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In carcere Carminati e il boss di Cosa nostra. Fava: “Come è potuto accadere?”

L’Espresso, Lunedì 26 settembre 2016

In carcere Carminati e il boss di Cosa nostra. Fava: “Come è potuto accadere?”
Il vicepresidente della Commissione nazionale antimafia chiede spiegazioni al ministro della Giustizia Orlando dopo le intercettazioni pubblicate dall’Espresso

Come è potuto accadere che Massimo Carminati, imputato principale nel processo per “mafia Capitale”, si ritrovi nel supercarcere di Parma a condividere le sue ore di socialità con un capomafia direttamente legato al latitante Matteo Messina Denaro?». Se lo chiede il vicepresidente della Commissione nazionale antimafia Claudio Fava dopo aver appreso dalla pubblicazione dell’Espresso delle intercettazioni tra il Cecato e il boss di Cosa nostra.

«Giulio Caporrimo, capo della famiglia di San Lorenzo e uomo di fiducia di Messina Denaro, raccoglie in carcere le confidenze, i progetti e le minacce di Carminati, nonostante il regime del 41 bis dovrebbe impedire proprio questo tipo di contiguità. È una svista? Una sottovalutazione? Un’altra, dopo le lunghe confidenze scambiate in carcere tra Riina e Lorusso? Lo chiederemo al ministro della giustizia Orlando», conclude Claudio Fava.