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Il “Sistema Fondi”.

In uno Stato di diritto ed in un Paese “normale”, dopo quanto è emerso e, soprattutto, quanto presumibilmente NON è emerso, nel “caso Fondi”, qualunque cittadino onesto e pensante avrebbe dovuto rivolgersi e rivolgere la domanda: “come e perché siamo arrivati a questo punto?”

Più che le lamentazioni, in situazioni del genere, sono necessari le analisi per individuare le cause dei fenomeni ed i rimedi da adottare.

Tutto il resto è aria fritta.

Noi stiamo tentando da anni di “capire” le ragioni profonde per le quali a Fondi –e, per la verità, in tutta la provincia di Latina- siamo arrivati a questa situazione.

Qualche risposta ce la siamo data, ma restano ancora tante domande.

Un amico autorevole ci disse tanti anni fa: ” A Fondi è l’impianto investigativo che non va”.

E’ vero perché se si fossero fatte le indagini, come era necessario fare, forse a quest’ora la situazione sarebbe diversa.

Ma “perché” non va?

C’è la morte misteriosa del Capitano Conti; ci sono le ragioni misteriose che portarono l’ex Comandante della Guardia di Finanza a spararsi, i silenzi ed il senso di fastidio che si avverte in certi ambienti anche politici ogni volta che si parla di quella morte e così via.

Una morte che si è voluta far passare come… la morte di un… ”depresso”…

In un paese “normale “ si sarebbe dovuto scavare per capire a fondo il significato della parole lasciate scritte dal Comandante: ” Non mi sento libero di indagare… ”

Un atto di accusa terribile.

Contro chi?

Per che cosa?

Da “chi” e da “cosa” non si sentiva “libero” il Comandante?

Tutte domande rimaste senza risposta.

Come se non fosse successo niente, tutto è rimasto come prima!

Almeno ad oggi.

In quella caserma si sarebbe dovuto scavare a fondo, si sarebbe dovuto interrogare tutto e tutti, persino i muri.

Non sappiamo se è stato fatto.

Certo è che su quella morte è calato il silenzio e nessuno ne vuole parlare più.

Né a Fondi, né a Latina, né a Roma.

A Roma, soprattutto…

Siamo d’accordo con l’amico autorevole che intravedeva le carenze vistose del sistema investigativo locale ed imputava a queste l’involuzione delle cose.

Ma perché quelle carenze permangono?

Sono anni che noi stiamo dicendo che non è possibile continuare ad assistere, senza dire alcunché, al trasferimento ogni due-tre anni degli ufficiali, mentre i marescialli, l’ossatura dell’impianto investigativo, nascono e muoiono nella stessa caserma.

Premesso che non si intende assolutamente ledere l’onorabilità di chicchessia e, quindi, di nutrire fiducia in tutti, nessuno escluso, è innegabile che la permanenza per decenni nello stesso posto dà vita inevitabilmente all’instaurazione di rapporti amicali e, forse, anche parentali che potrebbero in certo qual modo condizionare lo svolgimento di eventuali indagini.

Se, poi, a ciò si aggiungono le voci secondo le quali qualche moglie di sottufficiale sarebbe stata raccomandata da esponenti politici per la sistemazione in qualche posto di lavoro pubblico o privato, il quadro diventa più delicato e complesso.

E’, quello del ricambio del personale intermedio nei presidi di polizia di Fondi, un problema da non sottovalutare da parte dei Comandi Generali, problema che noi abbiamo posto e riponiamo sulle scrivanie delle gerarchie centrali.

Detto questo, però, resta il problema più importante del “sistema Fondi”, un “sistema” che, a dire il vero, non è solo fondano, ma più generale.

Abbiamo, in altre note scritte di recente, trattato di Fondi e del “sistema Fondi”.

Stiamo accorpando analisi, notizie e dati per dar vita ad una lettura più attenta, meno emotiva, più razionale, più informata, di quanto è avvenuto, avviene e, presumibilmente, avverrà.

L’età e le conoscenze acquisite durante una lunghissima militanza a certi livelli ci privilegiano rispetto a tanti altri nella comprensione di certi eventi e certe situazioni e delle possibili evoluzioni o involuzioni.

Il Lazio in generale è stato sempre afflitto da un “sistema” consolidato di alleanze personali e politiche trasversali, talché sarebbe un grosso errore considerare il rosso rosso, il nero nero, il bianco bianco, il giallo giallo e così via.

Tutti i colori hanno sempre assunto toni più sbiaditi rispetto a quelli naturali e le verità sono sempre apparse in una forma edulcorata.

Appena qualche anno fa un giornalista pontino che va per la maggiore definì noi e l’amico Turri l’”antimafia dei coglioni” sostenendo in sostanza che… in provincia di Latina… la mafia non c’è e che noi raccontavamo storielle.

Come il famoso cardinale siciliano che rispose a chi gli denunciava le malefatte dei mafiosi: “cos’è la mafia?”…

Tutti hanno potuto vedere come è andata a finire!

Quello che appare sempre più nitido, con il passare del tempo, per ritornare al “caso Fondi”, è il fatto che tutta la battaglia si è svolta all’interno del pollaio, con qualche complicità –oggettiva o soggettiva non importa – esterna ad esso.

Si tratterà di “capire” l’identità di… quei “pezzi deviati dello Stato” cui qualcuno ha fatto cenno, senza che nessuno abbia voluto approfondire.

E’ quanto noi ci stiamo sforzando di fare per comprendere… i nuovi “equilibri”, se proprio di “nuovo” si tratti…