Pd giudizio negativo: da Ddl danni a informazione e indagini
Oggi, forse, il giorno della verità. Almeno a questo punta il Pdl, da settimane alle prese con il dossier intercettazioni. Slittamenti, ritorno del ddl in commissione, braccio di ferro con la componente finiana e ripetute limature. Infine l’intesa politica che dovrà reggere alla riunione di partito prima e all’Aula del Senato poi. Proprio le modifiche al provvedimento dovrebbero essere vagliate oggi dall’ufficio di Presidenza del Popolo della libertà, presente Silvio Berlusconi e la pattuglia che fa capo al Presidente della Camera Gianfranco Fini. Sullo sfondo, però, resta sempre l’ipotesi della fiducia, che potrebbe spuntare mercoledì. Niccolò Ghedini e Angelino Alfano sono gli uomini che per conto del Cavaliere seguono la vicenda. Il legale del premier ha informato anche oggi il presidente del Consiglio dell’evoluzione della trattativa. Berlusconi preme per chiudere la trattativa ma, riferiscono uomini a lui vicini, non vuole che passi il messaggio che si tratti di una vittoria della componente finiana. Perplessità sull’intesa sono state espresse in privato e a più riprese da buona parte dell’ex An ormai distante da Fini. Una partita, si sa, nella quale l’area finiana prova a far valere il proprio peso, con Giulia Bongiorno e Italo Bocchino incaricati di trattare per conto di Gianfranco Fini. I punti sollevati dagli uomini vicini al Presidente della Camera sono sempre gli stessi: la non applicabilità della norma ai procedimenti in corso, il nodo dei reati collegati e la possibilità di proroghe di 48 ore (punto quest’ultimo rispetto al quale anche nelle ultime ore i finiani hanno chiesto un’ulteriore riflessione, puntando ad allungare lo durata di ogni singola proroga). A pomeriggio inoltrato, però, il testo degli emendamenti non è stato ancora redatto in modo definitivo, né comunicato alla Presidente della commissione Giustizia per verificare se quanto concordato nei giorni scorsi sia stato effettivamente messo nero su bianco. E dire che stamattina alle nove è convocato l’ufficio di Presidenza del Pdl chiamato nelle intenzioni del premier a sostenere in modo unitario (e in vista dell’esame della Camera)le novità al ddl che dovranno essere introdotte dai nuovi emendamenti. “Certo, se Ghedini e Alfano evitassero di sottoporci il testo definitivo cinque minuti prima dell’ufficio di Presidenza, tutto sarebbe più agevole…”, ragiona una fonte finiana. Gli emendamenti in ogni caso arriveranno domani in Aula al Senato. Sullo sfondo, anche in base a quello che accadrà nelle prossime ore, resta in campo l’ipotesi che il Presidente Renato Schifani possa decidere oggi di rimandare in commissione i nuovi emendamenti per consentirne un esame più approfondito. Con la possibilità che alla fine (è l’idea prevalente nel Pdl) la fiducia rappresenti comunque l’unica e inevitabile strada percorribile. Fiducia che potrebbe essere posta già mercoledì, secondo le stesse fonti. Intanto Andrea Orlando, responsabile Giustizia del Pd, spiega così la posizione del partito alla vigilia della presentazione delle modifiche da parte della maggioranza al disegno di legge che andrà in Aula al Senato oggi pomeriggio.”Sospendiamo il giudizio sugli emendamenti in attesa di leggerli per valutare quale sia l’intensità della riduzione del danno ma il nostro giudizio complessivo resta negativo perchè il nostro approccio alla legge sulle intercettazioni è radicalmente diverso”. Per il Pd “è positivo lo stralcio della norma sul segreto di Stato – prosegue Orlando – ottenuto anche grazie al lavoro dell’opposizione ma non assegniamo alle modifiche un valore che non possono avere. Siamo contrari all’impianto di una legge che usa il pretesto di voler risolvere un problema per incidere sulla libertà di informazione e sulle indagini”.
(Tratto da Virgilio Notizie)