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Intercettazioni e manovra, oggi proteste piazza e sciopero toghe

Anm: Ddl su ascolti inemendabile. Fnsi: Resistenza civile

Intercettazioni, tagli agli stipendi dei magistrati e alle forze dell’ordine: per il Governo e per la maggioranza di centrodestra, quella di oggi è una giornata bollente sul fronte delle contestazioni in materia di giustizia e sicurezza. I magistrati scioperano contro la manovra, i sindacati di polizia raccoglieranno firme contro i tagli al comparto sicurezza, i giornalisti scendono in piazza contro il ddl intercettazioni, evento clou una manifestazione a Roma in piazza Navona sostenuta anche da partiti, movimenti, associazioni. Nonostante la determinazione del centrodestra, che ha imposto per il 29 luglio l’approdo del ddl intercettazioni nell’aula della Camera, il provvedimento continua a catalizzare critiche. Il presidente dell’Anm Luca Palamara ha ribadito, in audizione alla Camera, che questo testo “è inemendabile” e che “mette in ginocchio l’attività investigativa e la lotta alla criminalità”. Di rilievo, nella giornata di oggi, anche l’audizione del procuratore antimafia Piero Grasso: “Talune modifiche – ha osservato – hanno peggiorato il ddl intercettazioni, soprattutto per quel che riguarda le indagini su mafia e terrorismo”. Critico anche il garante della Privacy, Francesco Pizzetti, che ha definito “giustificabile” l’allarme sulla libertà di stampa e, pur bacchettando gli “eccessi” nella pubblicazione delle intercettazioni ha criticato anche la norma che punisce gli editori. Duro il sindacato dei giornalisti Fnsi: per il segretario, Franco Siddi, la calendarizzazione del ddl alla Camera è un “atto di forza”. Confermate le manifestazioni di domani e la giornata del silenzio del 9 luglio (scioperano i quotidiani l’8 e tutte le altre testate il 9). “Inizia da qui – ha spiegato Siddi – la resistenza civile che proseguirà fino alle estreme conseguenze, con la creazione di strumenti e canali per spezzare il silenzio di Stato se la legge sarà approvata”. Posizione condivisa da Enzo Iacopino e Giancarlo Ghirra, rispettivamente presidente e segretario dell’Ordine dei giornalisti. “Davanti a norme di questo tipo, se tali diventeranno, c’è il dovere della disobbedienza civile”, ha affermato Iacopino, mentre Ghirra ha sottolineato che “la libertà d’informazione è un diritto dei cittadini”.

(Tratto da Virgilio Notizie)