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Interdittiva antimafia a Caturano Autotrasporti.Consiglio di Stato dispone l’interdittiva antimafia nei confronti di Caturano Autotrasporti che opera anche nel Porto di Gaeta.

INTERDITTIVA ANTIMAFIA DEFINITIVA A
CATURANO AUTOTRASPORTI.

MA QUEL    PORTO    DI    GAETA   LO    VOLETE
TENERE SOTTO CONTROLLO  O NO ?
DI CAMION   DI QUESTA   DITTA SE NE VEDONO
AD IOSA NEL PORTO DI GAETA E NON SOLO E
TUTTI FANNO FINTA DI NIENTE.
IL PORTO DI GAETA HA PRECEDENTI
INQUIETANTI   E   NESSUNO A QUANTO PARE
VUOLE INTERESSARSENE.
GIA’ DURANTE I LAVORI DI COSTRUZIONE,LA
SQUADRA MOBILE DI PALERMO INDIVIDUO’ UNA
DITTA CHE FACEVA CAPO ALLA FAMIGLIA
RIINA,POI CI FURONO I TRAFFICI DEI QUALI SI
OCCUPO’ ILARIA ALPI .( UNA DELLE NAVI
COINVOLTE IN QUEI TRAFFICI,LA 21 OTTOBRE,E’
RIMASTA SEQUESTRATA NELLE ACQUE DEL
PORTO DI GAETA PER ANNI)..
POI ANCORA ESSO E’ STATO  UNO DEI PUNTI  DI
TRAFFICO    DA  PARTE DI ALCUNI DEI CAMION LE
CUI TARGHE SONO STATE CITATE NELLE
DICHIARAZIONI DI CARMINE SCHIAVONE.
POI ANCORA,DAL 2009 AL 2011, ESSO E’ STATO
PUNTO TERMINALE DI CARICO E SCARICO DI
PALE EOLICHE DIRETTE PER LO PIU’ IN MOLISE ED
ALLE QUALI,STANDO A VOCI,ERA INTERESSATO
MATTIA MESSINA DENARO.
POSSIBILE CHE UNA TENENZA DEI
CARABINIERI,UN COMMISSARIATO DELLA

POLIZIA DI STATO ED UN GRUPPO PROVINCIALE
DELLA GUARDIA DI FINANZA,I PRIMI DUE A
GAETA ED IL TERZO NELLA VICINA FORMIA,NON
SI SIANO ACCORTI DI NIENTE E NON SAPPIANO
NIENTE ?,
TUTTI   E TRE HANNO   INVIATO   SU TUTTO   CIO’
UNA   DETTAGLIATA   INFORMATIVA ALLA DDA
DI ROMA ?

QUALI PROVVEDIMENTI  INTENDE ADOTTARE
FINALMENTE IL PREFETTO   DI LATINA IL QUALE
E’ PER LEGGE IL RESPONSABILE DELLA
SICUREZZA E DELL’ORDINE PUBBLICO SUL
TERRITORIO ?????
VOGLIAMO,PREFETTO,ATTIVARE LE FORZE
DELL’ORDINE LOCALI O DOBBIAMO CONTINUARE
SEMPRE AD ASPETTARE LA DIA,IL ROS,LO SCO,IL
GICO,LO SCICO CHE VENGONO DA ROMA O DA
NAPOLI,SE NON DA PALERMO , REGGIO
CALABRIA O BARI  ?????????
MUOVIAMOCI  !!!!!!!!!!!!
………………………………….

ESCLUSIVA. Il Consiglio di Stato sancisce definitivamente:
interdittiva antimafia per il consorzio Caturano-Sferragatta e per la

Caturano Autotrasporti. Momento nero per gli amici di Paolo
Marzo. Segretario Martino, ora non può più scappare

Vediamo se il sindaco, che ieri ci ha fatto scompisciare ancora dalle risate, affermando che il ministro
Franceschini gli aveva, in pratica, dettato il comunicato stampa sulla cena degli ingegneri, dice ancora oggi, o far
dire al suo reggi-coda Santangelo, che questa è informazione distorsiva. Vediamo se dice che anche il Consiglio di
Stato è distorsivo nella sua SENTENZA PUBBLICATA IN CALCE AL NOSTRO ARTICOLO

Nella foto Marzo, Caturano, Caprio e Del Gaudio

CASERTA – Garantismo? O manica larga? Certo è che il numero di sentenze definitive emesse dal Consiglio
di Stato, che sbugiardano letteralmente precedenti decisioni, assunte dal Tar della Campania, in favore di
imprese colpite da interdittive antimafia, ordinarie o atipiche, firmate dal Prefetto, si stanno moltiplicando in
maniera preoccupante, in misura tale da cominciare a ritenere che il Tar di Napoli non sia molto sintonizzato
con la necessità di colpire le grandi centrali di riciclaggio, costituite negli ultimi 3 decenni dai diversi clan
camorristici, che hanno operato in provincia di Caserta.
Un’ultima clamorosa dimostrazione di quello che scriviamo in premessa è rappresentata dalla sentenza
n° 3427, in cui, come avrete la disponibilità di leggere nell’interessantissima versione integrale che
pubblichiamo in calce, il Consiglio di Stato ricostituisce pienamente forma e, soprattutto, effetti,
dell’interdittiva antimafia, emessa dalla Prefettura di Caserta, a carico del Consorzio Free Service, dotato
degli apporti imprenditoriali dei maddalonesi Giovanni Sferragatta, Luigi e Antimo Caturano, tra
l’altro, quest’ultimo, anche consigliere provinciale.
L’organo supremo della giustizia amministrativa ribalta completamente la sentenza del Tar Campania, la
quale, su istanza degli avvocati Luigi e Antonio Ricciardelli, aveva annullato l’interdittiva.

Per chi non ha la pazienza di leggersi la sentenza del Consiglio (che ripetiamo è molto interessante, in quanto
chiarisce una volta per tutte gli elementi costitutivi del procedimento amministrativo, il quale conduce
all’emissione di un’interdittiva antimafia, atto sostanzialmente, ma anche formalmente, legato da quelli
espressi dalla giurisdizione penale) diamo qualche elemento essenziale contenuto nella medesima.
Le archiviazioni di alcuni processi a favore dei componenti della famiglia Caturano, il fatto che chi lo accusa è
stato giudicato colpevole per aver accusato ingiustamente un altro esponente della famiglia di imprenditori
maddalonesi, il fatto che le relazioni tra il “senior”, protagonista dello sviluppo degli affari familiari, Pietro
Caturano, sia collegato a relazioni scomode con il boss di Recale, Antimo Perreca, in tempi non
remotissimi, ma neanche giovanissimi, non esclude il dato di una correlazione forte e inquinante tra la
criminalità organizzata e le attuali imprese dei Caturano, che poi sono, in effetti, le stesse di 10 o 15 anni fa.
E anche il fatto che Pietro Caturano in queste imprese non ci sia più, secondo il Consiglio di Stato, non può
essere assolutamente sufficiente per dichiarare le stesse fuori dal cono di condizionamento dei clan
camorristici.
Nel dettaglio il Consiglio di Stato ci rivela pure che lo scorso 5 giugno, con la sentenza n°3208, viene
ricostituita l’interdittiva antimafia a carico di un altro gioiello di famiglia, la Caturano Autotrasporti,
anch’essa beneficiata, a suo tempo, da una sentenza di primo grado del Tar Campania, la quale aveva
annullato il provvedimento interdittivo preso dalla Prefettura di Caserta.
Terzo e ultimo punto essenziale quello relativo alla Generale Industrie Estrattive General Sindes. Il
Consiglio di Stato rileva un fatto sconosciuto ai più, ma foriero di ulteriori sviluppi già a breve termine.
Quest’azienda, naturalmente sempre della famiglia Caturano, è stata colpita da interdittiva antimafia nel
2012 e non ha mai proposto ricorso. E per ora ci fermiamo qui.
Al signor segretario generale del comune di Caserta, Luigi Martino, titolare anche della funzione di
responsabile anti-corruzione, chiediamo, senza che lui abbia l’obbligo di concederle, ma glielo chiediamo lo
stesso, in nome della trasparenza rispetto alla quale Martino, fino a prova contraria, non ha nulla da tenere,
tutte le determine del comune dal 1 giugno 2011 al giugno-luglio 2014, magari escludendo le ultime che sono
attualmente pubblicate sul  sito.
Seconda preghiera al segretario generale del comune di Caserta, Luigi Martino, titolare della funzione di
responsabile ant-icorruzione: la società Qatar, che fa parte del consorzio C.Q.M  Casertana
Costruzione targata fratelli Caprio, Qatar, amministrata da Angela Sferragatta, e LA.V.I.
Laboratorio verde infrastrutture Srl., che rende misteriosa la “M” dell’acronimo) appartiene alla
famiglia Sferragatta, socia del Consorzio Free Service, affondato definitivamente dall’interdittiva antimafia.
Siamo sicuri al 100% che la galassia imprenditoriale Caturano non abbia avuto a che fare con il comune di
Caserta o con i Caprio-Sferragatta dei Global Service della manutenzione stradale.
Questo discorso, lo diciamo a quel tizio, di nome Santangelo, che si permette di affermare che il lavoro
intenso, enorme, certosino di Casertace sulle carte è distorsione giornalistica (poi le vedremo, ingegnere, le
cose sue sulla piazza di Maddaloni. Vedremo se anche quelle saranno distorsioni), questo discorso, dicevamo,
si ricollega intimamente alla scelta premeditata, costruita attorno a un meccanismo di selezione delle
imprese, che devono lavorare nel comune di Caserta, voluto e determinato soprattutto da Paolo Marzo,
grande sponsor di questo gruppo imprenditoriale, di non associare il comune capoluogo al meccanismo
della Consip, visto che partecipare, realizzare gli affidamenti di appalti sotto-soglia alle ditte incluse
nell’elenco Consip significa, come dimostreremo domani, affidarsi a imprese  sicuramente pulite dal punto di
vista dell’antimafia.
Lettori, riflettete: il comune di Caserta neanche a luglio voleva ancora aderire alla Stazione unica appaltante. Lo ha fatto
sulla spinta asfissiante di Casertace. Il comune di Caserta non ha mai voluto aderire e non aderisce, almeno  nel 90% dei
casi, come dimostra l’aggravio  appioppatogli dal Governo sul contributo reso in nome della spending review (CLICCA
QUI PER LEGGERE L’ARTICOLO) alla grande centrale di committenza Consip del Ministero dell’economia.

Due circostanze intimamente collegate tra di loro e che la dicono lunga su quale sia l’autentico senso della
legalità e di quanto tenga in conto le ragioni della trasparenza questo sindaco, che ormai ogni giorni ci regale
una perla, come quella esilarante id ieri, quando insistendo con la barzellatta della telefonata del
ministroFranceschini, ha affermato addirittura che questi gli aveva dettato il comunicato stampa, scritto
dal primo cittadino, sulla vicenda, sollevata da Casertace, dei tavolini per gli ingegneri nella Reggia.
Gianluigi Guarino