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Il sistema Latina

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Copertura tribuna crollata

“Più metti roba più c’ha sostanza”: preventivi all’epoca degli appaltini

Latina 

16/11/2016 – 16:33

«Me manca il preventivo. Tu me devi specificà bene, sul preventivo…che hai cambiato le farfalle..tutte quelle cazzate là. Più roba ce metti ee…più c’ha sostanza. Capito?». A parlare è il funzionario comunale Nicola Deodato, ora in carcere. Una conversazione tra il colletto bianco e l’imprenditore Fabio Montico, da lunedì scorso agli arresti domiciliari, relativa a un preventivo per lavori già seguiti ed emblematica di come per anni, stando a quanto ricostruito dai carabinieri, sarebbero andati gli affari attorno al Comune di Latina. Una gestione della cosa pubblica da parte di quella che, per il sostituto procuratore Giuseppe Miliano, sarebbe stata un’associazione per delinquere, una delle tre costituite in piazza del Popolo, l’unica che, fatta eccezione per Pasquale Maietta, non conta politici, ma solo dipendenti comunali e imprenditori. Un’organizzazione criminale che, frazionando i lavori per evitare gare pubbliche, avrebbe portato all’assegnazione diretta di 172 appalti, per un valore di circa tre milioni di euro, a beneficio sempre delle stesse quattro aziende e del Latina Calcio.
Gli interventi di manutenzione sugli impianti antincendio, condizionamento, idrici e di riscaldamento sarebbero stati appannaggio della Cam srl di Andrea Capozzi, marito del funzionario comunale Gianna Ambrifi, anche lui ora ai domiciliari. Un monopolio che, nelle rare occasioni in cui veniva rotto, avrebbe creato addirittura imbarazzo a qualche pubblico dipendente. Parlando dei lavori al palazzetto dello sport, il consulente del Comune, l’ing. Pierpaolo Capponi, dice così al solito Deodato, parlando appunto di Capozzi: «Sta incacchiato? Perché non ha avuto…l’incarico era…un incarico, mi pare, di carattere generale, no?”. Ancora: “L’ho messo in mezzo per fare i lavori, per fare tutto quello che doveva fare, insomma, e finché ci sei stato tu èèè..abbiamo fatto, mi pare’”. Andrea non è poi l’unico Capozzi a fare incetta di appalti. Quando si parla di impianti elettrici a incassare è la sorella Sandra, moglie dell’ex consigliere comunale Andrea Palombo e ora anche lei ai domiciliari. Imprenditori che arrivavano anche a dettare le regole ai dipendenti comunali per essere pagati. Come nel caso di Nicola Di Girolamo, ora ai domiciliari, che rivolgendosi a Deodato dice: «Nicò. provvedemo è! Allora lo sai che ce sta? Vai giù: “A me me dovete dare i soldi perché a me me servono. Vai dellà. I soldi a me…vai dellà…questi li fa a pezzi. Tu che devi sta vincolato. Quello non se fa, quello non se fa, non se fa quello. Giusto?». Una ditta che raccoglie talmente tanti affidamenti da far preoccupare persino il dirigente comunale, ora finito in carcere, Ventura Monti: «Vorrei capì un attimo…quante cazzo de fatture sono state pagate…a Di Girolamo…a come si chiama…alla ditta Di Girolamo». E poi ancora: «Qua noi andiamo a finì al gabbio con questo cazzo di Di Girolamo». Ma in carcere il gip Mara Mattioli li ha mandati per molto altro ancora.