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In processione con la ‘ndrangheta, le ingerenze dei clan sui riti di Pasqua

In processione con la ‘ndrangheta, le ingerenze dei clan sui riti di Pasqua

Nel Vibonese la partecipazione della criminalità organizzata alle celebrazioni della tradizione serve a rafforzare il controllo del territorio. Ecco quali sono: dall’Affruntata della città capoluogo a quelle di Sant’Onofrio, Stefanaconi e Sant’Angelo, sino alle manifestazioni religiose di Briatico e Zungri

di G. B. 13 aprile 2020

Malavita e religione. Santi, madonne, processioni e la pretesa di boss ed aspiranti tali di avere un ruolo da protagonisti nelle varie manifestazioni. Per un profondo senso religioso, dichiarano. Più verosimilmente, per una sottocultura propria della ‘ndrangheta che in Calabria affonda le sue radici nella notte dei tempi. C’è chi si sente il “braccio armato” della Madonna di Polsi e chi anche da latitante non dimentica di adornare i propri bunker con quadri e immagini sacre. Di certo, a tale mix di ignoranza e cultura criminale non si è sottratto, negli anni, il Vibonese e se è vero che la ‘ndrangheta ha usurpato persino San Michele Arcangelo alla polizia (della quale è il patrono) utilizzandolo nei riti di affiliazione, altrettanto vero è che mostrarsi platealmente in pubbliche manifestazioni, quali devoti alla Madonna o al santo di turno, genera consenso sociale e per il mafioso la cosa continua ad avere un fascino irresistibile.

I casi a Vibo ed in provincia sono numerosi e spesso ben più eclatanti di quanto si è verificato negli scorsi anni ad Oppido Mamertina, nel Reggino, con “l’inchino” della statua della Madonna dinanzi all’abitazione di un pezzo grosso del locale clan dei Mazzagatti.

 

La processione a mare di Briatico

 Si svolge ogni anno il 15 luglio e rende omaggio alla statua della Madonna del Monte Carmelo. La statua della Vergine, dopo una breve processione a terra, viene collocat