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“Impossibile uscire vivi dai Casamonica” Nuovo blitz contro l’“anti-Stato” romano

Il Fatto Quotidiano, martedì 16 aprile 2019

Impossibile uscire vivi dai Casamonica” Nuovo blitz contro l’“anti-Stato” romano

ANDREA OSSINO

QUESTO NON È UN GIOCO. È pura verità. I Casamonica oggi non fanno più usura con le minacce… Faccio il commerciante da una vita e di furbetti ne ho trattati tanti ma vi ripeto loro sono degli abili soggiogatori… non è possibile uscirne vivi”, le parole del titolare di un noto mobilificio romano, contenute nell’ordinanza con cui ieri la Procura di Roma ha chiesto e ottenuto l’ar – resto nei confronti di 23 esponenti della famiglia Casamonica, confermano la forza criminale del clan di origine Sinti. “Fanno bene i giornali a definirlo un clan”, racconta la vittima. I Casamonica riescono ad avere “rapporti anche con importanti famiglie di ‘ndrangheta tra cui i Piromalli di Gioia Tauro – rivela invece un collaboratore – Io ho sempre frequentato ambienti di ‘ndrangheta e fin da piccolo, quando ero in Calabria, ho sentito dire (…) che a Roma erano temuti e rispettati”. I reati contestati ieri spaziano dall’estorsione fino allo spaccio di stupefacenti, l’usura, le minacce, l’intestazione fittizia di beni e il possesso d’armi. Il tutto aggravato dal metodo mafioso. L’OPERAZIONE Gramigna bis, seguito dell’inda – gine che la scorsa estate aveva portato i carabinieri del Comando Provinciale di Roma ad arrestare 37 persone, colpisce i Casamonica su quel territorio che pretendono controllare: la zona di Porta Furba. “Sono tanti e organizzati”, ripetono le vittime. La forza dei numeri consente al clan dai 1.000 affiliati di “sfidare lo Stato”: Asia Sara Casamonica nell’ot – tobre scorso aveva rioccupato la “casa simbolo”, quella appartenuta al boss Giuseppe Casamonica, già confiscata nel 2014 e sgomberata durante la precedente operazione. Voleva mandare un “mes – saggio allo Stato e ai cittadini romani – si legge negli atti – circa la volontà della struttura criminale di continuare ad aggredire le garanzie dello Stato di diritto e imporre, sebbene ferita, la propria prepotenza mafiosa”. Come la “Gramigna” il clan ricresce prepotentemente. Dopo gli arresti organizza viaggi per importare con un aereo 7.000 chili di cocaina dal Sud America, intimidisce chi potrebbe denunciarli fin dentro il tribunale di piazzale Clodio o in carcere, e utilizza diverse tattiche per realizzare estorsioni ed usura: L’acconto per un finanziamento nell’acqui – sto di mobili si trasforma in un prestito che deve essere ripagato con interessi. “Vi dico anche cosa fanno per farti avere timore: ti fanno assistere a delle scene di scazzottate tra loro, anche con l’uso di armi, per farti capire che possono essere anche violenti”, spiega il commerciante divenuto vittima del clan. È la stessa persona che parla di Luciano Casamonica: “È stato in una cena politica ospite di Alemanno perché ha fatto da tramite in un campo rom di Castel Romano mettendo d’accordo più occupanti provenienti da diverse etnie. Per questa opera di mediazione so che Luciano prese 30 mila euro in contanti, che ho visto con i miei occhi, e 3 mila Euro al mese”. “Non eravamo certo io o il Comune di Roma a pagare Casamonica, quei soldi glieli dava Buzzi”, ha replicato l’ex sindaco della Capitale a ilfattoquotidiano.it