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Il socio con qualche segreto

Il Quotidiano, Giovedì 5 Giugno 2014

L’impresa ha il pacchetto di maggioranza di «Marina di Cicerone spa» dopo il dietrofront di Ranucci
Il socio con qualche segreto
Dipendenti e direttore della «Cidonio» beccati a usare materiale scadente a Civitavecchia
L’impresa capofila della società che deve costruire il porto di Formia ha suoi uomini «pizzicati» a far entrare nel cantiere del porto di Civitavecchia materiale scadente anziché quello utile, indispensabile, a costruire banchine sicu- re per gli attracchi com- merciali. Non è un grande problema perché, al momento, il can- tiere del porto di For- mia è fermo. Doveva essere ultimato quest’anno.

DI GRAZIELLA DI MAMBRO

A Civitavecchia hanno ingolfato di materiale scadente, forse pure fragile, il cantiere per allunga- re la banchina «Colombo» del porto di Civitavecchia nono- stante avessero intascato un bel contratto di appalto per il 50% di 130milioni di euro. Ce ne è dunque abbastanza per temere cosa potrà combinare l’Impre – sa Cidonio che appena tre mesi fa ha moltiplicato la sua parte- cipazione azionaria in «Marina di Cicerone spa» portandola al 47% del totale. Si tratta della società per azioni che doveva consegnare il nuovo porto turi- stico di Formia entro il 2014, data che, nei fatti, non è stata rispettata senza che alcuno ab- bia avuto nulla da dire. La Cidonio è parte dell’associa – zione temporanea di imprese che si è aggiudicata i lavori di ampliamento del porto di Civi- tavecchia, compresi servizi e darsena traghetti, ossia la più grande opera pubblica maritti- ma realizzata nel Paese negli ultimi 15 anni. E secondo i carabinieri del Noe l’Ati cui appartiene la Cidonio ha con- ferito incarichi con subappalto ad altri soggetti che stanno riempiendo le banchine del prolungamento di Civitavec- chia per i nuovi attracchi delle navi commerciali con materia- li scadenti, definiti nelle inter- cettazioni «tutta monnezza». Tra coloro che lasciavano en- trare questa «monnezza» al po- sto del materiale utile ad un’opera marittima di quel li- vello ci sono due dipendenti dell’impresa «Pietro Cidonio» che erano appunto addetti ad effettuare le verifiche su ciò che entrava nel cantiere del porto. Sempre tra gli indagati dell’indagine del Noe figura Maurizio Mazzola, il direttore della «Cidonio». Il presidente dell’Autorità portuale di Civi- tavecchia, Pasqualino Monti, ha dichiarato alle agenzie che si costituirà parte civile nel caso in cui l’inchiesta andrà avanti e si arriverà al processo. Ma fino a ieri nessuno ha par- lato di un’eventuale risoluzio- ne del contratto con richiesta di risarcimento danni. Per quanto riguarda Formia la Cidonio è, naturalmente, ancora il sogget- to principale cui sono affidate le sorti del porto Marina di Cicerone, essendo questa im- presa il socio più importante. L’idea grandiosa di un porto turistico accanto all’a tt ua le banchina commerciale è stata salutata con favore in modo trasversale a Formia e tutto ruotava attorno ai buoni auspi- ci del senatore del Pd, Raffaele Ranucci, che ha sponsorizzato dal primo momento il nuovo porto e ne aveva preso effetti- vamente le redini quando è stato aggiudicato il progetto. In quel momento infatti l’impresa del senatore era socio di riferi- mento di Marina di Cicerone spa, ma poi il «Gruppo Ranuc- ci Finanziaria e partecipazioni srl» ha ridotto la sua quota della metà e oggi detiene un pacchetto pari al 27,5% da ll ’originario 47,5% in un piano ambizioso di progetto di finanza che vale 129milioni di euro e una concessione tren- tennale rinnovabile. Dunque in questo momento bisogna spe- rare che il socio più importante della Marina di Cicerone spa si decida finalmente ad aprire il cantiere, che dentro ci metta materiale ottimale e non ele- menti scadenti come stava fa- cendo a Civitavecchia. Ma tut- to questo la «Pietro Cidonio» potrà farlo «per bontà sua» e non perché qualcuno glielo sta chiedendo.
Il Quotidiano, Giovedì 5 Giugno 2014

Ha costruito quasi tutto nell’area portuale di Gaeta
E ritorna un nome noto: la Rogedil di Azzopardi

E la «Cidonio» non è sola nell’i n ch i e st a sul materiale non idoneo utilizzato a Civita- vecchia secondo i carabi- nieri del Noe. C’è anche una «vecchia conoscenza» delle opere portuali della zona, la Rogedil di Edis Azzopardi. L’ipotesi di fro- de e reati ambientali viene contestata, infatti, anche al direttore operativo della Rogedil Servizi che è aggiu- dicataria dell’appalto per la direzione dei lavori dell’ampliamento del porto di Civitavecchia. In specie sostiene il Noe che i «mate- riali utilizzati per il riempi- mento dei cosiddetti ‘casso – ni cellulari’, che costitui- scono la base delle opere a mare, sono per caratteristi- che, qualità, dimensioni, provenienza e natura del tutto difformi da quanto previsto dal contratto, poi- ché provenienti da cave di- verse da quelle indicate nel- la documentazione prodot- ta alla stazione appaltante e attraverso documenti di trasporto ideologicamente falsi è stata mascherata la reale provenienza». Il no- me Rogedil compare in tut- ti i progetti del porto di Gaeta e nella stragrande maggioranza delle opere del Consorzio Industriale di Gaeta. La più importan- te è la littorina Gaeta-For- mia di cui Rogedil ha otte- nuto e portato a termine la progettazione che doveva essere pagata con fondi co- munitari e regionali, come tutto il resto dell’opera. Ma tre anni fa la Regione Lazio (Giunta Polverini) ha spo- stato i 19 milioni di euro dal progetto della littorina al potenziamento della linea ferroviaria Nettuno-Cam- poleone, bloccando così il proseguimento die lavori sulla Littorina. I primi a ribellarsi sono stati quelli della Rogedil che adesso chiedono 5 milioni di euro alla Regione Lazio per i ritardi nell’attuazione del progetto e relativo paga- mento. La Giunta Polverini dopo aver fatto il danno aveva anche avviato l’iter per riconoscere il debito al- la Rogedil e in questo modo ci sarebbe stato il danno (mancata erogazione e cambio di destinazione dei fondi) e la beffa con il risar- cimento di Rogedil. La quale, comunque, minaccia di andare avanti con le vie legali al fine di ottenere i 5 milioni