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Indignazione ed inquietudine per i silenzi dei cittadini di Gaeta sul problema “mafie”.

 

 

L’indignazione,mista a tanta,tantissima preoccupazione,nascono in noi dal disinteresse totale da parte dei cittadini di Gaeta al problema delle mafie che hanno invaso,impadronendosene , il loro territorio.

Il primo campanello di allarme  é suonato quando anni fa organizzammo nella città un convegno facendovi partecipare come relatori rappresentanti della DIA e magistrati di frontiera come Lello Magi,l’estensore della sentenza del famoso processo Spartacus e la PM Falcioni della Procura di Latina.

Vennero 7 cittadini di Gaeta,fra i quali 3 esponenti politici, uno dei quali intervenne e parlò di tutt’altre cose.

Non il sindaco,non un assessore,non un consigliere e appena 4 cittadini.

Questa fu la partecipazione gaetana e se non fossero venuti amici perfino dalla Calabria e da altri comuni del Lazio e della Campania ,avremmo registrato  un flop clamoroso.

Eppure si parlava di problemi della città e del territorio del sud pontino gravati da un’asfissiante presenza mafiosa accertata e documentata in mille atti investigativi e giudiziari e resa pubblica dai media.

Quando un popolo perde l’orgoglio e perfino la volontà di reagire  nemmeno quando gli sottrai il territorio e perfino la propria casa vuol dire che é morto e di un morto i malintenzionati possono fare quello che vogliono.

La nostra inquietudine nasce da questa considerazione.

Abbiamo avuto la riprova  in occasione dei tanti convegni che abbiamo promosso nelle città vicine,da Fondi,a Sperlonga,a Formia,a Terracina.

3 ,massimo 4,cittadini di Gaeta in ognuno di essi.

Da non credere.

Nemmeno a Crotone,a Palmi,o Casal di Principe puoi aspettarti cose del genere!

Ognuno é libero di comportarsi come ritiene,ma quando sono in gioco gli interessi e la vita di territori  che si estendono oltre i confini della propria casa ci si aspettano la partecipazione ed il contributo della maggioranza della gente.

Questo perché la diserzione totale  di una parte della gente  di quel territorio danneggia il fronte generale,gli interessi di tutti gli altri vicini.

Non solo.

Non bisogna mai dimenticare che quando la mafia si accorge che in una città non c’é alcuna resistenza,essa finisce per considerarla come una “zona franca”  dove le é possibile insediarsi saldamente e di là partire per occupare anche il territorio circostante.

 Cioè Formia,Minturno-Scauri,Sperlonga,Itri,Fondi  , tutto il sud pontino ed il Basso Lazio,fino a Latina ed oltre,alle porte della Capitale dell’Italia.

Roba da far venire i brividi.

E’ quanto dichiarò Carmine Schiavone che parlò di una “trentina di soldati” guidati da alcuni soggetti radicati nel Basso Lazio ed operanti per conto dei soli Casalesi in tutta la provincia di Latina ed in quella di Frosinone.

Senza considerare tutti gli altri clan,ndrine , famiglie e loro annessi e connessi.

Un esercito di centinaia,se non migliaia di persone provenienti da fuori ma ormai stanziali ed altri  ancora indigeni,nativi del territorio.

Un esercito che nemmeno dieci centri della DIA e della DDA riuscirebbero a stanare e neutralizzare. 

D’altra parte non va dimenticato che Gaeta non é una città come le altre perché la presenza in essa  di un Porto- commerciale,turistico  e militare- fra i più importanti  del Tirreno la fa essere un polo di attrazione per tutti i traffici e gli affari di un’area geografica che si estende  dal Lazio,alla Campania,all’Abruzzo e Molise , alla Sicilia ed anche oltre.

Un Porto dal quale,peraltro,stando alle dichiarazioni di pentiti e a notizie di stampa,sarebbe passato di tutto.

Ma quello che ci inquieta ancor più sono il silenzio e la mancanza di qualsiasi riferimento nei vari programmi elettorali e nel sentire comune della gente della parola “mafia”,quasi fosse in ossequio ad un disegno ben studiato ed elaborato  in qualche ambiente perverso che vieta di parlarne.

Un sospetto che si va rafforzando in noi che sentiamo parlare solo di principi e di re,di tarantelle e roccocò,di inezie ,feste e festarelle,ma mai di mafia,la cui puzza eppur si sente fino a mille miglia di distanza. 

Cosa si nasconde  dietro a tali  silenzi? Solo ignoranza o paura ?