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In manette Santonastaso, l’avvocato dei clan

Nel processo «Spartacus», lesse la lettera accusatoria nei confronti di Saviano, Cantone e della Capacchione. E’ accusato di corruzione, falsa perizia e falsa testimonianza

In manette Michele Santonastaso, l’avvocato dei clan. In molti ricordano la lettera dei boss Bidognetti e Iovine che egli stesso lesse nell’aula bunker di Poggioreale, durante il processo “Spartacus”. Passaggi inequivocabili con accuse dirette allo scrittore Roberto Saviano (asservito, a loro dire, alle logiche della procura), all’ex pm della Dda Raffaele Cantone e alla giornalista de “Il Mattino” Rosaria Capacchione: i tre, secondo la missiva, influenzavano la Corte con le proprie opinioni.

Il legale, arrestato insieme a Michele Bidognetti – fratello del boss Francesco – e al capoclan del Vomero Luigi Cimmino, è accusato di corruzione, falsa perizia e falsa testimonianza. Un sistema truffaldino volto a difendere gli interessi dei clan Bidognetti e La Torre, attivo nell’area di Mondragone. Senza scrupoli, naturalmente.

Santonastaso è stato arrestato la mattina del 28 settembre dagli agenti della Dia di Napoli nell’ambito di un’inchiesta coordinata dai pm Antonello Ardituro, Francesco Curcio e Alessandro Milita. 
 Con Carmine D’Aniello, che sarebbe finito in manette, firmò e depositò, nel 2008, l’istanza con cui Bidognetti e il superlatitante Antonio Iovine chiesero il trasferimento a Roma del processo a loro carico per «legittimo sospetto».

Ma il suo nome è legato soprattutto a quella lettera, immediatamente interpretata come minatoria, che fece scattare l’intensificazione delle misure a tutela dei tre accusati.

(Tratto da Virgilio Napoli)