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Inchiesta della Procura di Velletri sul traffico di rifiuti verso i due inceneritori di Colleferro

Non si ferma l’inchiesta della Procura di Velletri sul presunto traffico illecito di rifiuti verso i due inceneritori del Consorzio Gaia di Colleferro. Dopo i tredici arresti dello scorso marzo, oggi il pubblico ministero Cirielli alza decisamente il tiro. «Lolli è indagato sia per il traffico di rifiuti, sia per molte delle imputazioni principali. Sicuramente il Lolli sapeva di operare in assenza di autorizzazioni», ha spiegato il magistrato di Velletri durante l’audizione della Commissione bicamerale sui rifiuti, che lo ha ascoltato la scorsa settimana.
Dunque al vertice della catena di comando dei due impianti di incenerimento di Gaia ci potrebbe essere il commissario straordinario Andrea Lolli, che oggi guida il consorzio verso la vendita a un partner privato. La posizione, comunque, è ancora al vaglio degli inquirenti, visto che il manager di Bologna ha di fatto delegato l’attività “minuta” ai dirigenti degli impianti. Le indagini del pm Cirielli, però, non si fermano al management delle aziende di Colleferro.
Secondo alcune indiscrezioni – in parte anticipate durante l’audizione del pm Cirielli – la Procura di Velletri vuole oggi ricostruire il quadro dei controlli, che, secondo quanto starebbe emergendo, sarebbero mancati. «Non risulta che fossero stati installati i monitor presso la Provincia, la Regione e l’Arpa», ha continuato il magistrato nella sua audizione, durata un’ora e mezza. Si tratta dei terminali con i flussi in tempo reale dei dati sui fumi degli impianti, simili a quello installato presso il Comune di Colleferro. Un sistema che sarebbe stato previsto – e non attuato – per poter allertare gli organismi di controllo in caso di sforamento dei limiti massimi consentiti degli inquinanti. L’unico terminale esistente – quello situato al primo piano del Comune di Colleferro – secondo la Procura avrebbe poi trasmesso dati di fatto inutilizzabili, tanto da far partire una denuncia di un consigliere comunale che ha poi dato origine all’inchiesta.
Aldilà del monitoraggio, il nuovo filone dell’indagine della Procura di Velletri dovrà stabilire se i controlli – che spettano soprattutto all’Arpa – siano stati sufficienti e come sia potuto accadere che per mesi sia stato conferito del Cdr (combustibile da rifiuti) non conforme nei bruciatori di Gaia. Non fatti episodici, ha spiegato il pm Cirielli ai membri della commissione bicamerale, ma un vero e proprio sistema, che sarebbe poi stato coperto dall’alterazione dei sistemi di controllo dei fumi, dalla falsificazione delle analisi di laboratorio e da una sorta di silenzio imposto all’interno degli stabilimenti.
Il punto cruciale dei controlli ha un peso notevole anche per la ripresa dell’attività degli inceneritori, che il commissario straordinario Andrea Lolli ha nei giorni scorsi annunciato come imminente. Per la Regione Lazio e per il Consorzio Gaia con il rilascio dell’autorizzazione ambientale la situazione infatti sarebbe ora di normalità.
Andrea Palladino

(Tratto da Il Messaggero)