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Impastato ammazzato dalla mafia democristiana: anche oggi la ‘ndrangheta è istituzionale ma a Cariati si raccoglie la sua eredità

Da Iacchite -9 Maggio 2023

Peppino Impastato ammazzato dalla mafia democristiana. Anche oggi la ‘ndrangheta è istituzionale, ma a Cariati si raccoglie la sua eredità.

di Saverio Di Giorno

Cosa resta dell’eredità di Impastato oggi? A Cinisi, paese diroccato a uno sputo dall’aeroporto di Punta Raisi a Palermo c’è chi ancora ha difficoltà a dire Badalamenti, per altri Peppino era uno che aveva esagerato. Solo per i suoi amici era invece uno che “guardava avanti”. La sua irriverenza contro le istituzioni, la satira graffiante sulle radio libere fino all’ assalto al comune. Ricordo uno dei suoi compagni anni fa a Santa Domenica ricordare le interviste che facevano alle capre a cui avevano dato il nome del sindaco del luogo. Le manifestazioni, le occupazioni fino alla sua candidatura dopo anni di militanza e di difesa degli ultimi.  Beh c’è chi questa eredità la raccoglie e prova a suo modo – anche inconsapevolmente a tenerla viva – Caro Peppino, qui a Cariati c’è chi ha imparato la tua lezione, si chiamano Lampare e sono candidate alle comunali.

Di anni ne sono passati 45 da quell’omicidio fatto passare per suicidio. Eppure, ai compagni di Peppino e tutti quanti è parso subito chiarissimo che quell’omicidio portava la firma di don Tano Badalamenti, Tano Seduto come lo sbeffeggiava Peppino da Radio Aut. E soprattutto era chiaro che oltra alla firma della mafia, c’era la firma dello stato. Tutt’ora sulla sua lapide c’è scritto “ammazzato dalla mafia democristiana”. Perché la mafia non è anti-stato, non sono terroristi. La mafia ha bisogno delle istituzioni bucate, di membri compiacenti che affidino appalti che permettano di fare affari. E allo stesso tempo i membri malati delle istituzioni se ne servono come protezione, come braccio armato per forgiare carriere e potere. Tutto questo Peppino lo diceva e il suo omicidio lo firma.

Ancora oggi quella lezione resta viva. La ‘ndrangheta, la mafia è soprattutto oggi “istituzionale”. Se all’epoca era la democrazia cristiana oggi il blocco di potere che direttamente (o per inazione) ha contribuito a rafforzare la mafia è trasversale. Dal Pd dei vari Adamo, Aiello, Magorno ecc. alla destra di Occhiuto sono loro che hanno distrutto servizi dando potere alle mafie e accrescendo i padroni che hanno contro cui sono candidati i ragazzi delle Lampare. Ma la lezione di Peppino è viva non solo negli obiettivi ma anche nei metodi e oggi non c’è solitudine come a Cinisi, c’è una popolazione consapevole e stanca, ci sono intellettuali mondiali del calibro di Gino Strada, Ken Loach e Roger Waters che hanno acceso fari e attenzione alle loro lotte. C’è il film C’era una volta in Italia, Giacarta sta arrivando che riempie le sale ovunque. E tutto questo: interesse e attenzione rende le lotte incredibilmente forti.

Stamattina Peppino avrebbe dovuto tenere il comizio conclusivo della sua campagna elettorale. Non ci sarà nessun comizio e non ci saranno più altre trasmissioni. Peppino non c’è più, è morto, si è suicidato. No, non sorprendetevi perché le cose sono andate veramente così. Lo dicono i carabinieri, il magistrato lo dice. Dice che hanno trovato un biglietto: – voglio abbandonare la politica e la vita. Ecco questa sarebbe la prova del suicidio, la dimostrazione. E lui per abbandonare la politica e la vita che cosa fa: se ne va alla ferrovia, comincia a sbattersi la testa contro un sasso, comincia a sporcare di sangue tutto intorno, poi si fascia il corpo con il tritolo e salta in aria sui binari. Suicidio.

Come l’anarchico Pinelli che vola dalle finestre della questura di Milano oppure come l’editore Feltrinelli che salta in aria sui tralicci dell’Enel. Tutti suicidi. Questo leggerete domani sui giornali, questo vedrete alla televisione. Anzi non leggerete proprio niente, perché domani stampa e televisione si occuperanno di un caso molto importante. Il ritrovamento a Roma dell’onorevole Aldo Moro, ammazzato come un cane dalle brigate rosse. E questa è una notizia che naturalmente fa impallidire tutto il resto. Per cui chi se ne frega del piccolo siciliano di provincia, ma chi se ne fotte di questo Peppino Impastato. Adesso fate una cosa: spegnetela questa radio, voltatevi pure dall’altra parte, tanto si sa come vanno a finire queste cose, si sa che niente può cambiare. Voi avete dalla vostra la forza del buonsenso, quella che non aveva Peppino.

Domani ci saranno i funerali. Voi non andateci, lasciamolo solo. E diciamolo una volta per tutte che noi siciliani la mafia la vogliamo. Ma non perché ci fa paura, perché ci dà sicurezza, perché ci identifica, perché ci piace. Noi siamo la mafia. E tu Peppino non sei stato altro che un povero illuso, tu sei stato un ingenuo, sei stato un nuddu miscato cu niente. (Monologo conclusivo dal film I Cento Passi, di Tullio Giordana)

fonte:https://www.iacchite.blog/impastato-ammazzato-dalla-mafia-democristiana-anche-oggi-la-ndrangheta-e-istituzionale-ma-a-cariati-si-raccoglie-la-sua-eredita/