 un’azienda chimica nel casertano, la Cle.Pr.In. s.r.l. di Sessa Aurunca, molto conosciuta per il suo impegno sociale nel promuovere lo sviluppo della comunità locale e parte del ben noto consorzio «Nuova Cooperazione Organizzata», fu distrutta da un’incendio di comprovata origine dolosa;
tale incendio è stato con ogni probabilità commissariato da parte della Camorra: infatti, i due proprietari dell’azienda, Franco Beneduce e Antonio Pisacascia, sono stati più volte autori di denuncia del racket e di minacce ricevute da parte del clan di camorra Esposito (detto dei Muzzoni, che opera nella zona al confine tra Caserta e Latina);
i primi fatti risalgono al 2007 quando i due soci ricevettero una prima richiesta di assunzione nell’azienda del fratello del boss latitante, Gaetano Di Lorenzo, alla presenza di un funzionario comunale, e, in seguito, ricevettero un vero e proprio tentativo di estorsione. Da questa denuncia sono scaturiti diversi arresti tramutatisi poi in condanne. Da quel momento l’azienda ha subito un continuo susseguirsi di atti intimidatori che ne hanno gravemente danneggiato l’attività;
il culmine di questi episodi è avvenuto nel luglio del 2015, quando, come sopra accennato, è stato appiccato un gravissimo incendio all’interno dell’azienda che l’ha parzialmente distrutta, mentre i due soci stavano partecipando ad una manifestazione contro la mafia presso il bene confiscato nella frazione di Maiano, affidato alla cooperativa «Al di là dei sogni» e dedicato alla vittima innocente di Mafia Alberto Varone, con il quale collaboravano attivamente nel campo del sociale;
forse non casualmente, circa un anno dopo, il 6 luglio 2016, quattro ettari di alberi appartenenti al sopracitato bene confiscato «Alberto Varone» sono stati distrutti da un incendio anch’esso di comprovata origine dolosa;
ciò che inquieta oltremodo gli interroganti, è il fatto che ad oggi, ad oltre un anno di distanza dai preoccupanti fatti del luglio 2015, non si ha ancora alcuna notizia riguardante le indagini sugli autori dell’incendio ai danni dell’azienda Cle.Pr.In. s.r.l., mentre, con riguardo all’incendio ai danni del bene «Alberto Varane», bene pubblico appartenente allo Stato Italiano, desta allarme e incomprensione il fatto che nessun tecnico dei vigili del fuoco né funzionari del dipartimento della polizia scientifica, si siano recati sul luogo dell’incendio per operare gli opportuni rilievi;
l’azienda Cle.Pr.In. s.r.l. e il bene confiscato «Alberto Varone», secondo gli interroganti, sono senza dubbio due importantissime realtà impegnate nella lotta alla criminalità organizzata, in un territorio profondamente inquinato da infiltrazioni mafiose, come attesta il recente e continuo susseguirsi di atti intimidatori, oltre ai recenti e numerosi incendi di origine dolosa, in provincia di Caserta e nella confinante provincia di Latina;
molto più recentemente, il 1
o agosto 2016 è stato appiccato un incendio ad un altro bene confiscato alla mafia, a Teano, in un meleto dei terreni confiscati al clan Magliulo e gestito dal Consorzio Nuova cooperazione organizzata (Nco): questo terreno era già stato danneggiato nel 2015 quando furono incendiati dieci ettari di pescheto e, ancora prima, era stato danneggiato l’impianto di irrigazione;
gli inquirenti indagano su collegamenti tra questo ultimo incendio e i precedenti danneggiamenti avvenuti ai danni del bene confiscato «Alberto Varone», facente parte del medesimo Consorzio;
questi fatti, di inaudita ferocia, paiono essere, secondo gli interroganti, sottovalutati dagli organi inquirenti, mentre avrebbero grande rilevanza anche per ricomporre il complicato quadro di infiltrazioni da parte della camorra nel territorio che negli ultimi anni sta allargando il proprio predominio criminale nella zona del Pontino –:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
quali iniziative intenda intraprendere, per quanto di competenza, al fine di garantire un preciso impegno nella lotta alla criminalità organizzata di tipo mafioso nelle zone di confine tra le province di Caserta e Latina;
quali iniziative intenda intraprendere, per quanto di competenza, con riferimento al caso dei gravi danneggiamenti avvenuti ai danni dell’azienda Cle.Pr.In. s.r.l. di Sessa Aurunca, del bene confiscato Alberto Varone, nonché dei terreni confiscati a Teano al clan Magliulo. (4-14133)