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Immigrazione e accoglienza di Francesco de Notaris

Immigrazione e accoglienza
di Francesco de Notaris   

 

In questi giorni è all’attenzione il tema dell’immigrazione. Uno scoop giornalistico ha evidenziato le condizioni di quanti sono a Lampedusa in veri e propri lager.  Essi sono uomini. In nome di quale principio si viola la loro dignità, se risponde al vero la testimonianza del giornalista? Io credo, nella sostanza, al giornalista. Penso che dobbiamo andare oltre.

Ricordo una “vecchia” lettera aperta ai cittadini pugliesi scritta da associazioni umanitarie e dalle chiese di quella regione alla metà degli anni ’90. “Nessuna militarizzazione può frenare questo flusso: non c’è proporzione tra i miliardi stanziati per motovedette, contingenti militari o palloni di avvistamento e gli spiccioli non spesi per un’accoglienza civile.

Chi entra in Italia può essere respinto, ma non prima di verificare se abbia diritto all’asilo politico o all’ingresso umanitario, di essere rifocillato e rivestito e accolto umanamente per il poco o tanto tempo che trascorrerà tra noi”. Acqua ne è passata da allora. Disgrazie e morti e leggi. I popoli deboli e poveri della terra stanno prendendo coscienza della loro condizione, delle ingiustizie, delle conseguenze dello sviluppo distorto, delle disuguaglianze insostenibili. Chi ha fame non aspetta e non può aspettare. Nuove migrazioni lasceranno il segno. Intanto una corrente di aria gelida traversa il nostro cammino, quasi che gli immigrati siano altro da noi. Gli immigrati somigliano ad uomini di sceconda categoria per i quali è difficile nascere ed è facile morire nell’anonimato quasi inghiottiti dal nulla dinanzi ad una società e ad istituzioni sorde ed ineficienti.

Difficile l’immigrazione legale.Si rende possibile quella illegale. Si realizza subito il collegamento con la criminalità, che viene alimentata. Si alimenta il lavoro nero e lo sfruttamento dell’immigrato da parte dei “padroncini” ,dei “caporali” che non hanno smesso di vivere la vocazione ad essere “schiavisti”. E verso le donne si profitta anche sessualmente.

Pochi combattono questa vergogna. Tra i tanti si distingue il vescovo Nogaro che a Caserta spende la sua presenza pastorale con il vangelo nel cuore.

Noi dobbiamo essere lungimiranti.I beni della terra sono di tutti e dinanzi alla fame non contano i confini. Dovremmo avere consapevolezza sul fatto che nostro benessere è fondato in parte sui tanti che stanno male, ai quali vengono inviate armi o si negano le medicine e l’acqua e il cibo. C’è chi in area governativa agita lo spettro dell’immigrazione che creerebbe disoccupazione e criminalità. I piccoli uomini si sentono minacciati da un nemico immaginario! Difronte alle difficoltà anche economiche si indica “l’altro” come responsabile dell’ insuccesso! Le forze che andranno al governo (cioè noi!) dovranno mettersi alla testa di ogni battaglia che abbia al centro la giustizia, la solidarietà, il riconoscimento dei diritti.

Un documento dell’ONU affermava che le opportunità globali devono muoversi verso la gente.. La stessa cooperazione internazionale deve riprendere a volare alto. Veramente c’è da ricostruire un tessuto in questa Italia. Un tessuto che restituisca certezze, che liberi dalla paura del diverso, che  ci inserisca in un quadro di legalità complessiva che valga per tutti, che dia il primato alla politica, che migliori la qualità della vita delle periferie e la qualità delle nostre coscienze. Vale la pena impegnarsi in questa direzione anzichè moltiplicare i “vertici” per espellere quattro poveri cristi. La politica alta deve dare risposte, anche sul piano internazionale, a chi viene da noi per non morire.