CASERTA. L’imprenditore Gaetano Vassallo sarà il principale accusatore per l’ex ministro Mario Landolfi e per l’ex sindaco di Mondragone Ugo Conte nel processo per lo scandalo Eco4.
Le sue dichiarazioni sono “oro colato” per i magistrati della Dda ma non per gli avvocati difensori. Il pubblico ministero della Dda di Napoli, Alessandro Milita, giovedì mattina ha depositato in udienza davanti al giudice delle indagini preliminari del tribunale di Napoli, Enrico Campoli, due informative di reato redatte dalla Guardia di Finanza di Mondragone a riscontro delle dichiarazioni del pentito originario di Cesa. La prima datata 10 ottobre 2008 riguarda la posizione di Conte, mentre l’altra, quella del 22 ottobre 2008, riguarda la posizione di Landolfi. Gli avvocati difensori hanno chiesto termini a difesa e il gip ha rinviato l’udienza al 20 novembre 2008. L’attenzione della Dda è concentrata sui due personaggi del centrodestra, tanto è che il reato di abuso d’ufficio è al centro della disputa giudiziaria. Nastri e quant’altro sono stati depositati dinanzi al giudice, in base a queste prove potrebbero aprirsi nuovi scenari di politica giudiziaria. L’indagine si è chiusa con 46 indagati già il 30 gennaio scorso e si è “sdoppiata” in due procedimenti. Dall’avviso di conclusione delle indagini emesso lo scorso 30 gennario e firmato dal pm Milita, sono riportati tutti i nomi degli indagati, ma ad alcuni di loro non è contestato il reato.
Rimane il fatto che davanti al Gup di Napoli sono comparsi insieme all’ex sindaco di Mondragone anche Salvatore Andreozzi, Alessandra Beatrice con l’ex ministro Mario Landolfi, Vittorio Afragola, Pietro Bonocuore, Raffaele Chianese, Elvira Chiari, Anna D’Agostino, Amodio D’Agostino, Pietro D’Agostino, Antonio D’Angelo, Claudio di Biasio, Massimo De Francesco, Lorenzo Di Iorio, Mattia Di Lorenzo, Daniela Gnasso, Giovanni Ilario, Antonietta Lucci, Vincenzo Mesolella, Maria Rosaria Mercadante, Salvatore Orabona, Maria Rosaria Noioso, Michele Pacifico, Carlo Pantalena, Vittorio Parrella, Luigi Ponticelli, Ernesto Raio, Giovanni Romano, Massimo Romano, Aldo Schiavone, Carmine Tommasino, Giovanni Trapani.
L’ordinanza fu emessa il 26 marzo 2007, dal Tribunale di Napoli, sezione del giudice per le indagini preliminari a firma del Gip dottor Alessandro Buccino Grimaldi, su richiesta del pm Milita, che ha portato all’applicazione di misure cautelari nei confronti di Salvatore Andreozzi, Claudio De Biasio, Vittorio Parrella, Giovanni Romano, Giovanni Trapani, Giuseppe Valente, Augusto La Torre, Salvatore Orabona, Giuseppe Frugnoli, Giacomo Frugnoli, Vincenzo Filoso, Gennaro Sorrentino, Giuseppe Diana, Francesco Bidognetti, Luigi Guida, Nicola Alfiero.
Le ditte a cui sono contestati i fatti, secondo la procura, erano tutte società impegnate nel settore ambiente nelle province di Napoli e Caserta; il Consorzio denominato Ce4, con sede legale a Sessa Aurunca (Caserta), con finalità statutarie nella raccolta e smaltimento dei rifiuti, è costituito da 20 Comuni della provincia di Caserta e la Eco4 è una società mista a prevalente capitale pubblico del bacino Ce4. La vicenda giudiziaria si sviluppa in un ambito territoriale, quello campano, e in un contesto temporale interessato da una particolare emergenza nel settore dello smaltimento e della raccolta dei rifiuti solidi urbani. La gravità della situazione ha portato il Commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania, Guido Bertolaso, a paventare la richiesta di intervento da parte dell’esercito.
Gli interessi delle organizzazioni malavitose operanti sul territorio si sono concentrati in modo particolare su attività riconducibili alla filiera dei rifiuti. Il livello di crisi raggiunto e gli intrecci economico-malavitosi hanno portato all’istituzione della speciale Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Il perdurare di tale emergenza ambientale potrebbe comportare gravi rischi per la salute dei cittadini, come ampiamente e recentemente denunciato dall’Oms.
(tratto dal blog di Prospero Cecere – http://prosperocecere.blogspot.com)