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Il sindaco leghista e la rete di boss. Su Foggia c’è l’ombra del commissariamento

Il sindaco leghista e la rete di boss. Su Foggia c’è l’ombra del commissariamento

AMDuemila 23 Marzo 2021

Tra i nominativi finiti nella relazione consegnata da polizia, carabinieri, Gdf e Dia ai membri della commissione che dovrà decidere se sciogliere o meno il Comune di Foggia per infiltrazioni mafiose c’è anche il nome del sindaco Franco Landella (in foto), da poco confluito nella Lega. Sul primo cittadino ci sarebbe, come riporta Il Fatto Quotidiano un paragrafo. Landella è stato eletto nel 2014 e riconfermato nel 2019 alla guida del Comune dilaniato dalle guerre tra le batterie “Moretti-Pellegrino”, “Sinesi-Francavilla” e “Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese” che negli ultimi anni avevano deciso di cambiare strategia: superando la spartizione del territorio e le sanguinose faide, avevano optato per una cassa comune in cui i soldi delle estorsioni sarebbero stati divisi fra i tre gruppi. Nel documento si parla dei rapporti con esponenti della “Società foggiana”: gli investigatori scrivono, ad esempio, che nelle Regionali 2010, pur non eletto, Landella avrebbe avuto “annoverato tra i suoi più fattivi sostenitori, alcuni componenti della famiglia ‘Piserchia’, noti pregiudicati in materia di traffico di stupefacenti”. Gli investigatori, inoltre, ricordano che sua moglie è cugina di Claudio Di Donna coinvolto nel 2009 in un’inchiesta per associazione mafiosa e che suo figlio è stato denunciato per truffa aggravata in concorso con Francesca Bruno, compagna di Antonio Tizzano, figlio di Francesco Tizzano definito “esponente di rilievo della batteria Moretti-Pellegrino”.
E ancora. Nel documento spuntano i nomi di consiglieri comunali, ex assessori e dipendenti ritenuti vicini ai clan. Come Bruno Longo, consigliere di FdI, arrestato a febbraio 2021 per tangenti: proprio in quella inchiesta venne fuori un’intercettazione nella quale uno degli indagati consegnando il denaro a Longo avrebbe affermato 
“qui c’è la quota per Landella”. Nei prossimi mesi la commissione dovrà decidere se il Comune è stato controllato dalla criminalità che finora ha incassato il pizzo da attività foggiane: costruttori, imprese funebri, sale scommesse, i fantini in corsa negli ippodromi, imprese di trasporti e dell’industria alimentare, commercianti e persino gli ambulanti del mercato settimanale.

Il Fatto Quotidiano

fonte:https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/254-focus/82882-il-sindaco-leghista-e-la-rete-di-boss-su-foggia-c-e-l-ombra-del-commissariamento.html