28 Luglio 2023 – 20:04
Tutto quello che avevamo già scritto e fanno balenare nei nostri articoli pubblicati nei mesi scorsi, è diventata realtà tangibile negli ultimi giorni. L’impianto, acquistato dalla società fallita dei Minutolo, continua a funzionare e vi spieghiamo perché
CAPODRISE – Qualche tempo fa ci siamo occupati della rimessa in opera dell’impianto di calcestruzzo Mical, un tempo riconducibile alla famiglia del calcestruzzo Minutolo, poi coinvolta nell’ormai nota inchiesta nei rapporti tra alcuni imprenditori, implicato anche il cavaiolo di San Felice a Cancello, Clemente Izzo, e il clan Belforte.
La ripresa a pieno regime dell’impianto situato lungo la Statale Appia, ovvero la strada che collega Maddaloni
a San Nicola la Strada, a Caserta, area Saint Gobain e San Marco Evangelista, è stata frutto, così come scritto a suo tempo, dell’acquisto in sede di asta giudiziaria della Mical da parte della Edilca San Marco, formalmente intestata a Francesco Ciaramella e suo figlio Luigi.
E che sia solo formalmente intestata ai due Ciaramella, CasertaCe lo scrive da più di un anno, come potete controllare dai motori di ricerca, sia quello interno al sito, sia quello di Google.
Rispetto all’attività di Edilca San Marco questo giornale ha sempre sostenuto che dietro ai Ciaramella ci fosse un nome un cognome conosciutissimi: quelli dell’imprenditore di Capodrise Angelo Pontillo, recentemente condannato a 5 anni di reclusione in primo grado per il reato di usura, aggravato dall’articolo 416 bis comma 1, per aver favorito con questa sua attività il già citato clan Belforte.
Nei giorni scorsi la Prefettura di Caserta ha tolto dalla white list Edilca San Marco che, quindi, è divenuta ufficialmente impresa colpita da interdittiva antimafia. Un provvedimento frutto della relazione tra Angelo Pontillo e i Ciaramella messa a verbale nero su bianco nel corso di un’indagine dei carabinieri che hanno ascoltato il dipendente V.R., il quale ha dichiarato di aver “caricato nove metri cubi di calcestruzzo trasportato a Santa Maria Capua Vetere sul cantiere di proprietà di un sacerdote“. Questa indiscrezione non è completata dall’episodio e il collegamento con lo stesso, ma questa connessione è sicuramente ancor meglio illustrata nell’informativa che i carabinieri hanno inviato alla Prefettura e con molta probabilità anche ai magistrati dell’Antimafia di Napoli.
Come spiegato molte volte ai nostri lettori, l’interdittiva antimafia arriva alla fine di un processo amministrativo molto più veloce e per il quale sono sufficienti elementi indiziari che nel procedimento penale possono al massimo costituire un punto di partenza e non di arrivo.
Per cui, una cosa è l’interdittiva antimafia, altra cosa è un sequestro chiesto da una Porucra e ordinato e ordinatod a un Giudice per le indagini preliminari.
L’interdittiva antimafia, infatti, blocca, congela tutte le attività connesse ad un rapporto tra un impresa interdetta e la pubblica amministrazione.
Per fare un esempio: se tu hai vinto una gara d’appalto, quell’appalto sarà revocato; se partecipi ad un procedimento finalizzato all’affidamento di lavori o di servizi, l’interdittiva comporterà l’immediata esclusione dell’impresa.
Diverso è il discorso di un’attività colpita da interdittiva sulla compravendita di beni e servizi con un privato. In questo caso l’interdittiva non comporta conseguenze alcune, ma solo un sequestro penale potrà comportare un ridimensionamento o uno stop alle attività di imprese.
Di cui cioè che evidente anche a chi percorre quel tratto dell’Appia: l’impianto di Edilca San Marco, ex impianto dei Minutolo, è aperto e funzionante anche in questi giorni. Le indagini dei carabinieri avrebbero acclarato anche un’altra notizia che CasertaCe fornì ai suoi lettori occupandosi di queste vicende e cioè che i Ciaramella, oltre ad essere presunti prestanome di Angelo Pontillo in Edilca San Marco, sarebbero anche suoi dipendenti.
La conclusione consiste in una domanda a cui, al momento, non si può ancora rispondere: l’impianto di produzione di calcestruzzo Edilca San Marco, ex Mical, rimarrà aperto e produttivo per quel che riguarda la vendita del prodotto ai privati?
Questo dipenderà solo e solamente dall’evoluzione delle indagini. Dipenderà dall’eventuale allargamento di ciò che la prefettura ha considerato fondato nel perimetro dell’azione. Quell’impianto, infatti, potrebbe sospendere le sue attività fino alla nomina di un amministratore giudiziario solo per effetto di un provvedimento di sequestro.