Cerca

«In Calabria la ‘ndrangheta è in tutte le massonerie»

«In Calabria la ‘ndrangheta è in tutte le massonerie» – VIDEO

Intervista di fanpage.it all’ex gran maestro Di Bernardo
. Che racconta a Sandro Ruotolo come ha scoperto le logge coperte grazie a un fratello calabrese. E di come una frase di Ettore Loizzo lo convinse a lasciare: «I clan non infiltrano le logge, le controllano»

Venerdì, 24 Novembre 2017

Il 1992 sarà ricordato come l’«anno terribile della storia d’Italia». Il copyright è di Giuliano Di Bernardo che, in una intervista realizzata da Sandro Ruotolo per fanpage.it, racconta particolari inediti della sua esperienza di capo del Grande Oriente d’Italia tra il 1990 e il 1993. E pronuncia una frase destinata a far discutere a lungo: «Non c’è soltanto infiltrazione della ‘ndrangheta nelle logge: la ‘ndrangheta controlla le logge».

«La massoneria è segretezza e non cospirazione», ma può diventarlo. Lo è diventata in passato e lo è stata anche dopo lo smantellamento della rete di Licio Gelli.

Anche dopo lo scandalo della P2 e dopo la legge Spadolini-Anselmi sono state costituite logge coperte nel Grande Oriente d’Italia. Tocca proprio a Di Bernardo scoprirlo quando diventa Gran maestro. Passa una settimana e arriva un massone romano, l’avvocato Virgilio Gaito («questo non l’ho mai detto a nessuno», dice) e gli confessa: «Noi abbiamo la certezza, ma non siamo riusciti a documentarla, che Armando Corona ha costituito logge coperte, che sono alla sua obbedienza». Corona era stato Gran maestro per cinque anni prima di Di Bernardo, che – avendo libertà d’azione – può indagare per capire cosa stia accadendo. L’inchiesta interna comincia: «Il mio segretario personale, Luigi Savina, mi informa che un massone calabrese aveva urgente bisogno di parlarmi, ma in maniera del tutto riservata. Poi si presenta e mi dice “Gran maestro, ho lasciato la loggia coperta di Armando Corona perché voglio entrare nella vostra loggia coperta”». A quel punto Di Bernardo gioca d’astuzia: si offre di accontentare la proposta del fratello ma esige di avere una richiesta scritta: «Mi devi mettere per iscritto dove stavi prima, dove vuoi venire adesso… Lui mi fa questa lettera, ci aggiunge una fotografia accanto ad Armando Corona. Tac! Ecco la prova che mi era stato detto di cercare. Io questa documentazione l’ho data a Cordova». A Palmi, in quel momento, si indagava su ‘ndrangheta e massoneria. Il procuratore prende gli elenchi dei massoni calabresi. Di Bernardo si offre di collaborare e dopo qualche settimana «cominciano a esserci incontri segretissimi tra me e Cordova. Ricordo il primo momento in cui mi sono trovato di fronte a Cordova – rivela l’ex Gran maestro –. Il magistrato dice a bruciapelo: “Ma lei lo sa di essere un fiore in una palude?”». Di Bernardo sulle prime si offende, poi il procuratore gli indica un grosso mucchio di fogli protocollo e lo invita a leggerli: «Comincio e i capelli mi si drizzano. Ho trovato una guerra fratricida tra massoni calabresi che cercavano di dare vantaggio alle loro posizioni denunciando alla Procura di Palmi. Come conseguenza, ho convocato la giunta del Grande Oriente d’Italia e ho voluto che vi partecipassero tutti i vertici calabresi. Guardando Ettore Loizzo (l’ingegnere cosentino che guidava la massoneria calabrese a quei tempi, ndr) gli ho fatto la domanda: “Tu adesso mi dici esattamente qual è la situazione delle logge calabresi”. Ettore Loizzo spiega che la ‘ndrangheta controlla le logge». E dice anche quante sono quelle infiltrate e controllate: 28 su 32. Di Bernardo fa un salto sulla sedia e chiede: «Se non l’avete potuto evitare prima, adesso cosa pensate di fare?». La risposta è disarmante: «Niente, perché se facessimo qualcosa metteremmo a rischio la nostra vita e quella dei nostri familiari». È «in quel preciso istante» che Di Bernardo decide di dimettersi dal Grande Oriente d’Italia. È lo stato della massoneria calabrese a convincerlo, sono i legami con la ‘ndrangheta che, già allora, appaiono impossibili da recidere. Di più: «In Calabria la ‘ndrangheta entra in tutte le massonerie», è la chiosa dell’ex Gran maestro. (ppp)

link video: https://youtu.be/-WVvTqHQkio

fonte:http://www.corrieredellacalabria.it